Biologia
Il totano (Illex coindetii – Verany, 1839), conosciuto nelle diverse regioni italiane con i nomi di totùnno, tòtaro, totariello, tòtano, calamàr toto, totano, totanassa, truffèlli, totaro, lampete, tòtaru, tòdaro, tòdaru, totanèssa, calamàro tòdero, è un mollusco Cefalopode appartenente alla famiglia Ommastrephidae, Ordine Decapodi, diffuso in tutto il bacino Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico, sia occidentale (dalle isole britanniche alla Namibia), che orientale (dal mar dei Carabi, al Golfo del Messico, allo stretto della Florida). In Italia è una specie molto comune in tutti i mari, specialmente oltre i 50 m di profondità.
Il nome deriva dal greco illex, che significa adescatore, perché talvolta il totano viene usato come esca nella pesca con ami. Il totano presenta un corpo sacciforme, allungato e affusolato, dal quale sporge la testa, grande e munita di quattro paia di braccia di lunghezza simile, provviste di due serie di ventose peduncolate ed un paio di tentacoli con ventose ed uncini che hanno una lunghezza circa doppia rispetto alle braccia (fig. 1).
Figura 1.
La definizione di “Ordine dei Decapodi” deriva proprio dalla presenza di 10 appendici (8 braccia e due tentacoli). Tra l’altro il nome della classe (Cefalopodi) richiama proprio l’attenzione sulla disposizione delle braccia vicino al capo. Le due braccia tentacolari non sono retrattili, sono clavate e provviste di otto file di ventose. Il numero di file di ventose sulle mazze tentacolari rappresenta uno dei caratteri distintivi per il riconoscimento della specie. Un solo braccio (il quarto da destra o sinistra) durante la riproduzione si modifica in ectocotile (una sorta di braccio dotato di un canale) per trasferire le spermatofore all’interno delle femmine.
La bocca è dotata di due mascelle cornee simili al becco di un pappagallo. La forma del corpo dei cefalopodi è il risultato di complesse modifiche avvenute nel corso dell’evoluzione; i molluschi progenitori, lenti e sedentari, hanno dapprima cambiato abitudini alimentari divenendo carnivori e predatori, quindi hanno sviluppato tentacoli per essere più efficienti nella cattura delle prede (fig. 2).
Figura 2.
Ma poiché questo tipo di alimentazione necessitava efficacia e velocità di movimento per la cattura delle prede, i molluschi dovettero risolvere il problema del moto e lo fecero attraverso il movimento a reazione tramite espulsione repentina dell’acqua dal mantello (fig. 2). Pertanto, questo si è ripiegato fino ad assumere la tipica conformazione sacciforme che delimita la “cavità di espulsione”. A sua volta, il “piede” (che per esempio nelle lumachine di mare è la parte del corpo a contatto con il fondo e consente lo scorrimento sul substrato) si è ripiegato nel corso dell’evoluzione a formare una sorta di tubo o “imbuto”, che ha consentito di migliorare ulteriormente l’espulsione dell’acqua e quindi il moto a reazione. Illex coindetii possiede due pinne laterali romboidali corte che rappresentano spesso uno degli elementi principali per distinguere il totano da specie simili; nel caso del totano la lunghezza delle pinne è pari a circa il 35% del mantello, sebbene esista uno spiccato dimorfismo sessuale nelle proporzioni del mantello rispetto alle pinne. Il capo del totano, come in tutti i cefalopodi, è provvisto di due occhi molto sviluppati disposti in posizione laterale rispetto al capo e protetti da una membrana cornea al centro dei quali è presente una struttura sensoriale a funzione olfattiva e forse anche tattile.
La conchiglia tipica dei molluschi, che nei gasteropodi si manifesta come un guscio esterno e nei bivalvi come due valve protettive, nei cefalopodi è ridotta ad una struttura interna al mantello deputata al galleggiamento e all’equilibrio (basti pensare al famoso osso di seppia) o addirittura può essere assente come nel caso dei polpi (Octopus spp). Nei totani l’osso è ridotto ad una sottile, lunga e trasparente conchiglia cornea (gladio o calamo).
