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Prezzi, produzioni, consumi, export: quale 2013 per la filiera suinicola?

Gli scenari suinicoli del 2013? Ci sono elementi definitisi nella seconda parte del 2012 che permettono di tracciare qualche coordinata precisa: i prezzi delle materie prime si manterranno alti almeno fino ai prossimi raccolti, ma anche i prezzi al macello saranno sostenuti, spinti dalla diminuzione dell’offerta. Cala in numero delle scrofaie in Europa (e nel mondo) e si riducono le macellazioni, mentre si mantiene elevato l’export. Le norme sul benessere dovranno essere applicate: nessun spiraglio per una proroga.

Una situazione favorevole per chi ha già adeguato le proprie strutture. Per chi non sarà in regola, invece, dal 10 gennaio 2013 il rischio — oltre a sanzioni — di una penalizzazione commerciale. L’appuntamento per un approfondimento al massimo livello di questi temi è con la prossima Rassegna Suinicola Internazionale di Reggio Emilia, in programma dal 18 al 20 aprile 2013. Per questo evento, storicamente il momento più importante per il mondo suinicolo nazionale e uno dei principali a livello europeo, si lavora al fine di consolidarne lo spessore internazionale, sia in chiave convegnistica che di rapporti con il mondo tecnico e professionale suinicolo dei principali Paesi europei e mondiali, in particolare quelli a suinicoltura emergente. Certo, la situazione della suinicoltura, oggi più che mai, sta vivendo una fase di cambiamento e riassestamento di vecchi equilibri che renderà la pausa di confronto e riflessione di Reggio Emilia più che mai necessaria per capire come e verso quale obiettivo si dovrà muovere la filiera suinicola. Sono sotto gli occhi di tutti i balzi verso l’alto del costo delle materie prime, che hanno reso oltremodo gravoso un allevamento come quello del suino pesante ma che non hanno mancato di fare sentire il loro effetto su tutte le produzioni mondiali, divenendo, con varie declinazioni, una delle concause che hanno condotto a una diminuzione del numero di allevamenti — e quindi dell’offerta suinicola — in Europa e nel mondo.

La minore disponibilità di offerta ha avuto una eco sui prezzi al macello, che hanno raggiunto livelli mai toccati. Ma in Europa ci sono altri fattori in gioco che andranno ad impattare su numero di allevamenti e quantità di animali allevati, dalle conseguenze ancora non ben definite nella loro globalità. In particolare, le norme sul benessere sono l’elemento sul quale si concentrano maggiori attenzioni e apprensioni, specialmente in quei Paesi — come l’Italia — in ritardo con l’adeguamento delle strutture. Di tutto ciò facciamo il punto con un economista assai noto nel mondo suinicolo, il dott. Kees De Roest, ricercatore presso il CRPA di Reggio Emilia e frequentatore assiduo dei consessi tecnici a Bruxelles.

Partiamo quindi proprio dalle norme sul benessere, sgombrando il campo da ogni illusione.
Certo, questo pone gli allevatori italiani (così come quelli spagnoli e francesi, per citare altri due importanti Paesi in ritardo con l’adeguamento degli allevamenti) di fronte ad una situazione complessa».

Quali potrebbero essere le conseguenze per quelle realtà che non saranno in regola con le misure sul benessere nel 2013?
Tutto questo ovviamente favo-rirà quegli allevamenti in regola con il benessere, che hanno già sostenuto gli investimenti necessari e che si troveranno davanti un periodo di bassa offerta e prezzi alti».

Prezzi alti anche per le materie prime…

«L’incremento dei prezzi al macello solo negli ultimi mesi ha permesso di coprire parte del forte incremento dei costi di produzione, e solo nelle realtà più produttive l’allevamento del suino pesante è tornato ad avere una redditività soddisfacente. Purtroppo, non credo che i prezzi di cereali e soia si abbasseranno a breve. Dovremmo aspettare i nuovi raccolti, quindi la primavera-estate del 2013, sperando che non si ripetano quelle situazioni negative come la siccità in Argentina e Brasile prima, che ha condizionato i raccolti di soia in particolare, e quella negli Usa poi, che ha penalizzato i raccolti di mais».

Torniamo all’offerta di carni suine. Lo scenario per i prossimi mesi, anche se con costi di produzione alti, sarà dunque favorevole alla produzione, in termini di prezzi?
Tutto ciò ridurrà inevitabilmente la pressione sul mercato interno europeo e — considerando la minore produzione interna — dovrebbe garantire prezzi alti».

C’è un aspetto ulteriore che va analizzato ed è quello dell’effetto che i rialzi di prezzo della materia prima avranno sui prezzi finali di vendita e sui comportamenti del consumatore, che non vive certo una stagione di particolare euforia quanto a propensione alla spesa.ì
Per salvaguardare i volumi di vendita è probabile che proceda ad aumenti, ma in misura limitata, e che inizialmente, da un lato, preferisca ridurre i propri margini, ma, dall’altro, eserciti una maggiore pressione sui macelli, che diventeranno, a questo punto, i veri soggetti in posizione critica nella filiera. Da una parte sono schiacciati ancora di più dalla Grande Distribuzione, che non può permettersi aumenti significativi di prezzo finale di vendita, ma, d’altro canto, debbono affrontare una situazione abbastanza inedita di carenza di offerta che spinge al rialzo inevitabilmente i prezzi da pagare per avere maiali da macellare».

Gli alti prezzi — magari se accom-pagnati da un abbassamento dei costi delle materie prime — potrebbero spingere in Europa, nei prossimi mesi, ad un aumento del numero di allevamenti da ingrasso. Questo però in concomitanza con un numero di scrofaie — e quindi di suinetti prodotti — in diminuzione. Riusciranno le scrofaie d’Europa — Danimarca e Olanda — a far fronte ad un’ipotetica maggiore domanda di lattoni da esportare?
«Anche questo è uno scenario tutto da valutare. La capacità produttiva di questi Paesi è ormai al limite e non sarà cosi facile per loro, tanto più in una situazione dove le densità sono diminuite dalle norme sul benessere, accrescere ulteriormente la produzione di suinetti. Quindi previsioni cautamente ottimistiche che dovrebbero consentire lo svolgimento della 52ª Rassegna Suinicola Internazionale in un clima di ritrovata fiducia nel settore.


Fonte: Ufficio stampa



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