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Fibre in the meat calf’s diet

of Muratori V.

Il rapido incedere delle normative europee sul benessere animale ha profondamente influito sull’innovazione delle tecniche d’allevamento e delle strutture produttive di tutti i comparti della zootecnia italiana.

In questo quadro un salto in avanti di notevole portata è stato compiuto dall’intero settore del vitello da carne, che nel giro di pochi anni ha dovuto rivedere completamente i criteri di costruzione delle stalle ed è passato da una alimentazione degli animali imperniata esclusivamente su mangimi a base di polvere di latte magro a nuovi schemi alimentari nei quali a fianco dell’utilizzo del siero di latte in polvere è comparsa una alimentazione solida con fibre vegetali.

Nel rispetto delle indicazioni legislative e delle nuove acquisizioni scientifiche, Zoogamma, società leader nel settore mangimistico per i vitelli da carne, ha da tempo avviato alcune stalle sperimentali nelle quali vengono effettuati rigorosi test e prove d’allevamento che forniscono al personale tecnico della società tutte quelle informazioni che poi vengono riversate sui clienti per limitare al massimo quei problemi che possono manifestarsi laddove le nuove tecniche non sono applicate correttamente.

Nell’ambito di quest’attività fu avviata la sperimentazione con alimenti a base fibrosa i cui esiti incoraggianti portarono la società ad aprire poco meno di due anni fa a Calvisano, un centro ubicato nella fertile e produttiva Bassa bresciana, il primo e finora unico impianto sul territorio nazionale per la produzione di un mangime complementare per vitelli da carne a base principalmente di insilato di mais.

Fu così che nacque Fibravit, un prodotto che, come detto, è costituito prevalentemente da insilato di mais ottenuto dalla pianta intera raccolta a maturazione latteo-cerosa (32-34% di sostanza secca), con un taglio a circa 60 cm. dal suolo per evitare per quanto possibile contaminazioni di terra ed altro. La cura della materia prima è un elemento importante per avere una buona qualità di base dell’insilato che viene perseguita addirittura prima della semina delle partite contrattate. Zoogamma infatti chiede ai propri fornitori l’impegno a seminare ibridi non ogm e fornisce precise indicazioni tecniche, per esempio per limitare l’impiego di liquame, che contiene ferro, in fertirrigazione. L’ottima qualità dell’insilato dipende anche dalla rapida compressione cui viene sottoposto nei silos orizzontali ubicati presso l’impianto di lavorazione e dalla accurata tecnologia impiegata per la conservazione della massa foraggera. Una volta desilato al prodotto vengono poi aggiunti orzo schiacciato e sciroppo di glucosio, in modo da migliorarne ulteriormente la palatabilità e il valore nutritivo: questo alimento si distingue infatti per l’alto contenuto di carboidrati, cellulose ed emicellulose e la limitata quantità di lignina.

La particolare tecnologia utilizzata nella disidratazione dell’insilato migliora la digeribilità di alcuni componenti come l’amido e, inoltre, permette di conservare meglio il prodotto senza aumentare il ferro contenuto naturalmente nella pianta.

In definitiva la presenza nel mangime del 17% circa di una fibra lunga e quasi totalmente digeribile, che stimola e sviluppa la flora microbica del rumine, induce nelle varie fasi di allevamento del vitello una serie di benefici effetti: in primo luogo favorisce lo sviluppo del rumine che può, quindi, "fabbricare" le proteine che fanno aumentare la massa corporea, e poi permette una generale diminuzione delle patologie con un miglioramento dell’indice di conversione degli alimenti.

Cambiano le tecniche d’allevamento

L’entrata negli schemi alimentari dei vitelli da carne dell’alimento fibroso consente di utilizzare una quota parte maggiore dei cosiddetti "latti senza latte", cioè di quei mangimi a base di siero di latte in polvere e non di latte magro in polvere.

L’impiego combinato degli alimenti fibrosi e dei latti senza latte, oltre che migliorare le performances, permette un significativo abbattimento dei costi di produzione, ragioni queste che hanno spinto gli allevatori olandesi ad adottare rapidamente e in modo massiccio i nuovi sistemi alimentari.

Basti pensare che attualmente il latte magro in polvere, il cui costo è in continua crescita per la sempre minore disponibilità di scorte a livello comunitario, è presente in media nella dieta totale di un vitello allevato in Olanda per il 13-16%, mentre tale quota sale a circa il 35 -38% per lo stesso vitello allevato in Italia.

Non esistono controindicazioni all’utilizzo di questi nuovi schemi alimentari nemmeno sotto il profilo del colore e della qualità delle carni prodotte, perché test ripetuti hanno dimostrato che il cambio di alimentazione non da origine a modificazioni apprezzabili.

Anzi, il fatto che tendenzialmente il ciclo d’allevamento si allunghi di 7-10 giorni può rappresentare un vantaggio per l’allevatore, dato che si possono sfruttare meglio e più a lungo le potenzialità del rumine, che può elaborare una maggiore quantità di proteine, cioè, in sostanza, far sì che l’animale produca più carne.

Fibra ed energia

Proprio per venire incontro alle esigenze degli animali nell’ultimo periodo d’allevamento, Zoogamma ha messo a punto Fibravit Plus, un alimento a base fibrosa con una componente energetica maggiore dovuta alla presenza di una più alta frazione lipidica che consente di migliorare le performances produttive dei vitelli nelle ultime 4-6 settimane del ciclo d’allevamento. Viene così favorito un corretto sviluppo delle attività fermentative del rumine, migliorando parallelamente il benessere degli animali e i risultati produttivi.

In conclusione, quindi, si può dire che la crescente attenzione verso il benessere degli animali in condizioni d’allevamento intensivo ha favorito una veloce evoluzione delle tecniche che si erano consolidate in decenni di attività zootecnica modernamente intesa.

Le nuove acquisizioni scientifiche hanno trovato una applicazione obbligatoria, in particolare per quanto riguarda la somministrazione ai vitelli di una certa quota di alimento fibroso già dal 1° gennaio 1998 e, seppur con qualche ritardo, anche il nostro Paese sta ora avviandosi su questa strada, per molti aspetti la sola che può consentire oggi di produrre un vitello a costi competitivi e di dare al consumatore una carne in linea con le richieste salutistiche, dietetiche e di qualità che da tempo ha formulato.

Velello Muratori



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