La colorazione del mantello è soggetta a rapidi cambiamenti determinati da speciali cellule dette cromatofori: tali cambiamenti sono legati a particolari stati d’animo del totano e possono rappresentare segnali di minaccia, oppure testimoniano di particolari stati vitali come il corteggiamento e l’accoppiamento, oppure sono semplicemente fenomeni di mimetismo (fig. 3).
Figura 3.
La colorazione di base è arancio-rossastra sul dorso e molto più chiara sulla parte ventrale, che può presentare un’iridescenza verde-azzurra.
Il totano è una specie pelagica-semidemersale che ha rapporti occasionali con il fondo. I. coindetii compie migrazioni verticali nell’arco della giornata, stazionando nei pressi del fondo durante le ore diurne e spostandosi lungo la colonna d’acqua e in superficie di notte. La specie sembra, inoltre, poter compiere migrazioni stagionali spostandosi sotto costa d’estate e muovendosi verso le acque profonde del largo nei mesi invernali.
I. coindetii è un predatore necto-bentonico e si nutre preferibilmente di pesci, crostacei (specialmente eu-fasiacei) e in misura minore di altri cefalopodi che trova nei pressi del fondo. Nelle acque italiane la specie è stata rinvenuta fino a 700 m di profondità, sebbene sia rara entro i 50 m e oltre i 600-700 m e molto più comune tra 100 e 300-400 m. In altre aree del mondo è stata segnalata fino a 1.100 m di profondità.
La specie può raggiungere una lunghezza di 35-40 cm e le femmine crescono più dei maschi (Tursi et al., 1992; Soro e Paolini, 1994; ecc…); tuttavia, a parità di lunghezza del mantello i maschi pesano significativamente più delle femmine. I maschi raggiungono la maturità sessuale ad una lunghezza inferiore rispetto alle femmine; in Tirreno settentrionale e Canale di Sicilia è stata registrata una lunghezza di prima maturità per i maschi pari a 12 cm (lunghezza mantello) mentre per le femmine 15 cm (Jereb e Ragonese, 1995). In alto e medio Adriatico invece, i maschi sembrano raggiungere la maturità a 12,6 cm e la femmine a 16,2 cm (Soro e Paolini, 1994). Infine, gli individui nati nei mesi primaverili ed estivi crescono più rapidamente di quelli nati in autunno. La specie sembra avere una longevità compresa tra un anno e un anno e mezzo.
La deposizione delle uova avviene lungo tutto l’arco dell’anno con picchi stagionali variabili secondo l’area investigata, ma in genere durante la primavera e l’autunno. Nei maschi il numero delle spermatofore (sacchettini pieni di liquido seminale) rinvenute nel sacco di Needham varia da 100 a 790. Le uova vengono deposte in ammassi gelatinosi galleggianti composti da 100.000-200.000 uova del diametro di 0,08-0,13 cm (Hernández-Garcia, 2002), che fluttuano nei pressi della superficie o cadono sul fondo. I. coindetii può essere considerata una specie a deposizione intermittente, cioè le femmine possono deporre più volte durante lo stesso periodo riproduttivo.
Il totano può essere facilmente confuso con altre specie presenti comunemente nei nostri mari come Loligo vulgaris (calamaro) Todarodes sagittatus (totano viola), Todaropsis eblanae (totano tozzo), che però si distinguono da I. coindetii per la dimensione del mantello, per la lunghezza delle pinne laterali in rapporto al mantello (in L. vulgaris le pinne superano ampiamente la metà del mantello nelle altre specie sono comprese tra il 35 e il 45% della lunghezza del mantello), per la presenza o meno della foveola (un’impronta particolare presente al di sotto dell’imbuto), per la colorazione, numero e dimensione delle ventose delle mazze tentacolari. Infine, I. coindetii può essere facilmente distinto dal calamaretto (Alloteuthis media) che invece presenta dimensioni inferiori e un mantello il cui apice superiore è allungato e appuntito.
