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Acquacoltura nel mondo

Acquacoltura: opportunità in Tanzania

di Negroni G.


Benvenuti in Tanzania, uno degli stati costieri che si affacciano sull’Oceano Indiano occidentale, situato nella parte orientale dell’Africa e dotato di risorse idriche naturali che vanno dalle acque interne a quelle marine. Riportiamo qualche informazione tratta dal Dipartimento FAO Fisheries and Aquaculture per inquadrare meglio questo Paese. La Tanzania ospita tre grandi laghi interni africani: il Lago Vittoria (condiviso da Kenya e Uganda), il Lago Tanganica e il Lago Nyasa, oltre ad altri laghi minori, fiumi, dighe, stagni e zone umide.
Il Paese ha anche una costa lunga circa 1.242 km che si estende dal nord al confine col Kenya e al sud al confine con il Mozambico. Ha acque territoriali di circa 64.000 km2 e una Zona economica esclusiva (EEZ) di 223.000 km2. Nelle mie frequenti visite in Tanzania per comprendere meglio lo stato del settore e favorire futuri investimenti del settore pubblico e privato nel comparto dell’acquacoltura tanzaniana mi sono spesso confrontato con il dott. Nazael Madalla, direttore della Divisione per l’Acquacoltura del Ministero dell’Allevamento e della Pesca della Tanzania, che mi ha aiutato a ripercorrere la storia e a far luce sull’attualità dell’acquacoltura nazionale grazie alla sua profonda esperienza nel settore.

Un poco di storia
La storia dell’acquacoltura in Tanzania inizia nel 1927 con il rilascio di trote d’allevamento di origine scozzese nelle acque fredde dei torrenti nelle regioni del Kilimangiaro e Mbeya per incentivare la pesca sportiva. L’allevamento in stagni si sviluppa tra il 1950 e 1960 con la Tilapia a Korogwe (Tanga) e Malya (Mwanza). A quel tempo l’obiettivo era di seminare le ritenute idriche costruite per l’impiego agricolo e domestico.
Al raggiungimento dell’indipendenza, il principale interesse del Paese si spostò sulle abbondanti risorse naturali delle acque interne e di quelle marine per potenziare le catture, sforzo che continua tuttora.
Negli anni ‘80 e ‘90 la promozione dell’acquacoltura fu ripresa da alcuni progetti che inclusero quelli promossi dalla FAO. Quest’ultima costruì infatti un centro per l’acquacoltura nazionale a Morogoro (l’attuale Aquaculture Development Center) e il progetto ALCOM per le comunità rurali. Finalmente nel 2008 fu costituita una Divisione per l’Acquacoltura all’interno del Ministero dell’Allevamento e della Pesca con il mandato di promuovere, sviluppare e gestire l’acquacoltura in Tanzania.

Il potenziale
I sistemi di produzione acquatici giocano un ruolo importante in Tanzania. Essi impiegano direttamente circa 235.000 persone nella pesca e acquacoltura e, indirettamente, una grande quantità di persone che si occupano dei servizi connessi al comparto. Il settore della pesca ed acquacoltura contribuisce per l’1,8% del Prodotto Nazionale Lordo e al 30% del consumo di proteine animali. La media annuale di produzione da cattura è di poco inferiore alle 500.000 tonnellate, quantità che non è comunque sufficiente per il sostentamento della popolazione crescente. Questo si evidenzia dal progressivo declino del consumo pro capite di pesce, dai 14 kg degli anni ‘80 ai 7.8 kg del 2022. C’è quindi bisogno di un incremento delle produzioni acquicole per compensare il bisogno della popolazione poiché le risorse provenienti dalla pesca non sono sufficienti.
In Tanzania c’è un grande potenziale per sviluppare un settore acquicolo forte, sia su piccola che su grande scala, grazie alla presenza di abbondanti risorse acquatiche tra la lunga costa marina, una parte significativa del Lago Vittoria, Tanganica e Nyasa, riserve idriche per agricoltura e numerosi sistemi fluviali, zone umide e falde acquifere. Inoltre, la Tanzania è caratterizzata da un organizzato sistema istituzionale, politico e regolamentare per la gestione dell’acquacoltura. Il Ministero dell’Allevamento e della Pesca è l’istituzione di riferimento del settore e ha il mandato di sviluppare e gestire l’industria acquicola.
Le attività dell’industria dell’acquacoltura sono regolate e gestite dai programmi National Fisheries Policy of 2015, Fisheries Sector Master Plan (2021/22–2036/37) e dal National Aquaculture Development Strategy (2018-2025). L’acquacoltura è la priorità del Five-Year National Development Plan 2021/22 – 2025/26 che presenta un ampio obiettivo di trasformare, modernizzare e potenziare il settore della Blue Economy sia nelle acque interne che marine.
I regolamenti per l’acquacoltura in Tanzania sono espressi tramite il Fisheries Act, 2003, richiamato nel 2009 e sotto una nuova revisione per migliorare e modernizzare l’amministrazione dell’acquacoltura a livello nazionale. Inoltre, il paese ha una popolazione giovane che, attraverso una formazione professionale e tecnica nel settore, che può dare un notevole apporto allo sviluppo dei vari punti della catena del valore dell’acquacoltura. In questo contesto si registrano costi di produzione ancora contenuti per l’abbondanza di aree agricole, acque e un costo del lavoro basso con prezzi dei prodotti ittici abbastanza sostenuti e in forte richiesta. I prodotti dell’acquacoltura sono richiesti localmente ma anche a livello regionale (Southern Africa Development Community – SADC; East African Community – EAC; African Continental Free Trade Area – AfCFTA) e globalmente.

