Dell’effervescenza del convegno inaugurale di Slow Wine Fair è rimasta traccia nell’aria, una scia inebriata di soddisfazione, in primis da parte di Antonio Bruzzone, direttore generale di BolognaFiere, che ha sottolineato: «Il successo della seconda edizione di Slow Wine Fair, insieme a Marca, Sana e al Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti che debutterà a novembre, conferma BolognaFiere come il principale polo fieristico per le esposizioni internazionali b2b del settore agroalimentare e come luogo elettivo in cui gli operatori non solo fanno business, ma tracciano le tendenze del mercato. Alla luce dei risultati ottenuti da Slow Wine Fair sia in termini qualitativi che quantitativi, siamo contenti di aver sposato da subito la felice intuizione di Slow Food, dando spazio e voce a un mondo vitivinicolo che guarda al futuro con coscienza e impegno».
Slow Wine Fair tra numeri, novità e impressioni
Per capire com’è andata questa seconda edizione di Slow Wine Fair basta dare un’occhiata veloce ai numeri: quasi raddoppiati i visitatori che, calice alla mano, hanno varcato lo scorso febbraio la soglia di BolognaFiere e partecipato alla tre giorni del vino buono, pulito e giusto. Oltre 10.000 gli ingressi registrati, la metà dei quali operatori del settore. Cresciuto anche il numero delle cantine presenti, 750 in tutto, distribuite su una superficie espositiva raddoppiata per questa edizione. Più di 100 i produttori internazionali, in particolare da Francia, Cina e Macedonia del Nord. Grande interesse per le 9 Masterclass in programma e per gli incontri nella Slow Wine Arena. 4.000 le etichette del banco d’assaggio, tra le quali si sono mossi appassionati, osti, distributori, ristoratori, enotecari, sommelier e buyer.
Tra le principali novità di questa edizione, le aree espositive dedicate alla Fiera dell’Amaro d’Italia, promosso da Amaroteca e ANADI – Associazione Nazionale Amaro d’Italia, e alla selezione di produttori di soluzioni tecnologiche innovative, impianti, attrezzature e servizi connessi alla filiera del vino, i veri “partner” della sostenibilità.
Curiosità, interesse, entusiasmo a quanto pare sono stati avvertiti un po’ da tutti: organizzatori, produttori e distributori. Giancarlo Gariglio, coordinatore della Slow Wine Coalition, ha infatti dichiarato: «I numeri e le impressioni raccolte a caldo in questi giorni confermano che sono state comprese le potenzialità della Slow Wine Coalition, che per rivoluzionare il mondo del vino parte dall’unione delle tre forze principali della filiera: i produttori, con i quali siamo in continuo confronto da anni per far crescere una viticoltura sensibile alla salute e all’ambiente; chi il vino lo commercializza e svolge un ruolo fondamentale per la promozione del territorio e di un consumo consapevole; infine, i consumatori, con i quali è importante costruire momenti di sensibilizzazione ed educazione.
Al centro di tutto c’è la ricerca di un’autentica sostenibilità che qui non è sbandierata, ma si riempie di contenuti e soprattutto di azioni, che nel lavoro quotidiano di queste realtà sono un prerequisito, un punto di partenza e non di arrivo».
Soddisfatti produttori e distributori, anche esteri, contenti per l’atteggiamento di un pubblico attento e interessato a conoscere, approfondire, sempre più sensibile al tema della sostenibilità e del rispetto delle risorse naturali. L’atmosfera vivace l’ho avvertita anche io, non so se per colpa del vino nel bicchiere. Forse è vero che, come ho letto da qualche parte, tanto entusiasmo è dovuto al filtro etico svolto da Slow Food.
Al setaccio ci sono qualità, fattore umano, ambiente. Tutti valori condivisi che fanno ben sperare. Come si dice, chi vivrà vedrà. E berrà, speriamo, sempre meglio. L’importante, ad esempio, sarebbe saper comunicare la qualità del vino made in Italy. Lo ha sottolineato Brunella Saccone, direttrice dell’Ufficio Agroalimentare e Vini di ICE che, nel suo intervento al convegno inaugurale, ha portato l’attenzione al tema dell’etichettatura irlandese. L’adozione di questo sistema, che prevede che entro il 2026 sulle bottiglie di vino e di altri alcolici venduti in Irlanda dovranno essere apposte etichette che avvertano le persone dei rischi legati al consumo di queste bevande, non ci cambierà la vita, sostiene, perché in Italia abbiamo e possiamo puntare sulla qualità, ma dobbiamo promuoverla bene. E ha sottolineato poi il paradosso di un Paese, il nostro, che vanta un livello di export di 8 miliardi di euro ma che è fallace nel comunicare la qualità del proprio prodotto, indicando un punto sul quale è necessario lavorare e investire energie.
L’appuntamento con la prossima edizione di Slow Wine Fair sarà dal 25 al 27 febbraio 2024. Sono già curiosa di rimettere piede in fiera e il naso nel bicchiere.
Federica Cornia
>> Link: slowinefair.slowfood.it
To subscribe to a Magazine or buy a copy of a Yearbook
From traditional advertising to digital tools such as Newsletter and Direct Email Marketing. Let's build together the most effective communication strategy for your growth.
Find outFrom traditional advertising to digital tools such as Newsletter and Direct Email Marketing. Let's build together the most effective communication strategy for your growth.
Find out