L’attenzione del consumatore verso il benessere, proprio e degli animali allevati, è una tendenza inarrestabile e comincia a delineare un profilo sempre più definito, non solo nelle società occidentali. Individui e famiglie con una buona disponibilità di reddito scelgono di spendere qualcosa in più pur di avere la tranquillità di poter mangiare cibo proveniente da sistemi che tutelino la salute del pianeta, delle specie animali e dell’uomo: è un sovrapprezzo che molti sono disposti a pagare per sentirsi in pace con la propria coscienza, non potendo gestire direttamente, come nelle società rurali di un tempo, la catena di fornitura alimentare.
Valore mondiale in salita del 42% tra il 2020 e il 2025 a 10 miliardi di dollari
Al di là delle analisi sociologiche che esulano dalle finalità della presente trattazione, il mercato delle carni avicole biologiche è uno tra i più promettenti nel decennio in corso. Una società di ricerche statunitense ha sviluppato un rapporto su questo specifico segmento, per il quale è prevista una crescita media annua composta del 9% circa tra il 2021 ed il 2030.
Se sino ad oggi sono le uova con il 54% a rappresentare la quota maggiore dei prodotti avicoli ottenuti secondo il metodo dell’agricoltura biologica, il sorpasso da parte delle carni potrebbe non essere così lontano: dai 7,26 miliardi di dollari USA del 2020 il mercato globale è stimato arrivare a 10,35 miliardi nel 2025 per proseguire la corsa al ritmo dell’8,5-9% annuo di crescita nel quinquennio successivo.
Il prezzo medio pagato dal consumatore finale, che sia relativo ad un taglio o ad un prodotto a base di carne elaborato acquistato in macelleria o in un punto vendita della Grande Distribuzione piuttosto che ad un pasto consumato in un ristorante o in una catena di fast food, è indubitabilmente più alto rispetto all’omologo derivante da allevamento convenzionale e risente di una fluttuazione più marcata dovuta all’incidenza maggiore del costo delle materie prime (rese produttive più altalenanti, che si traducono in disponibilità minori) e anche dell’effetto più dirompente delle epidemie su quel tipo di allevamenti. Si stima che nel periodo 2010-2020 negli Stati Uniti l’oscillazione rispetto al prezzo medio abbia toccato in rialzo punte del 54%.
Europa ma non solo
Nel 2020 l’Europa, intesa in senso lato e non solo identificata come Unione Europea, contava per oltre il 44% delle carni avicole biologiche prodotte nel mondo, seguita dall’America settentrionale e dalla macro-area Asia-Pacifico, comprendente India, Cina, Corea del Sud, Tailandia, Indonesia, Australia, Nuova Zelanda e molti altri Paesi.
Negli Stati Uniti i maggiori soggetti economici dell’agroalimentare si stanno muovendo in questa direzione già da qualche anno e stanno vedendo adeguatamente ricompensati i loro piani di sviluppo. Nel 2018 Tyson Foods acquisì Tecumseh Poultry, proprietario del noto marchio The Smart Chicken1, che opera nel biologico sin dal 2003, per la produzione di salsicce, spiedini ed hamburger di pollo certificati biologici da proporre alla clientela statunitense, con un occhio speciale ai più piccoli.
Nei Paesi emergenti — pur tenendo in considerazione che l’allevamento avviene per buona parte ancora a livello familiare ed è pertanto biologico de facto — i principi dell’allevamento biologico si stanno facendo sempre più strada. Le aree del globo dove gli incrementi saranno più consistenti sono l’America meridionale, che include un colosso come il Brasile, ed il Medio Oriente, con tassi di crescita medi annui stimati rispettivamente dell’11,95% e dell’11,91%, seguiti da Africa e Asia-Pacifico con tassi stimati del 10,85% e del 10,15%.
Nuove tecnologie al servizio del benessere animale: sensori per il trasporto e stordimento con il gas al macello
Tutti i consumatori di questa categoria di carni sono d’accordo nell’affermare che l’allevamento in batteria o anche solo in capannoni chiusi sebbene a terra sia poco rispettoso della natura degli animali, pertanto dirigono le loro preferenze verso carni allevate all’aperto (il cosiddetto free range nel mondo anglosassone) e certificate biologiche secondo i numerosi protocolli esistenti a livello mondiale.
La fase del trasporto e della macellazione è invece un tema alquanto misconosciuto al cittadino comune; per ricomprendere anche questa parte della filiera sotto il cappello della benevolenza agli esseri viventi che consumiamo per le nostre esigenze nutrizionali e di gusto, una società canadese, Transport Genie2, ha sviluppato a partire dal 2019 insieme con la svizzera Prodavi3 un sistema avanzato basato su sensori in grado di monitorare il microclima a bordo dei mezzi di trasporto che conducono i capi al macello.
La già nominata Tecumseh Poultry ha introdotto da vari anni la tecnica dello stordimento con il gas dei capi prima della macellazione, a base di anidride carbonica, al posto della più comune scossa elettrica, una tecnica che oltre a garantire minore sofferenza agli animali determina secondo vari studi una migliore qualità delle carni4,5,6.
Roberto Villa
In foto: La Box “The Organic Chicken” dell’inglese Coombe Farm (photo © www.coombefarmorganic.co.uk).
Note
www.smartchicken.com
transportgenie.ca
prodavi.ch
americanfarmpublications.com/stunning-methods-and-poultry-meat-quality
Terlouw C. et al. (2016), Consciousness, unconsciousness and death in the context of slaughter, Part I, Neurobiological mechanisms underlying stunning and killing, Meat Science, 118, www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0309174016300705
Benson E.R. et al. (2012), Evaluation of EEG based determination of unconsciousness vs. loss of posture in broilers, Research in Veterinary Science, 93, www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S003452881100470X
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