Stato dell’acquacoltura in Tanzania: qualche numero
L’acquacoltura in acque dolci è particolarmente sviluppata per l’allevamento di Tilapia del Nilo (Oreochromis niloticus) e, in minor misura, dal Pesce gatto africano (Clarias gariepinus). La maricoltura è dominata dall’allevamento di macroalghe (Eucheuma denticulatum e Kappaphycus alvarezii), oltre a qualche impianto di Milk fish (Chanos chanos, in italiano “cefalone” o “pesce latte”, unico rappresentante della famiglia Chanidae), una specie endemica simile al cefalo.
Per quanto riguarda i crostacei, si allevano i gamberi (Penaeus spp.), il granchio delle mangrovie (Mud crab, Scylla spp.), mentre per i molluschi si allevano le ostriche perlifere; infine, per gli echinodermi, si alleva il cetriolo di mare (Sea cucumber, Holothuria spp.).
Attualmente si contano 34.057 allevatori con 32.878 stagni. L’acquacoltura commerciale sta emergendo nei grandi laghi con allevamenti in gabbie e nelle periferie urbane (allevamenti intensivi in stagni/vasche a ricircolo RAS – Recirculation Aquaculture System / In-Pond Raceways System), in risposta alla crescente domanda di pesce fresco a causa il rapido aumento della popolazione. Ci sono un totale di 993 gabbie per pesce (911 nel Lago Vittoria, 3 nel Lago Tanganica e 79 dighe/bacini idrici), oltre a 20 RAS e un In-Pond Raceway System.
Le produzioni di acquacoltura sono incrementate progressivamente da 4.790 t nel 2015/2016 a 33.794 t nel 2022/2023. Le produzioni includono 29.114 t di pesce, 4.677 t di alghe, 30 t di aragoste ingrassate, 1,6 t di gamberi, 0,6 t di granchi ingrassati, 0,8 t di oloturia e 550 pezzi di ostriche perlifere. La disponibilità dei mezzi di produzione è in graduale aumento per le forti richieste del settore produttivo per mangime e novellame. Nel 2022/23 sono state censite 38 avannotterie (31 nel settore privato, 4 nel parastatale, 3 in strutture governative), che hanno prodotto 55.176.800 esemplari di novellame di pesce (50.275.380 di Oreochromis niloticus, 2.901.420 di Clarias gariepinus e 2.000.000 di Penaeus monodon).
Si contano una decina di importatori di mangime e altrettanti piccoli e medi produttori di mangime per pesce. I consumi di mangime si attestano sulle 6.211 t, delle quali 2.673.1 t prodotte localmente e 3.538.25 t importate. Le produzioni attuali registrano un’ulteriore richiesta di 120 milioni di novellame e di 26.000 t di mangime per supportare gli obiettivi delle future produzioni nazionali. Le produzioni richieste di mangime potrebbero aumentare consistentemente nei prossimi anni. Molti produttori autoproducono i propri avannotti e il mangime a causa delle scarse disponibilità sui mercati e i problemi di carattere logistico.

Ricerca e formazione
Le tecnologie, innovazioni e le risorse umane sono fattori determinanti per supportate lo sviluppo dell’acquacoltura. A tale proposito il Ministero ha istituito il Tanzania Fisheries Research Institute (TAFIRI) per la ricerca e la formazione. Questo ente ha il compito di coordinare e sviluppare la ricerca nel settore dell’acquacoltura. Per la formazione segnaliamo il Fisheries Education and Training Agency (FETA), il cui mandato è quello di offrire corsi professionali e promuovere diplomi in acquacoltura. Esso conta vari campus sparsi per il Paese. Inoltre, vi sono quattro principali istituzioni universitarie in Tanzania (University of Dar es Salaam, Sokoine University of Agriculture – SUA, University of Dodoma e Mwalimu Julius K. Nyerere University Of Agriculture And Technology), che offrono corsi di più alto livello e che svolgono attività di ricerca nel settore dell’acquacoltura.

Problemi da risolvere
Lo sviluppo dell’acquacoltura in Tanzania è ancora limitato e sono numerosi i problemi da risolvere. Riassumiamoli di seguito:
limitata capacità istituzionale e legislativa;
limitata disponibilità dei mezzi di produzione;
scarsa adozione delle buone pratiche di gestione;
bassi investimenti nell’acquacoltura commerciale;
una limitata catena del freddo, connessioni di mercato e incapacità per creare valore aggiunto per il prodotto dell’acquacoltura;
scarse conoscenze, comunicazione e formazione;
necessità di maggiore promozione e sviluppo nel settore dell’acquacoltura.

