Le preoccupazioni della società riguardo al cibo, al modo in cui viene prodotto, distribuito e, in generale, alla sua sicurezza, si evolvono nel tempo: i cambiamenti nei sistemi alimentari, la diffusione di nuovi alimenti ed abitudini di consumo e una maggiore sensibilità per l’ambiente e il benessere animale modulano la percezione dei rischi alimentari e le modalità con cui il consumatore sceglie e si approccia al cibo. Per comprendere quali siano oggi le percezioni e gli atteggiamenti degli europei nei confronti della sicurezza alimentare, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha realizzato una nuova edizione, la quarta, dell’Eurobarometro – Speciale sicurezza alimentare.
La sicurezza alimentare in Europa
Basata su interviste a 27.000 consumatori in tutta l’Unione Europea, l’indagine dà un quadro in evoluzione del modo in cui gli Europei scelgono gli alimenti, della loro consapevolezza, delle loro preoccupazioni in materia di sicurezza alimentare e dei soggetti in cui ripongono la loro fiducia. I risultati mostrano come il costo degli alimenti (54%) sia attualmente il principale fattore che influenza gli acquisti, seguito dal sapore (51%). Quasi la metà dei cittadini dell’UE considera importante anche la sicurezza alimentare (46%) e 4 persone su 10 (41%) danno per scontato che gli alimenti acquistati siano sicuri. Impatto ambientale e motivazioni etiche hanno invece un peso minore (rispettivamente 16% e 15%).
L’indagine evidenzia che:
oltre un terzo degli Europei ha un livello di consapevolezza molto alto (21%) o alto (17%) sui temi della sicurezza alimentare, cioè ha sentito parlare di 10 o più dei 15 argomenti oggetto dell’indagine. In maggior percentuale hanno sentito parlare di additivi negli alimenti o nelle bevande (70%), residui di pesticidi negli alimenti (65%), residui di antibiotici, ormoni o steroidi nella carne (63%) o malattie degli animali (60%);
in testa alla lista delle preoccupazioni degli Europei legate alla sicurezza alimentare stanno i residui di pesticidi negli alimenti (40%) e i residui di antibiotici, ormoni o steroidi nella carne (39%). Un numero minore di persone teme le malattie delle piante (11%), l’uso delle nuove biotecnologie nella produzione alimentare (8%) e le nanotecnologie applicate ad essa (5%);
circa 6 persone su 10 (61%) indicano la televisione, via etere o via internet, come una delle principali fonti di informazione sui rischi alimentari, seguita da famiglia, amici, vicini o colleghi (44%) e motori di ricerca Internet (37%), con rilevanti differenze tra le generazioni;
più di 8 intervistati su 10 si fidano di medici (89%), scienziati universitari finanziati da enti pubblici (82%) e organizzazioni di consumatori (82%) per le informazioni sui rischi alimentari;
solo una minoranza di Europei non cambierebbe il proprio comportamento in caso di allarme alimentare (21%). Le ragioni principali che vengono da essi addotte includono il fatto di preparare già gli alimenti nel modo raccomandato (45%) e la convinzione che tutti gli alimenti comportino qualche rischio e che sia impossibile evitarli tutti (25%).
La sicurezza alimentare in Italia
In riferimento al contesto specifico italiano, l’origine dei prodotti e la sicurezza degli alimenti sono, alla pari (59%), i fattori che guidano le scelte di consumo degli alimenti; seguono il sapore (46%) e il costo (40%), a pari merito con i valori nutrizionali (40%), evidenziando quindi una maggiore sensibilità degli Italiani nello scegliere alimenti sicuri, non rischiosi per la salute. Il 75% degli Italiani si dichiara infatti personalmente interessato alla sicurezza alimentare rispetto al 70% della media UE.
Tra i rischi alimentari, gli Italiani hanno sentito maggiormente parlare di residui di antibiotici, ormoni o steroidi nella carne (57%), e di additivi come coloranti, conservanti o aromi utilizzati negli alimenti e nelle bevande (54%), seguiti dalla preoccupazione per le malattie zoonotiche (36%, +8% rispetto all’indagine precedente). In forte aumento anche la preoccupazione per i residui di antiparassitari negli alimenti (31%, pari al 6%). Minore invece è risultata l’attenzione per la presenza di microplastiche negli alimenti (16%) e il benessere degli animali in allevamento (11%).
Comunicare i rischi alimentari
Questa fotografia delle opinioni dei cittadini europei arriva nel momento in cui il sistema di sicurezza alimentare dell’UE, l’EFSA e le agenzie per la sicurezza alimentare di numerosi Stati Membri compiono 20 anni. Queste strutture vennero istituite nel 2002 per conferire alla sicurezza alimentare in Europa una base scientifica più solida, adottare regole armonizzate e promuovere la cooperazione in tutto il continente.
L’Eurobarometro speciale sulla sicurezza alimentare è uno degli strumenti che rende possibile “un’unica sicurezza alimentare” anche a livello di comunicazione del rischio: gestori e comunicatori del rischio possono utilizzarne i dati per una pianificazione strategica di lungo termine, e rispondere in modo efficace e puntuali alle reali preoccupazioni e necessità informative della popolazione, salvaguardando le prospettive e le peculiarità territoriali.
Fonti
Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), www.izsvenezie.it
EFSA, www.efsa.europa.eu, 2022 Eurobarometer on Food Safety in the EU, www.efsa.europa.eu/it/corporate/pub/eurobarometer22
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