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Fuoricampo

Gustavo Raffi, new Master of the Grande Oriente d'Italia

of Murzi M.

A Roma, nel vasto salone al sottosuolo dell’hotel Cavalieri Hilton, dopo un lungo giorno di libere e democratiche votazioni, il nome di Gustavo Raffi è risuonato alto, quale eletto Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia; dopo aver superato l’unico concorrente rimasto in gara, il viareggino Orazio Catarsini, ex presidente della facoltà di Veterinaria all’Università di Messina. Gustavo Raffi, che resterà per 5 anni sul Gianicolo, a Villa Medici del Vascello, a governare la Fratellanza più numerosa del nostro Paese, è un romagnolo nativo di Bagnacavallo, ha 55 anni e svolge la libera professione di avvocato civilista, specializzato in diritto commerciale e marittimo, a Ravenna. Cultore delle tradizioni mazziniane e garibaldine, è fedele ai principi etici e filosofici che ispirarono gli uomini del Risorgimento nella costruzione di un’Italia unita e indipendente. Di eloquenza chiara ed efficace, non distaccata dal concreto e dal reale, di rare doti d’umanità, certamente guiderà con energia e fermezza una Famiglia operante in trasparente silenzio a favore dei valori che rendono possibile il comune progresso degli uomini. Al Raffi cede il timone Virgilio Gaito, avvocato romano di 70 anni, che nel dicembre 1993 prese il "comando" di una barca in cattive acque, colpita da avversità interne ed esterne: alcuni scandali provocati da massoni irregolari, non riconosciuti e deviati; l’inchiesta del procuratore di Locri Agostino Cordova su ipotetici legami tra massoneria e mafia; la scissione attuata da Giuliano Di Bernardo, allora Gran Maestro in carica, che in preda a follia e superbia, irresponsabilmente fece dichiarazioni ben lontane dalla saggezza e prudenza di un vero massone. Gaito ha dovuto lavorare duramente per ristabilire ordine e prestigio. La sua azione è stata premiata e, anche nel mondo, le Fratellanze straniere nutrono rinnovata fiducia nei massoni italiani del Grande Oriente. Eccosì il Gran Maestro uscente ha potuto far sue le parole di Dante, "... E quindi uscimmo a riveder le stelle". In Italia, unico Paese d’Occidente, i massoni sono in qualche modo perseguitati e stranamente circondati da diffidenze e sospetti. Per cocciuta malafede e per ignoranza fomentata a bella posta, alcune istituzioni, che mal sopportano la concorrenza, per altro inesistente, di aggregazioni libere da dogmi e imposizioni, rendono difficile la vita dei massoni italiani. Al nuovo Gran Maestro il compito di ridare agli affiliati la serenità e la sicurezza necessarie per acquisire sempre più una dimensione squisitamente interiore. Riprendiamo le sue dichiarazioni: "Bisogna riappropriarsi con orgoglio della nostra identità di massoni. Affinare la ricerca esoterica ed etico-culturale. Prestare attenzione al benessere, alla cura, al conforto spirituale e concreto dei Fratelli". E quel "benessere" non è assolutamente inteso in senso materiale o, peggio, come risultato di "lobbismo". "Vi sono due modi", ha continuato il Raffi, "di rispondere a certe accuse di lobbismo, appunto. Rendere più visibili i contenuti delle nostre elaborazioni culturali, filosofiche, esoteriche. Oggi abbiamo un sito in Internet e una rivista in vendita nelle edicole. Tanto più saremo trasparenti, tanto più avremo diritto alla "riservatezza". E questa non dev’essere confusa con la "segretezza", di cui non abbiamo più bisogno. Dobbiamo inoltre intensificare la vigilanza interna. Così la massoneria, esistente da tempi immemorabili, benché apparsa come organizzazione moderna a Londra nel 1717, tornerà ad essere una punta avanzata nella società, così come lo è stata in passato, in particolare nel Settecento e nell’Ottocento".

Al nuovo Gran Maestro, dunque, auguri fervidi di Buon Lavoro.



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