Azioni governative
Il Governo ha intrapreso alcune azioni promozionali per migliorare le performance del settore come:
creazione di centri di sviluppo per l’acquacoltura (Aquaculture Development Centres – ADCs) per divulgare e applicare l’adozione delle buone pratiche per l’acquacoltura e la produzione di avannotti di buona qualità;
riabilitazione di 5 ADCs esistenti a Kingolwira, Mwamapuli, Ruhila, Nyengedi e Machui;
costruzione di 7 nuovi ADCs in luoghi strategici nella zona dei grandi laghi e dell’Oceano Indiano: Rubambagwe Lake Victoria e Ruvula Indian Ocean;
pianificazione e futura costruzione di 5 nuovi centri: Kigoma - Lake Tanganyika, Ludewa - Lake Nyasa, Mkinga – Indian Ocean, Mkuranga – Indian Ocean, Kizimkazi – Oceano Indiano.
organizzazione di scuole rurali di acquacoltura (AFS – Aquaculture Field School) in 186 province (District Councils), che saranno gestite da giovani e gruppi di donne per facilitare la diffusione delle buone pratiche per lo sviluppo dell’acquacoltura per i produttori con un approccio di divulgazione produttore-produttore. Attualmente una trentina di AFS sono a differenti livelli d’implementazione (2023/2024);
intraprendere attività di zonizzazione e monitoraggio ambientale nei grandi laghi per orientare gli investimenti dell’acquacoltura commerciale. Sono state identificate almeno 120 aree adatte all’allevamento di pesce in gabbia nel Lago Vittoria (regioni di Mara, Simiyu, Mwanza, Geita e Kagera fra il 2021 e 2023) per creare allevamenti sostenibili e in sintonia con l’ambiente. Si sta facendo lo stesso nelle aree costiere;
la Tanzania Agricultural Development Bank (TADB) sta incrementando l’accesso al credito per gli acquacoltori con prestito a interesse zero per attrezzature e mezzi di produzione al fine di promuovere gli investimenti nell’allevamento in gabbia;
un programma con un innovativo schema di finanziamento per imprese di giovani e gruppi di donne è già attivo e si chiama “Building a Better Tomorrow – Livestock and Fisheries Entrepreneurs (BBT – LIFE)”. L’obiettivo è stimolare la nascita di nuove imprese i cui addetti sono formati e seguiti per alcuni cicli di allevamento, con l’obbligo aziendale di rimborsare i prestiti ricevuti alla TABD;
nuovi schemi di servizio per i divulgatori governativi per migliorare la circolazione di informazioni nelle zone rurali;
organizzazione ed esecuzione di corsi di formazione sotto l’autorità dei governi locali per incrementare la divulgazione delle buone pratiche acquicole;
decrementi delle imposte e delle tasse sui mezzi di produzione e delle importazioni dei medesimi.

Investimenti in corso
Sono attesi numerosi investimenti da parte di donatori multilaterali e bilaterali nel settore della Blue Economy, stimati in oltre 400 milioni di euro (150 milioni di USD per la World Bank e 120 milioni di euro per la EU, fra gli altri). La Tanzania collabora attivamente con i donatori che portano innovazioni nel settore dell’acquacoltura e in particolare nei seguenti punti:
trasferimento di tecnologie appropriate e innovazioni per migliorare le performance delle avannotterie marine e di acqua dolce per aumentare la disponibilità di semente;
strategie per minimizzare i costi di produzione del mangime e dell’alimentazione del pesce;
tecnologie di maricoltura per migliorare le tecnologie e la produzione di oloturia, granchio delle mangrovie e macro alghe marine;
ottimizzazione dei sistemi di produzione per l’ingrasso;
produzione integrata riso e pesci;
tecnologie di lavorazione del pesce per creare prodotti con valore aggiunto;
informatizzazione della filiera dell’acquacoltura con differenti moderne tecnologie;
miglioramento della divulgazione, educazione e Ricerca & Sviluppo a tutti i livelli con formazione nazionale e internazionale per il settore pubblico e privato;
assistenza tecnica e finanziaria per il settore privato lungo la filiera dell’acquacoltura.

Conclusioni
L’acquacoltura è considerata la migliore possibilità per approvvigionare la popolazione tanzaniana di prodotti ittici nei prossimi anni. Il Governo appoggia tutte le iniziative del settore per sviluppare una acquacoltura sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico, con un equo impiego di lavoratori nella filiera e in grado di fornire proteine nobili ad una popolazione in forte crescita. La grande disponibilità di risorse naturali e di manodopera può soddisfare le ampie richieste di mercato e portare a numerosi investimenti nel settore dell’acquacoltura nei prossimi anni.


Gianluigi Negroni



Note

A pag. 56, pescatori sul Lago Vittoria.
L’autore ringrazia il dott. Nazael Madalla, Director of Aquaculture of Ministry of Livestock and Fisheries, per il supporto e la collaborazione alla raccolta di dati e informazioni.



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