Marano Lagunare è un antico borgo di pescatori in provincia di Udine, ad una trentina di chilometri da Trieste e altrettanti dalle spiagge di Lignano Sabbiadoro: un borgo tranquillo, raccolto intorno ad una torre millenaria, con un centro medievale d’impronta veneziana e una strada centrale, via Sinodo, su cui intersecano a spina di pesce le strette calli. Ma, più che per l’appeal turistico, che non guasta mai, Marano ha una storia importante nel comparto della pesca, un’attività tradizionale e un’economia che affondano le radici in tempi lontani, adattate anche nella tecnica all’ambiente eccezionale della laguna di Marano, chiusa questa tra la punta litoranea di Lignano Sabbiadoro e la laguna di Grado.
In questo borgo friulano che si presenta come “Comunità di parlata veneta” — così anticipa orgogliosamente la segnaletica stradale — su una popolazione di 1.900 abitanti ben 250 persone vivono di pesca e attività connesse, un numero che, seppur ristretto rispetto al passato, indica una certa resilienza e resistenza allo spopolamento dei piccoli centri, nonostante la crisi del settore che, pure qui, ha colpito duro. A Marano fino al 2008 c’erano gli impianti dell’azienda di tonno in scatola Maruzzella, oggi un edificio abbandonato che andrebbe recuperato almeno ad altri usi in un’ottica d’archeologia industriale (“ma servirebbero soldi, tanti soldi”, questa l’opinione corrente).
Zona ricca di fasolari, di murici spinosi, allevamenti di vongole, cuori di laguna (un “vongolone” locale), capesante, canestrelli, anguille e altre bontà del regno ittico, Marano è ormai meta interessante per il pescaturismo e la presenza di tre Riserve lagunari, un complesso e delicato ambiente da preservare con cura e che consente attività di Straordinario territorio tra il mare e la terraferma, la laguna di Marano rappresenta, con quella di Grado, il comprensorio lagunare più settentrionale dell’Adriatico.
Un bacino d’acqua salmastra formatosi negli ultimi millenni in seguito al lento ma continuo innalzamento del livello del mare e ai depositi terrigeni fluviali.
svago ed esperienze a contatto con l’acqua, dai semplici giri in barca al più avventuroso Boat&Bike. Insomma, la vacanza alternativa con aperitivi a bordo, escursioni “anfibie” e pescaturismo, come propongono ad esempio il pescatore Robi Zentilin e la moglie Joy sulla loro imbarcazione Alice II.
Fin dall’epoca romana l’area di Marano è caratterizzata dalla presenza di fruttuose valli da pesca, grandi “vasche” a cielo aperto chiuse da argini di terra, attività tradizionale oggi a rischio abbandono, poiché non competitiva, ma molto fiorente durante la Repubblica della Serenissima. A ridosso del paese ricadono tre Riserve naturali: la Riserva di Valle Canal Novo, in una ex valle da pesca, la Riserva Valli Grottarie Vulcan (non visitabile) e la più grande Riserva Foce dello Stella, un fiume di risorgiva che sbuca in laguna, visitabile solo in barca, un ambiente di acque salmastre, canne e vegetazione alofila, composta da piante tipiche delle acque salate come la salicornia e i fiori di barena (Limonium Sp.). Complessivamente parliamo di una superficie di 120 ettari, 30 dei quali in ex valli da pesca, altri 70 bonificati nel ‘54 ma utilizzati a fini agricoli su cui oggi c’è un progetto comunale di ri-naturalizzazione.
Fra le tre la Riserva Foce dello Stella è la più importante per la biodiversità e il ricco e curioso “abitato” di casoni tipici dei pescatori, in legno e paglia, situati su isolotti e barene, come sono chiamate le terre emerse di laguna. Invece la Riserva Valle Canal Novo opera come punto accoglienza e offre spazi didattici, acquario lagunare, casone-osservatorio per il bird watching, bar e trattoria: si visita liberamente in un’oretta e mezza, camminando su passerelle di legno sospese sull’acqua.
Terra e mare, dolce e salato, sapido e salmastro: sensazioni che ritroviamo anche nella cucina della tradizione maranese, dal fritto misto di laguna (gamberetti, latterini, sogliolette, ecc…) al Boreto — uno spezzatino di mare con vari pesci —fino alla meticolosa e lunga cottura dell’anguilla allo spiedo, una specialità che è sempre meglio prenotare. Per non mancare il colpo.
Insomma, benvenuti a Marano Lagunare. Il paese dove nasce e opera FriulPesca, l’azienda ittica più importante del Friuli Venezia Giulia. Il paese dove un vivace Mercato Ittico rifornisce negozianti e ristoratori con un’asta del pesce giornaliera. Il paese dove un importante centro di raccolta e confezionamento smista fasolari e altri frutti di mare verso gli impianti logistici di Chioggia (VE), da cui viaggiano in tutta Italia. O, forse, più che il paese, il piccolo borgo marinaro da scoprire e da gustare, il piccolo borgo che vive e sopravvive di pesca e di turismo, a suo modo un piccolo mondo.
Massimiliano Rella
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