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Sapori mediterranei

Pallott cace e ove tra Abruzzo e Molise

di Manicardi N.


Se le contendono Abruzzo e Molise rivendicandone l’origine, ma non c’è motivo di farsi la guerra (gastronomica) perché questo squisito prodotto della tradizione è ugualmente presente e buono sia da una parte che dall’altra di quel confine che oggi divide nettamente le due regioni ma che fino al 1963 neppure esisteva. Fino al 27 dicembre 1963, infatti, esisteva l’Abruzzo-Molise, unica regione. Poi, con l’articolo 1 della legge costituzionale n. 3 di quell’anno, venne modificato l’articolo 131 della Costituzione italiana, elencando Abruzzi e Molise come due regioni distinte e costituendo in tal modo, nella storia della Repubblica Italiana, il primo e unico caso di formazione di due nuove regioni per distacco da una unica. Nel 1970, infine, quando entrarono in funzione tutte le regioni a statuto ordinario, gli Abruzzi furono ufficialmente denominati al singolare: Abruzzo.
Le pallott cace e ove, le pallotte cacio e uova, sono un piatto della cucina povera di tutte e due queste terre, sia l’Abruzzo che il Molise, e le rappresentano entrambe anche perché, tolte alcune differenze locali, assai simili erano un tempo l’economia e la cultura popolare dei loro abitanti.
Stiamo parlando di terre caratterizzate da una vocazione contadina e pastorale che risale ai tempi più remoti. Le nostre pallotte, infatti, sono preparate con ciò che era più a portata di mano in tutte le famiglie dedite a questi tipi di lavoro: pane raffermo, uova e formaggio pecorino (oggi vengono proposte anche in molti ristoranti e agriturismi del territorio). E così, al cibo avanzato, che non poteva certamente andare sprecato, si aggiungeva qualche altro semplice ingrediente e si combinava un piatto gustoso capace di accontentare tutti.
Nel caso delle pallotte il cibo avanzato era costituito per l’appunto dal pane raffermo, che veniva insaporito e profumato con un po’ di formaggio, uova e odori (per lo più aglio, prezzemolo, cipolla e noce moscata, però si possono anche omettere). Con questo impasto si formavano poi polpette di media grandezza. Si preparano in questo modo da tempo immemorabile, ma anche in queste zone alla fine ha prevalso la modernità col suo desiderio di innovazione e una relativa maggior ricchezza economica che hanno fatto sì che si introducesse un nuovo ingrediente, la salsa di pomodoro, che le completa e ne ingentilisce il gusto rendendole più delicate, benché continuino lo stesso a mantenere la loro tipica rusticità. Sono perfette come antipasto nei giorni di festa, soprattutto nel periodo pasquale, anche per la simbologia data dall’uovo e dalla forma ad uovo ma, essendo piuttosto caloriche e nutrienti, possono costituire pure un ottimo secondo piatto.
La particolarità che le rende davvero golose è che vengono prima fritte e poi ripassate ad insaporirsi nel sugo di pomodoro. Quest’ultimo, a fuoco morbido e di consistente densità, le rende davvero succulente. Una tira l’altra! Ma se volete renderle più leggere fatele cuocere direttamente nel sugo senza friggerle, coprendole con il coperchio e lasciando bollire, a fuoco lento, per una ventina di minuti. Togliete il coperchio solo quando porterete in tavola il tegame per evitare che si sfaldino.


Nunzia Manicardi


In foto le pallott cace e ove sono un piatto povero tradizionale, ma decisamente nutriente e sostanzioso (photo © www.cookist.it).



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