Bresaola da spuntino, da passeggio e da cucina gourmet. La novità di Bordoni si chiama Bresaola 2Go ed è una simpatica confezione doypack di 50 grammi con una julienne di bresaola tagliata a listarelle, da mangiare come snack o come merenda oppure da utilizzare in cucina per comporre o completare un primo piatto, un contorno e, perché no, anche un secondo. Lanciata a marzo in GDO, è l’ultima iniziativa commerciale di questa storica azienda dell’alta Valtellina, nata nel 1987 come continuazione di una macelleria di paese, che fu aperta da Pietro Bordoni. I tre figli Dario, Paolo e Gianpiero svilupparono il lavoro del padre e cominciarono ad ampliare la produzione, seppur allora limitata alla vendita in macelleria; che esiste ancora, ed è proprietà di un parente, Giuliano.
Nel ‘96 l’apertura del primo sito industriale a Mazzo di Valtellina e, a seguire, un primo ampliamento della superficie nel 2002 e un secondo — però in altezza — nel 2004. Proprio in quegli anni i Bordoni smisero di lavorare il suino per concentrarsi esclusivamente sulla bresaola. La carne di maiale è stata però reintrodotta nel 2020 per produrre il Fiocco di Valtellina, una quota ancora molto piccola sul totale produttivo.
L’ultimo ampliamento è avvenuto tra il 2017 e il 2019 con un importante investimento sulla tecnologia e l’automazione in tutti i campi: ad esempio, per la movimentazione dei carrelli in stagionatura e nel reparto di salagione, per la linea d’insacco; insomma, tutto automatizzato ma — contrariamente a quanto si potrebbe pensare — senza tagli di personale. Anzi: con l’automazione l’azienda ha avuto bisogno di qualificare, specializzare e ampliare il personale, passando dai 35 dipendenti del 2019 a 62 l’anno scorso. Sempre nel 2020 ha realizzato anche un reparto di affettamento per i preconfezionati.
In generale la razionalizzazione dei processi di lavoro ha sostenuto la crescita a valore, facendo registrare un aumento di fatturato, nel 2019, di 35 milioni di euro e, nel 2022, di 56 milioni di euro.
Di recente, con la cessione di quote dalla famiglia di Paolo, l’azienda è passata interamente alla famiglia del fratello Dario Bordoni, che la gestisce insieme alle giovani figlie Barbara e Giorgia, la prima responsabile della direzione generale, la seconda del personale, della sicurezza e dell’ambiente.
Nel 2022 le bresaole Bordoni sono entrate nel network di imprese “Le Famiglie del Gusto”, una rete di quattro aziende famigliari specializzate su un prodotto: la San Michele per il Prosciutto di Parma, Coati per i cotti, Felsineo per la mortadella e Bordoni per la bresaola. «In questo modo — spiega Barbara Bordoni — riusciamo ad agevolare la clientela con un’offerta che copre i quattro grandi insaccati italiani e possiamo partecipare uniti alle fiere con una proposta altrettanto completa».
La produzione complessiva ammonta a 20.000 bresaole a settimana, diversificata per provenienza e razze animali tra Bresaola della Valtellina Igp, bresaola Storica e bresaola Italiana.
L’Identificazione geografica protetta rappresenta circa il 50% del volume, con pezzature medie di 4,5-6 kg per ottenere un prodotto finito, di forma cilindrica, di 3-3,5 kg.
La Storica è ottenuta da carni francesi: fese di circa 10,5 kg per un prodotto finito di 5-6 kg, a forma di goccia. Infine l’Italiana, da razze nazionali e vari incroci, con un prodotto finito di circa 5,5 kg.
Le bresaole Bordoni sono presenti in Italia, principalmente del Nord, in GDO e nell’Ho.Re.Ca. L’export va forte in Canada, Giappone e nei Paesi arabi: Giordania, Arabia Saudita, Dubai, Libano, ecc…, mercati che sono stati approcciati a partire dal 2012 con l’ottenimento della certificazione Halal e che rappresenta una quota importante delle esportazioni.
Massimiliano Rella
>> Link: www.bresaolabordoni.it
In foto, Bresaola 2Go, la nuova julienne di bresaola firmata Bordoni nel pratico formato doypack, perfetta per essere trasportata ovunque e per lo stile di vita “on the go”. «Il progetto Bresaola 2GO nasce con l’obiettivo di offrire al consumatore un prodotto facile, di uso comune, con la stessa qualità di sempre», commenta Barbara Bordoni.
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