Sebbene alcuni aspetti della riproduzione del più affascinante predatore marino, lo squalo bianco (Carcharodon carcharias), restino ancora ignoti, nel corso degli anni le ricerche su questa specie hanno permesso di portare alla luce una notevole quantità di informazioni. Passiamole in rassegna in sintesi.
Nel maschio dello squalo bianco i testicoli sono posti nella parte anteriore della cavità corporea, dorsalmente al fegato. Nei maschi immaturi i testicoli sono una massa incospicua, mentre negli esemplari maturi sono grandi ed allungati. Gli spermatozoi vengono prodotti nei tubuli seminiferi all’interno dei testicoli e convogliati attraverso i dotti efferenti in due epididimi dalla forma contorta posti lungo la colonna vertebrale su entrambi i lati dell’aorta dorsale. Posteriormente l’epididimo passa nel dotto deferente.
Lo sperma è racchiuso in pacchetti protettivi detti spermatofore, contenenti un elevatissimo numero di spermatozoi. La funzione delle spermatofore è di proteggere lo sperma e di prevenirne la perdita per dispersione nell’acqua durante l’accoppiamento. Il dotto deferente è sede di immagazzinamento delle spermatofore.
Nei maschi sessualmente immaturi i dotti deferenti sono due tubi dritti sulla superficie ventrale dei reni; nei maschi maturi la parte anteriore dei dotti deferenti è assai contorta, mentre la parte posteriore è dritta e si amplia per formare le vescicole seminali. L’estremità posteriore delle vescicole seminali forma le sacche spermatiche e le due sacche spermatiche si uniscono posteriormente per formare il seno urogenitale, una cavità racchiusa da una struttura conica, la papilla urogenitale, che si apre nella cloaca.
Lo squalo bianco maschio è dotato di due pterigopodi, organi copulatori tubiformi che si originano dal margine mediale delle pinne pelviche. La presenza o assenza degli pterigopodi permette l’immediato riconoscimento del sesso di uno squalo bianco. Solitamente gli pterigopodi sono visibili anche quando si osserva lo squalo da un’imbarcazione, specialmente nel caso di maschi adulti, nei quali gli pterigopodi, lunghi e rigidi, risultano specialmente visibili nel momento in cui lo squalo flette il corpo per cambiare direzione.
Il miglior indicatore della maturità sessuale maschile è ottenibile dall’esame degli pterigopodi, osservandone la robustezza, il grado di calcificazione e la presenza di uno sperone retrattile. Durante l’accoppiamento uno degli pterigopodi viene girato in avanti e inserito nella cloaca della femmina. Le spermatofore sono spinte dalla cloaca del maschio attraverso gli pterigopodi e fuori da questi dentro alla femmina per mezzo di una corrente d’acqua prodotta per contrazione di organi detti sacchi sifone.
Nelle femmine di squalo bianco l’ovaia destra è solitamente ben sviluppata, mentre l’ovaia sinistra è vestigiale. L’ovaia è visibile all’estremità anteriore della cavità corporea dorsalmente al fegato.
Nelle femmine sessualmente immature l’ovaia è piccola e liscia, mentre nelle femmine mature è grande e presenta delle protuberanze arrotondate costituite dalle uova in via di sviluppo. Ogni uovo è circondato da uno strato di cellule nutritive detto follicolo. Quando un uovo è maturo, viene rilasciato nel celoma per rottura del follicolo e passa attraverso l’ostio, l’apertura dell’ovidotto. L’ostio si biforca negli ovidotti destro e sinistro.
La ghiandola nidamentale è un’espansione della parte anteriore di ogni ovidotto, che secerne una membrana che riveste le uova nel momento in cui attraversano l’ovidotto. Essa rappresenta anche il sito di immagazzinamento dello sperma e della fecondazione. Si ipotizza che la femmina di squalo bianco non sia in grado di immagazzinare lo sperma per lunghi periodi come osservato in altre specie di squali. L’estremità posteriore di ogni ovidotto si allarga a formare l’utero, dove gli embrioni si sviluppano. I due uteri si uniscono posteriormente a formare la vagina, che si apre nella cloaca.
I migliori indicatori della maturità sessuale femminile sono la presenza di uova ben sviluppate ricche di vitello nell’ovaia, l’ingrossamento dell’ovidotto e il suo distaccamento dalla parete corporea. Le femmine che hanno già avuto una gravidanza presentano l’ovidotto ingrossato, con la ghiandola nidamentale ingrossata e gli uteri ben sviluppati.
