La piccola pesca artigianale, quella che svolgono i pescatori con barche di lunghezza inferiore ai 12 metri e solo con attrezzi fissi (cestini, nasse, bertovelli, reti da posta), è una realtà economica molto importante in Emilia-Romagna, così come in tutto il Mediterraneo. Un settore che è da anni al centro delle politiche comunitarie sulla pesca, anche perché “considerato generalmente meno impattante sulle risorse e a maggiore valenza sociale”. Quindi la piccola pesca artigianale “trova particolare considerazione nel nuovo Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP)”, perché fondamentale nella Politica Comune della Pesca. Perciò il FLAG della Costa dell’Emilia-Romagna, cioè il gruppo di azione locale che ha per capofila DELTA 2000, al fine di promuovere una strategia unitaria e condivisa per lo sviluppo del settore della pesca e dell’acquacoltura da Goro fino a Cattolica, ha finanziato con l’Azione 4C “Reti e governance” del proprio Piano di Attuazione una ricerca dedicata alla “Gestione piccola pesca artigianale – Piano di gestione locale della piccola pesca e della fascia costiera”. Il progetto, avviatosi nell’autunno del 2018, ha già permesso di costruire un quadro preliminare degli aspetti strutturali, a cominciare dalle caratteristiche della flotta, e normativi, in relazione alle diversità compartimentali. Negli archivi del Community Fishing Fleet Register, risulta che nei due compartimenti regionali di Ravenna e Rimini sono iscritte complessivamente (strascico, volante, draga idraulica, attrezzi da posta, ecc…) 596 barche, alle quali vanno ad aggiungersi 102 barche remo-veliche e 44 barche immatricolate all’Ufficio Locale Marittimo di Gabicce, che comunque fanno porto a Cattolica e, almeno in parte, pescano nelle acque emiliano-romagnole. Malgrado quindi le difficoltà del settore, la flotta regionale è una realtà economica importante, con circa 1.500 occupati, a cui se ne aggiungono almeno altrettanti nell’indotto. Il porto più affollato è quello di Goro, con 246 barche iscritte, seguito da quello di Rimini (87) e di Porto Garibaldi (61), dati che non comprendono le barche remo-veliche. La lunghezza media è di circa 10 metri, con motori di circa 120 kilowatt. Una flotta peschereccia è quindi composta per la maggior parte da barche medio-piccole, con imbarcate da una a cinque persone. Per quanto riguarda gli aspetti normativi, sono state raccolte le ordinanze che regolano a livello locale il settore, con la fattiva collaborazione delle capitanerie di porto dell’Emilia-Romagna e dei limitrofi compartimenti di Pesaro a sud e di Chioggia a nord, dove comunque possono operare tutte le barche della piccola pesca artigianale. È emersa una notevole disomogeneità che sarà oggetto di analisi approfondita, con il diretto coinvolgimento di tutti gli operatori del settore, anche per valutare eventuali proposte di modifica, all’interno di un piano di gestione. Saranno inoltre organizzati workshop partecipativi in tutte le marinerie della regione, finalizzate a condividere e redigere una bozza di “Piano di gestione locale della piccola pesca e della fascia costiera”.
(Fonte: M.A.R.E. Scrl)
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