Pesca
Il totano viene catturato principalmente con reti a strascico. La stragrande maggioranza degli individui catturati ha una lunghezza del mantello inferiore a 20 cm. Le catture più abbondanti vengono realizzate in centro Adriatico e nel Tirreno settentrionale. Una parte non consistente delle catture totali proviene anche da altri tipi di attrezzi come reti da posta, reti a circuizione ed attrezzi ad ami.
Il totano non rappresenta una specie bersaglio della pesca a strascico; tuttavia, soprattutto nei periodi in cui la risorsa è abbondante, I. coindetii diviene un’importante specie accessoria (fig. 4).
Figura 4.
I totani, insieme ai calamari, vengono inoltre pescati con un attrezzo ideato appositamente per queste specie e detto appunto “totanara”, che sfrutta la tendenza del calamaro ad avvicinarsi a fonti luminose durante le ore notturne. La totanara è un attrezzo munito di una o più serie di uncini ai quali il totano si avvinghia pensando di catturare una preda. La totanara viene controllata a mano. Per la normativa italiana (Decreto Ministeriale 27/07/1998), la totanara può essere utilizzata dai pescatori professionisti la cui licenza reca l’autorizzazione all’uso degli attrezzi da posta o delle lenze. È, poi, consentito l’utilizzo di una sola totanara per ciascun pescatore. La totanara può essere utilizzata esclusivamente a mano e la fonte luminosa per attirare la preda è ammessa.
Il totano è anche un’importante specie bersaglio per la pesca sportiva. Gli sportivi possono utilizzare la totanara esclusivamente senza l’utilizzo di fonti luminose (DPR 1639/68: “è vietato l’uso di fonti luminose ad eccezione della torcia utilizzata nell’esercizio della pesca subacquea. Nell’esercizio della pesca con la fiocina è consentito l’uso di una lampada”). Nelle acque siciliane anche gli sportivi possono utilizzare la totanara in associazione a fonti luminose; in questo caso, però, le totanare devono rispettare alcuni parametri sul peso, la dimensione e l’intensità della fonte luminosa (Circolare n. 2 del 9/12/1988).
Totani e calamari rappresentano una delle prede preferite per pesci spada e tonni, pertanto vengono largamente impiegati anche per innescare i palangari derivanti destinati alla cattura delle specie suddette.
Consumo
Il totano ha carni buone, soprattutto negli esemplari di dimensioni più piccole. Viene commercializzato sia fresco che congelato. Per riconoscerne la freschezza si deve osservare il colore del mantello; più la colorazione è viva e intensa più è garantita la freschezza. Inoltre le carni devono essere morbide ed elastiche; carni dure e secche sono sintomo di prodotto non fresco. I. coindetii viene commercializzato in associazione ad altre specie di Cefalopodi come Todaropsis eblanae e Todarodes sagittatus. A livello nutrizionale, 100 g di parte edibile di totano contengono 185 mg di sodio, 170 mg di fosforo, 145 mg di potassio, 13.1 g di proteine, 1,5 g di grassi.
Alessandro Lucchetti
Bibliografia
Hernández-Garcia V. (2002), Reproductive biology of Illex coindetii and Tadaropsis eblanae (Cephalopoda: Ommastrephidae) of Northwest Africa, (4°N, 35°N), Bull. Mar. Sci., 71(1): 347-366.
Jereb P., Ragonese S., (1995), An outline of the biology of the squid Illex coindetii in the Sicilian Channel (Central Mediterranean), J. Mar. biol. Ass., UK, 75: 373-390.
Soro S., Paolini M., (1984), Illex coindetii (Verany, 1839): aspetti biologici ed evoluzione della popolazione in alto e medio Adriatico, Biol. Mar. medit., 1(1): 213-218.
Tursi A., D’Onghia G., Matarrese A., Panetta P., Panza M., (1992), Composizione delle catture della pesca a strascico sui fondi batiali del Mar Jonio, Oebalia, suppl., 17: 163-164.
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