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#LaParolaGusta

Magnakì, quando il sushi milanese diventa di carne

of Garofalo P. A.


Magnakì” è uno dei tre brand con denominatore comune la carne che, insieme a “La Filetteria Italiana” e “Nuda e Cruda”, sono stati ideati da Edoardo Maggiori, CEO della holding Sun Tzu che le gestisce, oggi affiancato dal suo socio e amico Andrea Lupo, CFO del gruppo. Il punto di forza di Magnakì è senza dubbio l’unicità e la distintività del prodotto che propone. Si definiscono “uramakeria di carne” ma, sfogliando il loro menu, si intuisce subito che la proposta è molto più ampia, infatti spazia da tartare, nigiri alla fiamma, temaki, gunkan, sashimi di carne e uramaki ovviamente. Ho incontrato Giorgio Bisi e Fabrizio Frombola, chief marketing officer e chief operation officer del gruppo, per farmi raccontare la loro storia e i progetti futuri.
Ovviamente non c’è miglior modo di raccontarsi iniziando un percorso degustativo della loro proposta. Partiamo così assaggiando un delicato nigiri alla fiamma di zebra, dove il filettino di zebra viene posizionato sul riso e successivamente scottato con la fiamma del cannello-bruciatore e un gunkan Smoke con Black angus affumicato abbinato a pomodorini secchi. L’alternanza di intensità di sapori racchiusa nella verticale di tartare successivamente assaggiata racchiude, secondo me, l’essenza della proposta di Magnakì, un giro del mondo di gusti, attraverso diverse provenienze e tipologie di carni, difficile da trovare da alte parti.
Tartare di manzo, di zebra, di equino e di cervo, abbinate in modo straordinario alle salse di burrata, allo yogurt e curry, al lime o al mirtillo. L’origine milanese del format emerge quando gli uramaki serviti prendono il nome dai quartieri della città, Isola con pollo in tempura, Duomo con tartare di manzo e fiori di zucca e Repubblica con coccodrillo marinato. Quest’ultima una bella novità nella loro proposta che sta riscuotendo un notevole successo sia per la sua originalità, sicuramente, sia per la gradevole esperienza gustativa.
È piacevole parlare con Giorgio e Fabrizio, mi raccontano di come questo format sia nato durante la pandemia nel 2020, quando i ristoranti erano tutti chiusi e serviva un modo per soddisfare le richieste dei clienti con consegne a domicilio di piatti pronti facili da consumare.
La semplicità della carne cruda abbinata alla moda oramai consolidata del sushi diventa l’idea vincente. Le ricette e gli abbinamenti ricercati dagli chef ne fecero poi crescere il successo. Da esigenza del momento a vero e proprio format il passo è stato breve.
Giorgio e Fabrizio sono entrati nell’ultimo anno nella famiglia del gruppo Sun Tzu dopo esperienze molto lontane dal mondo della ristorazione: questo sta ad indicare come le storie di successo spesso necessitino di influenze di altri mondi professionali e diversi punti di vista per potersi evolvere.
Giorgio mi racconta di come abbia sempre lavorato nel mondo del marketing ma nel campo dell’abbigliamento, dei gioielli e della moda. È rimasto fin da subito affascinato nel conoscere il dietro le quinte di un progetto di ristorazione e di come, la ricerca sfrenata della migliore materia prima, la cura nei dettagli nella preparazione e l’importanza della comunicazione non fossero poi così distanti dalle altre esperienze precedenti. Fabrizio invece vanta esperienze pregresse nel campo dello sviluppo immobiliare e si è avvicinato al mondo della ristorazione collaborando anche in progetti di compagnie focalizzate sul mondo Ho.Re.Ca.
Scopro che hanno già da mesi iniziato a centralizzare in un laboratorio, oltre che gli arrivi della merce, anche alcune preparazioni e lavorazioni delle carni, così da standardizzare sempre di più e tenere sempre alta la qualità della proposta in tutti i ristoranti. Segnale questo di una visione già improntata verso ulteriori sviluppi.
Rimane impresso dalle loro parole come sia continua la selezione costante di materia prima di alta qualità, Wagyu australiano, Black angus scozzese, Wagyu giapponese A5, oltre a tutte le carni esotiche e come siano ricercati e studiati gli abbinamenti per far vivere ai loro clienti un’esperienza indimenticabile alla vista, al profumo e al gusto.
Anche questo fa di Magnakì un format senza precedenti, con pochi competitor, altamente replicabile e in grado di raccogliere consensi anche fuori dalla città di Milano. I progetti futuri infatti non mancano, l’espansione dell’insegna Magnakì e anche delle altre della holding fuori dalla città di Milano, verso Torino e Roma, è già iniziata.
La sfida di digitalizzare sempre di più l’esperienza del cliente durante la fase di riordino e di pagamento verrà affrontata con innovazione. L’apertura al franchising e la creazione di nuovi format di ristorazione non mancheranno nelle loro idee, ma una cosa è certa, la carne sarà sempre la prima protagonista.


Paolo Amedeo Garofalo


Nota
Photo ©
williammustafajr.com, ilafood.net

>>Link:
www.magnaki.it



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