it en
Risultati
Slalom

Le Pmi italiane resilienti alla pandemia

of Redazione


«Il piano di rilancio Next Generation EU rappresenta lo stimolo ideale per le imprese italiane. Il 90% delle aziende riconosce il NGEU come un mezzo fondamentale per sostenere lo sviluppo post-pandemico dell’Italia, soprattutto per le PMI, vero motore propulsivo del Sistema Italia, al fine di sostenere la loro crescita e resilienza e favorire il posizionamento competitivo anche sui mercati internazionali. Potenziare queste realtà significa tutelare le eccellenze del nostro Paese, incluso il made in Italy, dove spesso la frammentazione e le ridotte dimensioni dei player hanno portato nel lungo periodo a problemi di competitività e tensione
patrimoniale, soprattutto in quei settori dove sono più rilevanti le economie di scala e la capacità di investimento». Lo ha dichiarato Enesto Lanzillo, Deloitte DCM Private Leader, nel presentare il report “La nuova generazione di aziende private. Il percorso verso la resilienza e le oppor­tunità del Next Generation EU”.

Dall’indagine condotta da De­loitte Private, emerge che le organizzazioni ad elevata resilienza sono il 31%, a media resilienza il 59% e solo un restante 10% risulta essere a bassa resilienza. Per le aziende italiane intervistate, l’elemento cardine che determina la resilienza è la tecnologia e come priorità strategica c’è la trasformazione digitale, sia nel breve che nel lungo periodo; in particolare, il tessuto produttivo italiano rappresentato prevalen- temente da PMI, attribuisce un ruolo primario alla digitalizzazione (68%) nel rilancio dell’economia. Quest’ultima è stata spinta proprio dalla crisi pandemica, con un au- mento del 23% degli investimenti in quest’ambito. Entro i prossimi 12 mesi, più di 8 aziende su 10 investiranno in digitalizzazione e innovazione al fine di migliorare la propria redditività, dato più evidente per le organizzazioni che si stanno già preparando al futuro post-pandemia.
«A determinare il carattere di resilienza delle imprese italiane concorrono anche i temi di sostenibilità e di riduzione delle emissioni, seppur a differenti livelli: da chi è ancora in fase di implementazione iniziale (41%), a chi a metà processo (35%) o addirittura è maturo su queste tematiche (6%). Più della metà delle aziende italiane che hanno partecipato alla ricerca ri- tiene la sostenibilità ambientale un driver fondamentale per il rilancio verso il New Normal. Nello specifico, oltre a migliorare la responsabilità sociale (37%) e fornire un contributo concreto alla realizzazione di un’economia circolare (31%), le aziende vedono nello sviluppo di progetti di sostenibilità ambientale anche una strada per coniugare i benefici ambientali con un netto potenziamento della performance aziendale.

Il PNRR, con le proprie direttrici di azione concentrate su digitalizzazione, sviluppo tecnologico, sostenibilità e sussidiarietà, può evidentemente contribuire a facilitare il raggiungimento di livelli di resilienza elevata anche per le imprese oggi categorizzate come a media o bassa resilienza. Dal report risulta che circa il 50% delle aziende intervistate è in attesa delle linee guida definitive del PNRR per cogliere le opportunità del NGEU, mentre 1 azienda su 3 si è già attivata per farlo, soprattutto grazie al supporto di partner esterni», ha spiegato Lanzillo.

Trasformazione digitale
In quanto seconda strategia di crescita per il prossimo anno e terza priorità per i prossimi tre, la trasformazione digitale è diventata un’area di interesse cruciale per le aziende di tutto il mondo. L’indagine ha rilevato che i leader hanno ampie aspettative sui vantaggi che questi investimenti tecnologici possono offrire alle loro organizzazioni, tra cui quello di migliorare il coinvolgimento dei clienti, incrementare i volumi di vendita, rafforzare la loro capacità di gestione di futuri lockdown e ridurre i costi. L’aspetto rilevante è che molti intervistati ritengono che la propria azienda sia più vicina alla realizzazione di queste ambizioni rispetto a prima della pandemia: quasi 7 aziende su 10 intervistate nel mondo hanno dichiarato che la loro trasformazione digitale ha registrato un’accelerazione significativa durante la crisi. In effetti se più di un quarto aveva iniziato la loro trasformazione già prima della pandemia da Covid-19, più della metà invece ha dichiarato di aver accelerato la digitalizzazione proprio in risposta alla crisi o si trova attualmente in questa fase.
Tra le organizzazioni altamente resilienti, i leader che dichiarano che il loro processo di trasformazione digitale sia stato condotto prima della crisi o sia at- tualmente in corso risultano quasi il doppio rispetto a quelli delle aziende con bassi punteggi di resilienza (80% contro 43%). Questo senso di urgenza da parte delle imprese sui temi digitali testimonia come la pandemia abbia guidato alcuni cambiamenti nel com- portamento e stili di consumo dei clienti, spostando una parte significativa dell’economia on­line e aumen- tando la comodità e la disponibilità delle persone a interagire digitalmente. Fattori che si sono rivelati fondamentali e che hanno messo le aziende nella condizione di doversi “adeguare” a tali cambiamenti.
Oltre a muoversi con più fretta, gli intervistati dichiarano che le loro organizzazioni stanno anche aumentando la portata dei loro investimenti tecnologici. Si prevede che la sicurezza delle informazioni (cyber intelligence) sarà la voce di spesa tecnologica più elevata nei prossimi 12 mesi, ma il cloud computing e l’analisi dei dati (advanced analytics) sono appena dietro. Una parte significativa delle aziende prevede inoltre che investirà in tecnologie emergenti come la robotica, i veicoli autonomi e i droni.


Fonti:
La crisi come catalizzatore: accelerare la trasformazione
Deloitte Private
EFA News, European Food Agency



Activate your subscription

To subscribe to a Magazine or buy a copy of a Yearbook