Gli squali hanno sviluppato una strategia riproduttiva diversa rispetto ai pesci ossei, in quanto producono i loro piccoli in numero relativamente basso per figliata, praticamente morfologicamente identici all’adulto e completamente indipendenti sin dalla nascita.
Gli squali bianchi appena nati possono quindi procacciarsi il cibo senza che vi sia alcun tipo di cura parentale.
L’età massima dello squalo bianco è stata stimata pari a 73 anni. Lo squalo bianco maschio raggiunge la maturità sessuale a un età di 9-10 anni, quando misura da 350 a 410 cm di lunghezza. La femmina raggiunge la maturità sessuale a un età di 12-14 anni, quando misura tra 400 e 500 cm di lunghezza. Le femmine raggiungono quindi la maturità sessuale a dimensioni ed età maggiori rispetto ai maschi. Talora le femmine in età riproduttiva possono presentare una corporatura incredibilmente massiccia, con una circonferenza del tronco eccezionalmente ampia.
L’accoppiamento si verifica in primavera-estate. A volte uno squalo bianco maschio è stato osservato seguire da vicino una femmina per alcuni secondi o per alcuni minuti, talora premendo il muso sulla regione ventrale della femmina. Forse con questo comportamento il maschio testa se la femmina voglia accoppiarsi o se la sua produzione di feromoni indichi se sia fertile. L’accoppiamento di due squali bianchi è stato osservato una sola volta, in Nuova Zelanda. Il maschio inizia il corteggiamento avvicinandosi alla femmina e afferrandola con i denti. Sono questi i cosiddetti morsi d’amore che danno luogo alle cicatrici d’accoppiamento, che sono spesso visibili sulla testa, i fianchi, il ventre, le fessure branchiali, il dorso e le pinne. Solitamente i morsi d’amore sono leggeri e incompleti e non causano ferite permanenti o comunque danni effettivi. Quindi il maschio inserisce uno pterigopodio nella cloaca della femmina.
Gli squali stanno uno sotto l’altro, girandosi di tanto in tanto ventre contro ventre. L’accoppiamento dura circa 40 minuti.
Lo squalo bianco presenta viviparità aplacentale: gli embrioni completano il loro sviluppo nell’utero traendo il nutrimento dal loro sacco vitellino. Si osserva inoltre oofagia: gli embrioni traggono nutrimento addizionale alimentandosi di uova non fecondate prodotte dalla madre.
Si stima che la durata della gestazione sia di circa un anno. Il parto avviene in primavera ed estate nelle aree temperate di entrambi gli emisferi. Le figliate possono essere composte da 2 a 17 piccoli. Alla nascita i piccoli misurano tra 81 e 151 cm. Alla nascita i piccoli presentano una cicatrice “ombelicale” fresca.
Gli squali bianchi hanno delle aree di nursery, dove le femmine si recano a partorire e dove i piccoli rimangono durante la prima fase della loro vita. In queste aree è quindi assai più comune osservare esemplari giovanissimi di squalo bianco, cosa che è assai rara altrove.
Le aree di nursery per questa specie sono state individuate in diverse regioni del mondo, in particolare in California Meridionale, Bassa California e Mare di Cortez, Golfo Medio-Atlantico (dal Massachusetts alla North Carolina), Canale di Sicilia (tra la Sicilia e la Tunisia), Sudafrica Orientale (da Mossel Bay al KwaZulu-Natal), Australia Meridionale, Nuova Zelanda e Giappone.
Considerata la diminuzione massiccia della specie che si è osservata nella maggior parte del suo areale di distribuzione negli ultimi decenni, è assolutamente necessario che tutte le aree di nursery siano oggetto di un’attenta gestione e di una effettiva protezione. Una pressione di pesca anche modesta all’interno di una di queste aree ha inevitabilmente effetti disastrosi per la popolazione locale e per l’intera specie.
Alessandro De Maddalena
In foto, una femmina di squalo bianco di 5,4 metri, apparentemente gravida, recante numerose cicatrici d’accoppiamento, osservata alle Isole Neptune, alla bocca del Golfo di Spencer, in Australia (photo © Alessandro De Maddalena)
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