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L’allevamento dello struzzo, esempio di compatibilità ambientale

of Manicardi N.


Allevare struzzi è un’attività non ancora particolarmente diffusa in Italia, certamente non paragonabile a quella di bovini, ovini, caprini e animali da cortile. Tuttavia, i circa 250 allevatori italiani sono i più numerosi in Europa con i loro 5.000 capi. Del resto il clima del nostro Paese, così come quello di Francia e Spagna, è ideale per tale allevamento, in quanto lo struzzo, originario degli altipiani del Sudafrica, dove vive anche a 1.000 metri, si adatta facilmente ai nostri habitat temendo soprattutto l’umidità delle vallate e della pianura.
Questo tipo di allevamento può avere ulteriori positivi sviluppi anche in considerazione delle ormai acclarate necessità di sostenibilità alimentare e compatibilità ambientale, dato che lo struzzo può essere allevato all’aperto e, a differenza di polli e tacchini che mangiano principalmente semi, è essenzialmente un erbivoro che si nutre con cibi “poveri” come fieno, erba e poco mais e, in buona sostanza, con quello che trova.

Come si diventa allevatori di struzzi?
Di sicuro non ci si può improvvisare, anche per la scarsa dimestichezza che in Italia si ha con questo animale. Purtroppo non esistono corsi di formazione. Bisogna rivolgersi ad Assostruzzi, l’associazione italiana di allevatori, oppure agli allevatori da cui di solito si acquistano i capi, agli importatori o ai veterinari.
Si può cominciare con una sola coppia, maschio e femmina, con un investimento inferiore ai 10.000 euro e disponendo di un terreno anche scoperto, erboso, da recintare, di almeno 5.000 m2, dotato di abbeveratoi, mangiatoie e tettoie e di un magazzino per il foraggio e di locali al chiuso dove ospitare le uova e i pulcini da svezzare.
L’investimento iniziale più consistente è per le incubatrici, dove le uova devono rimanere per ben 39 giorni e per le schiuse. Questo è il momento più rischioso, in cui giocano un ruolo fondamentale l’esperienza e l’abilità dell’allevatore e la scrupolosa osservanza delle norme igieniche. Per ridurre il rischio imprenditoriale si può anche è scegliere il franchising, utilizzando le conoscenze di professionisti del settore e la filiera produttiva e commerciale già in essere. Bisogna poi espletare una serie di adempimenti burocratici: possesso di una partita Iva, obbligo di iscrizione al Registro imprese della Camera di Commercio, denuncia di inizio attività con la relazione tecnica che illustri il ciclo produttivo e le funzioni delle strutture presenti in azienda.
Dal punto di vista sanitario l’allevamento di struzzi non si differenzia particolarmente da quello di altri animali. L’Azienda Sanitaria Locale fornirà tutte le informazioni del caso.
Per cominciare bisogna ovviamente conoscere le caratteristiche dello struzzo (Struthio camelus), che è il più grande di tutte le specie di uccelli: un maschio adulto può arrivare fino a 2,4 metri di altezza e pesare anche 150 kg. È incapace di volare a causa della mole corporea e delle ali ridotte, ma le gambe forti gli consentono di correre anche per 20 minuti a 60-70 km/h, con passi fino a 8 metri. Bisogna quindi che la recinzione dell’allevamento sia adeguatamente dimensionata in altezza per impedire salti e fughe all’esterno e prestare attenzione nell’avvicinarsi perché, se necessario, può sferrare potenti calci frontali. È infatti di temperamento pauroso, sempre vigile, pronto a difendersi e a lanciare l’allarme salvaguardando anche gli altri animali. Quando ha paura può “nascondere la testa sotto terra”. In realtà si mimetizza dai suoi nemici fingendo di essere un cespuglio o una roccia. Se non riesce, fugge via a gambe levate!
È molto longevo, in media 50-60 anni. Ne esistono 4 sottospecie: australis, molybdophanes, camelus, massaicus. Vive in gruppi talvolta assai numerosi, organizzati in base a un ben preciso ordine gerarchico con un maschio dominante, una femmina dominante e altre femmine riproduttive.
Allo stato libero passa l’intera giornata a perlustrare lo spazio intorno in cerca di cibo fermandosi ogni tanto per appollaiarsi e ripulirsi accuratamente con il becco. Ama l’acqua, che deve sempre essere fresca, abbondante e pulita (i giovani ne bevono anche 10 litri al giorno) e ama tuffarsi in qualsiasi pozza gli capiti a tiro.
La maturità sessuale è al 3o-4o anno di età e varia in funzione del sesso e della sottospecie di appartenenza. Il periodo degli accoppiamenti dura circa 5 mesi, durante i quali il maschio dominante si accoppia con tutte le femmine del suo gruppo. Le femmine, due settimane dopo l’inizio del periodo degli amori, depongono ogni due giorni 1 uovo di circa 1,5 kg di peso, di solito in una depressione naturale del terreno oppure in una buca scavata dal maschio, ricoperta di sabbia durante la notte. Durante il giorno l’uovo viene covato dalla femmina. Ogni femmina depone le uova nello stesso nido per un totale di 10-40 uova. Il periodo della cova va avanti per 42 giorni fino a che i primi pulcini iniziano a fare capolino.
Per gli animali destinati alla produzione di carne, la fase di finissaggio termina ad età di macellazione, tra i 10 e gli 11 mesi. Stesse fasi di allevamento per i riproduttori che vengono poi mantenuti a finissaggio fino al raggiungimento della maturità sessuale (3 anni per le femmine, 4 per i maschi).
Sono molti i prodotti che si possono ricavare: le carni, le piume per la creazione di oggetti ornamentali o accessori di abbigliamento (come il classico piumino da spolvero o il ricercato boa, un tempo in gran voga) e la pelle, con cui si realizzano borse e cinture. Infine le uova, vendute per la creazione di raffinata oggettistica e, più raramente, per il consumo alimentare perché, pur essendo tuorlo e albume di ottima qualità, la quantità prodotta da una femmina è troppo esigua (è l’uovo più grande al mondo e corrisponde all’incirca a 25 uova di gallina).
La carne, rossa, ha elevate qualità nutrizionali che la rendono molto pregiata. Tenerissima, magra, molto digeribile, tra tutte le carni è quella con il maggior numero di valori nutrizionali: contiene un basso contenuto di grassi (inferiore perfino a quello delle carni bianche), ha poco sodio, è ricca di Omega-3, proteine, ferro, vitamine, minerali (potassio e magnesio), carnitina e creatina. Adatta quindi per una dieta sana ed equilibrata. Si presta ad ogni ricetta, dal filetto allo spezzatino.


Nunzia Manicardi



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