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Nati sostenibili

of Redazione


“Per l’agroalimentare l’unica via possibile di fare le cose belle e buone “come un tempo” è farle in un modo nuovo. Se vogliamo produrre cibo di qualità per tantissime persone quante siamo non possiamo guardare indietro, quando il contesto era totalmente differente. Dobbiamo proiettarci nel futuro. E, per evitare di doverci cercare un altro pianeta oltre i buchi neri, l’unica via è tenere in vita la Terra”. Quando pensiamo a misure per intervenire sulla crisi climatica, tendiamo a concentrarci soprattutto sui nostri consumi energetici. Ma il cibo — la produzione, l’imballo, il trasporto, purtroppo lo spreco — corrisponde ad un quarto delle emissioni complessive di gas climalteranti, oltre ad avere ricadute cruciali su inquinamento dei suoli, consumo d’acqua, perdita di biodiversità. Eppure, esistono strategie di mitigazione in grado di ridurre di un ordine di grandezza gli impatti della filiera alimentare sull’ambiente. Sono soluzioni che richiedono un misto di saggezza contadina e tecnologie all’avanguardia, di interventi a livello sovranazionale da un lato e di scelte consapevoli dei singoli consumatori dall’altro. Nati sostenibili è un saggio narrativo che racconta le storie di agricoltori e produttori grandi e piccoli dell’agroalimentare italiano e del lavoro che fanno ogni giorno per produrre cibo nel rispetto dell’ambiente, dei lavoratori e degli animali.
A firmare il libro sono giornalisti gastronomici, più avvezzi per mestiere a raccontare le storie del cibo guidati dalle ragioni della gola: ne deriva un mix originale tra divulgazione scientifica e reportage di viaggio vivace e spesso umoristico, che prova a restituire la complessità dei temi e a non banalizzarli senza sacrificare il ritmo del racconto.
Il saggio è articolato in nove capitoli che prendono spunto da altrettanti temi — l’impatto sul territorio, l’ecosistema e la biodiversità, le emissioni di CO2, lo sfruttamento delle risorse idriche, l’inquinamento, lo sfruttamento del lavoro, l’imballaggio, il trasporto e la distribuzione — esemplificati dalle testimonianze di produttori e allevatori virtuosi in tutta Italia. La campagna fotografica è stata realizzata ad hoc per il volume.

Sostenibili, appunto (da identitagolose.it)
“Una parola, va detto, sempre più ingombrante per quanto sia usata ormai in qualsiasi contesto: così tanto, e spesso così a sproposito, da rischiare di perdere almeno un po’ del proprio significato, che invece è molto importante. Il volume curato da Sara Porro è interessante e coinvolgente proprio perché parte dalla consapevolezza che parlare di “sostenibilità” è una cosa complessa, che merita un approccio meticoloso. «Ho cercato di unire — ci racconta l’autrice — la mia vocazione di giornalista gastronomica e di narratrice di storie di produttori con la divulgazione scientifica. Per raggiungere questo obiettivo ha collaborato in qualità di fact-checker alla realizzazione del libro il comunicatore scientifico Ruggero Rollini, che con i suoi interventi spesso ci ha dimostrato come molte delle nostre certezze su agricoltura e allevamento siano infondate».
Parla al plurale Sara Porro, perché non è l’unica penna coinvolta nella stesura dei testi di Nati Sostenibili, in cui ha coinvolto altri tre giornalisti gastronomici (tutti e tre da tempo, tra le altre cose, collaboratori della Guida di Identità Golose): Giorgia Cannarella, Sonia Gioia e Luca Iaccarino. «Scrivo di gastronomia da dieci anni — continua Sara Porro — e pensavo davvero di poter contare su alcune certezze… che invece mi sono resa conto non fossero suffragate dai fatti e da un approccio scientifico alla materia. Abbiamo rivendicato questo termine, sostenibilità, perché è la parola giusta per affrontare gli argomenti che si trovano nel libro, ma abbiamo voluto evitare ogni semplificazione, perché sono temi che meritano invece un approfondimento attento. Spesso quando sentiamo parlare di sostenibilità, siamo esposti a visioni semplicistiche, a slogan, soprattutto quando questi temi vengono tradotti nel linguaggio del marketing. Questo vale sia per la grande industria che si propone come sostenibile, sia per i piccoli produttori che a volte si dicono sostenibili semplicemente in quanto piccoli».
Un esempio delle convinzioni che si sono sciolte come neve al sole di fronte a un approccio scientifico alla materia? «Posso fare l’esempio del ruolo del trasporto nell’impatto complessivo degli alimenti che mangiamo: ho imparato che in genere è possibile che un alimento che ci arriva dall’altra parte del mondo sia più sostenibile di qualcosa che viene prodotto più localmente, se quella produzione viene fatta, ad esempio, in una serra riscaldata con combustibili fossili. Così come ci sono alimenti che hanno un impatto talmente pesante in termini di emissioni di gas clima-alteranti, che il ruolo del loro trasporto diventa sostanzialmente insignificante: vale sicuramente per la carne, in particolare quella bovina. La quantità di strada che fa quella carne per arrivare sulle nostre tavole è alla fine secondaria rispetto al suo impatto complessivo». Sono nove i capitoli del libro e a ciascun capitolo corrisponde una storia diversa, dall’allevamento dei bovini all’approvvigionamento idrico per l’agricoltura, dalla riscoperta di antiche colture e razze dimenticate alla plastica degli imballaggi, o ancora al tema drammatico del caporalato nella coltivazione e nella raccolta di pomodori. In ognuna di queste storie si alternano effettivamente digressioni più tecniche e racconti personali, storie di donne e uomini che hanno dedicato la propria vita alla produzione agroalimentare guidata dalla stella polare della sostenibilità.
Ed è interessante, tornando al tema della carne bovina, leggere il primo capitolo di questo libro, dedicato proprio all’allevamento di “vacche serene”, sapendo che da molti anni Sara Porro ha smesso di mangiare carne: «Nella mia attività di giornalista gastronomica sinora non avevo mai frequentato molto gli allevamenti, proprio per un certo disagio che mi provocavano. Devo dire invece che questa esperienza, per quanto non mi abbia fatto ripensare le mie scelte, mi ha reso più laica rispetto ad alcuni aspetti della questione.
Ho avuto modo di parlare con allevatori che si impegnano nel proprio lavoro con grande coscienza, partendo da un pioniere del settore come Sergio Capaldo de La Granda, che mi hanno aiutato a comprendere come anche in questo caso le cose siano più complesse di quanto spesso siamo portati a pensare» (fonte: @Identità Golose).


Sara Porro (a cura di)
Nati sostenibili
Storie dalla campagna italiana
tra scienza e coscienza
Editore: Mondadori Electa, 2021
Collana: Progetti speciali Rizzoli
EAN 9788891833822
240 pp.



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