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Panini to go

Toast a tutto pasto: di fretta ma con gusto

of Fieni G.


È il pasto perfetto per quando ho fretta. Due fette di pane in cassetta (o pancarré), prosciutto, formaggio, fornetto apposito (2 minuti per lato, eventualmente avvolto nella carta stagnola, se contiene ingredienti che sgocciolano, ma in tal caso ci vorrà più tempo perché sia cotto e il pane non sarà molto croccante) ed è pronto per essere addentato. Quasi nessuno lo ammette, ma scommetto che siete in tanti a farlo, proprio come me.
Diana Henry lo ha definito “piacere privato” e “cibo emozionale” e penso abbia ragione. È molto difficile trovarlo anche solo durante un aperitivo o fra le scelte di un buffet… forse perché sembra troppo semplice. Emozionale invece mi fa pensare al fatto che fra i nostri primi ricordi ci può essere una mamma o una nonna amorevole che ce lo porgeva, ben caldo (magari anche bruciacchiato).
Un toast salva ogni pasto della giornata (colazione, pranzo, cena, merenda) e può essere sia dolce che salato. Perché fra quelle due fette tostate (da cui il nome) ci possono stare sia burro e confettura sia caviale, foie gras, salmone… anche gli avanzi del frigorifero!
Tra le versioni dolci (in Italia sicuramente meno comuni) troviamo il French toast: il pane è immerso nelle uova sbattute col latte, fritto nel burro e completato con sciroppo, miele o creme, o, in modo classico, con banana e cioccolato, oppure con fragole e panna.
Tra le versioni salate, iniziamo da quelle che distano poco dal tradizionale toast. Come formaggio di solito si usa la sottiletta, ma si può optare per una variante altrettanto facile a sciogliersi, come fontina, groviera o cheddar. Quanto al salume, meglio comprarlo di alta qualità (non mi stancherò mai di dire quanto faccia la differenza optare per questa scelta, in tutte le ricette).
Il pane può anche essere rustico. Per impreziosire questa versione, consiglio i classici Croque Monsieur e Croque Madame: entrambi sono arricchiti con besciamella, coperti di groviera e cotti in forno, ma il Madame ha anche l’uovo. Ne esistono anche altre varianti, ovviamente, tutte da provare.
Continuiamo col salato casalingo. Ho letto di toast con funghi, pomodori secchi e crema di pecorino. Con cipolle caramellate, scamorza e cicoria. Con zucca, noci e gorgonzola (o con zucca e guanciale). Con salame e provola affumicata. Con culatello e carciofi. Con zucchine, frittata e caciocavallo. Con stracchino e piselli. Con polpettone e salsa di gorgonzola.
E terminiamo col salato gourmet. Niko Romito ha approvato la versione pan brioche, prosciutto cotto (preparato artigianalmente con capocollo ed erbe aromatiche) e caciocavallo. Quello di Walter Pedrazzi è pane tostato, raspadura, porcini, prezzemolo, yogurt. Moreno Cedroni prepara Toast al salmone affumicato, provola e zucchine. Jamie Oliver usa pane bianco imburrato, Cheddar (o Leicester o un mix tra i due) e peperoncino di Caienna e, seguendo un procedimento ben preciso, lo cuoce in padella («questo è importante, perché se si abbrustolisce troppo e troppo in fretta non avrete quell’irresistibile cuore di formaggio fuso, dentro»). Benedetta Parodi chiama Toast di Alvaro (dal nome del gestore di un bar che frequentava) pane da tramezzini farcito con roastbeef, lattuga e pomodoro (e dice che era talmente buono che difficilmente si riusciva a mangiarne uno solo). Joshua Skenes nel 2010 offre una versione di Toast con riccio di mare (con salsa di pane all’alga kelp e saison sauce) che a San Francisco diventa celeberrima.
Questi sono ovviamente solo alcuni esempi. Nei ricettari i toast appaiono sempre più spesso, anche in versione vegana e vegetariana, e la cucina di casa è piena di ingredienti che possiamo combinare per trovare la nostra versione preferita, quella che ci rappresenta. Perché è vero che andiamo di fretta, ma possiamo raccontare molto di noi stessi anche preparando un semplice piatto come questo.



Giorgia Fieni



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