Sembra strano, ma ancora molti, anche del settore, non sanno che carne sintetica e carne vegetale non sono la stessa cosa. Vediamone allora le differenze, in modo da non fare più confusione tra le due.
Carne sintetica…
La carne sintetica è un prodotto coltivato in vitro e fatto crescere in laboratorio. In pratica, vengono prelevate delle cellule staminali tramite biopsia da un tessuto o dopo la morte dell’animale oppure da cellule staminali embrionali o pluripotenti indotte. Si estraggono quindi cellule dagli animali e vengono coltivate in un bioreattore, dove inizia una proliferazione cellulare molto accelerata, in un brodo di coltura ricco di nutrienti, antibiotici, ormoni e fattori di crescita anabolizzanti. Le cellule iniziano così a differenziarsi in cellule muscolari, creando dei fasci di muscolo simili a carne macinata. In definitiva, si ottiene solo muscolo con le sue proteine, ma mancano tutti gli altri nutrienti e i tessuti, come le ossa, il grasso, il sangue, ecc… Dunque, la polpetta di carne artificiale dovrà essere pesantemente additivata e insaporita per acquisire il gusto e i micronutrienti essenziali naturalmente presenti nelle carni degli animali.
Una precisazione importante: la carne ottenuta da bioreattori sarebbe da definire univocamente “carne artificiale” e non “sintetica”. La “biologia sintetica” è una parte della ricerca biologica di base che, partendo da principi biochimici, assembla la vita in forma cellulare o di organuli. In questo caso si tratta di ottenere il bios dalla sintesi in laboratorio dei suoi costituenti. Nel caso della carne, la biomassa è ottenuta con un processo extracorporeo innaturale e pertanto artificiale.
…e carne vegetale
La carne vegetale, detta anche fake meat, non è fatta di carne, ma di verdure e legumi. Attenzione però, perché, anche se la base è costituita da vegetali, non ne possiede le stesse proprietà. Infatti, questi vengono fortemente processati per poterli trasformare in qualcosa che assomigli alla carne. Mentre con la carne sintetica si parte da cellule, qui si parte da legumi come soia o piselli, che subiscono processi industriali molto intensi, con alta pressione, alta temperatura e l’uso di sostanze chimiche, come soda caustica e solventi, per poter estrarre le proteine isolate. Grazie alla loro consistenza fibrosa ed elastica, le proteine isolate possono essere usate per produrre un “qualcosa” che assomigli ad un hamburger, additivato con emulsionanti, addensanti, coloranti, aromi artificiali, oli raffinati, amidi, sale ecc… La maggior parte dei veg burger è fatta proprio così, con una lunga lista di oltre 25 ingredienti di sintesi, per cercare di ambire alla stessa consistenza e sapore della carne vera.
Consumi e rischi associati
Vien da sé che il loro consumo non è per niente salutare come viene fatto credere, anzi. Sono numerosi gli studi che ne evidenziano i danni per la salute, associando il consumo di questi cibi iperprocessati ad un maggior rischio di cancro, malattie cardiovascolari, coronariche, cerebrovascolari, diabete e obesità.
Sulla carne sintetica coltivata in laboratorio è recente un documento dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS/WHO) che espone ben 53 pericoli per la salute. Essendo un cibo nuovo, non ne conosciamo ancora l’impatto sull’organismo, ma secondo gli studiosi potrebbero esserci pericoli particolarmente gravi, come potenziali effetti cancerogeni. Questo a causa dell’utilizzo di fattori di crescita e ormoni nei bioreattori per accelerare la proliferazione cellulare, che rende concreto il pericolo di mutazioni incontrollate. Inoltre, queste molecole bioattive possono interferire col metabolismo, attivando lo sviluppo di tumori.
Insomma, questi prodotti non sono la stessa cosa, ma hanno in comune almeno due caratteristiche: non possono sostituire in nessun modo la carne naturale ed entrambi non sono affatto più sostenibili per l’ambiente. Infatti, nel caso della carne artificiale, gli ultimi calcoli più accurati stimano un impatto ambientale da 10 a 50 volte maggiore degli allevamenti, mentre i prodotti vegetali di finta carne hanno nettamente fallito nel dimostrare la loro presunta maggior sostenibilità tanto conclamata. In una relazione dell’Advertising Standards Authority (ASA) che ha esaminato la questione, si legge che questi prodotti vegetali contengono una combinazione di ingredienti spesso proveniente dall’altra parte del mondo e soggetti a complessi processi di produzione che hanno un impatto ambientale negativo addirittura maggiore di quello della carne tradizionale.
Nonostante i proclami, insomma, carne artificiale e carne vegetale non possono sostituire la carne. Per fortuna, viene da dire.
Susanna Bramante
per Carni Sostenibili - carnisostenibili.it
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