Né domani né mai. Questo intimava uno dei bravi a Don Abbondio il 7 novembre 1628, a proposito del matrimonio che avrebbe dovuto celebrarsi tra Lucia Mondella e Renzo Tramaglino. Ovviamente non è quel matrimonio l’oggetto del nostro ragionamento, ma in un certo senso, sempre di matrimonio stiamo parlando, o forse è meglio dire di unione tra cartoncino in pura cellulosa ed un film plastico. A questo punto una domanda sorge spontanea: ma ha senso? Qual è lo scopo di un simile connubio tra materiali così diversi? Stiamo parlando di una scelta improbabile, frutto di una campagna viscerale da parte dei detrattori dell’imballaggio in plastica che ha portato la GDO e le aziende alimentari a ridurre o eliminare l’imballaggio in plastica, o di una soluzione innovativa?
Quando penso alla carta mi vengono in mente le immagini di quei momenti vissuti, moltissimi anni fa, quando da ragazzino, con mia madre, andavamo al mercato centrale (i supermercati erano appena nati e nella mia città non erano ancora presenti) a “fare la spesa”; si acquistava il pesce o la carne che venivano appunto incartati in fogli di carta vegetale, o in mancanza di questa (quasi sempre) in fogli di giornale... Per fortuna, almeno per quanto riguarda la sicurezza alimentare, quei tempi sono passati ed oltre ai fogli di carta idonea al contatto per alimenti oggi esistono anche i cartoncini di spessori variabili, che possono essere tagliati, cordonati, o addirittura termoformati per ot- tenere (incredibile) delle vaschette, sufficientemente rigide da contenere qualsiasi tipo di alimento, idonee per essere utilizzate nei processi di confezionamento industriali.
E allora perché non provare ad unirci un film plastico, in modo da sfruttare al meglio i vantaggi di entrambi i materiali?
Da una parte le elevate caratteristiche meccaniche del cartoncino in pura cellulosa, la sua immagine di naturalezza e sostenibilità agli occhi del consumatore, la possibilità stampare informazioni direttamente sul contenitore, i bassi valori di emissioni (GWP) del materiale, dall’altra le elevate performance di un film plastico: barriera all’umidità, ai grassi ed ai liquidi, senza l’impiego di sostanze a rischio come i PFAS, utilizzati ad esempio nei contenitori in bagassa, sigillibilità e caratteristiche barriere ai gas d’imballaggio per applicazioni in atmosfera protettiva. Il risultato: un contenitore di elevate prestazioni tecnico funzionali, utilizzabile nel forno a microonde, idoneo per il confezionamento in atmosfera protettiva direttamente all’interno di impianti di sigillatura per i conte- nitori in plastica, senza nessuna modifica strutturale dell’impianto e del processo: disimpilatori, stampi, si- stemi di avanzamento, impilamento del prodotto confezionato, stazionamento nelle celle, trasporto, ecc...
Il punto di forza del contenitore Barrier+ risiede nel bordo di sigillatura: grazie alla sua struttura rinforzata (Brevetto Ipack) conferisce al contenitore una notevole rigidità che lo rende idoneo per tutte le operazioni di manipolazione e movimentazione, sia prima dell’ingresso nello stampo della sigillatrice, sia durante la fase di deposito dei contenitori all’interno dello stesso, e successiva estrazione. La struttura portante della vaschetta, unitamente alla qualità del cartoncino di pura cellulosa, permette alle confezione finale contenente l’alimento, di stazionare all’interno delle celle frigo e di sopportare senza problemi i lunghi trasferimenti dai luoghi di produzione ai banchi della GDO, fino al frigo di casa, dove potrà rimanere ancora per altri giorni senza manifestare cedimenti o rammollimenti del materiale, anche se sovrapposta una sull’altra.
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La confezione finale costituita dal contenitore Barrier+ ed il film top di sigillatura, dopo lo svuotamento del contenuto potrà essere conferita nella RACCOLTA CARTA. Nella (Foto 1) è raffigurato il movimento di apertura utilizzan- do un angolo del film top, segue la delaminazione del medesimo (Foto 2) fino alla completa aper- tura del contenitore e successivo svuotamento.
Il rifiuto risultante (Foto 3) è costituito dalla vaschetta integra + il film TOP di sigillatura. Il film TOP dovrà essere con ferito nel contenitore per la plastica, mentre la vaschetta Barrier+ integra potrà essere conferita nel contenitore per la carta. NO COMPOST
Il contenitore Barrier+ dopo l’apertura e lo svuotamento (Foto 1, 2) può essere separato dal film bottom tirando il film in un angolo del contenitore (Foto 4), segue la delaminazione del medesimo fino al completo distacca- mento dal contenitore (Foto 5).
Il rifiuto risultante (Foto 6) sarà costituito dalla vaschetta + il film TOP di sigillatura + il film interno (bottom). I rifiuti di film plastico dovranno essere conferiti nel contenitore per la plastica, mentre la vaschetta Barrier+ in pura cellulosa potrà essere conferita nel contenitore per la carta o in quello per l’umido. OK COMPOST
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