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Razze

La Pecora della Val Senales

of Lagorio R.


Il termine transumanza ha il sapore di altri tempi. Evoca mondi e tempi lontanissimi, di genti e animali in viaggio per giorni alla ricerca di pascoli, rade, alpeggi in grado di assicurare la sopravvivenza. Buona parte dello scambio di culture è avvenuto nei secoli per mezzo delle transumanze: la civiltà è nata con la pastorizia e la transumanza è stato il modello di allevamento prevalente almeno sino a metà Ottocento. La lenta marcia degli ovini fu anche il punto di partenza della finanza attuale e culla della cultura commerciale. Basta ricordare che la nascita del Monte dei Paschi di Siena nel 1472 fu il primo considerevole effetto delle ingenti risorse economiche che affluivano nelle casse dello Stato senese a seguito dell’emanazione dello Statuto della Dogana dei Paschi Maremmani.

Oggi che tutto questo sembra appartenere (almeno per alcuni) al passato, fa clamore sapere che vi sono ancora greggi di oltre 2.500 pecore che ogni anno superano frontiere e ghiacciai alla ricerca di ricche pasture. Accade in Val Senales, una delle vallate altoatesine dove le tradizioni sono più radicate. La seconda domenica di giugno i proprietari di pecore della Val Venosta e di Senales, una trentina, raggruppano gli animali al lago di Vernago dopo averli marcati con colori o lettere per renderli riconoscibili. Da qui si parte alla volta della valle di Vent, con una pausa al rifugio Bella Vista a 2.845 metri, a pochi passi dal confine tra Italia e Austria. «L’usanza vuole che i pastori consumino una zuppa d’orzo prima di ripartire» confida il gestore Paul Grüner. Al corteo partecipano i capofamiglia che hanno conferito le pecore a Markus Gurschler, che le governa durante i mesi estivi. «È lì tra i ghiacciai, dove uno crede che non ci sia più nulla, che talvolta il prato si tinge di blu perché spuntano fiori a non finire. E le pecore brucano solo il meglio», spiega.

Nel dicembre 2019 la tradizione della transumanza è stata inserita nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco e l’adesione della Val Senales, dove da sempre i pastori la praticano, si è rivelata un’importante opportunità turistica.

La transumanza ha come protagonista la Pecora della Val Senales, razza da carne e lana, che deriva dagli ovini di razza Bergamasca e da altre razze autoctone, spesso incrociate con le slovene Jezersko e Solčavska, tipiche delle terre orientali che appartenevano al dominio degli Asburgo prima del conflitto mondiale. Ha una taglia media, un vello di colore prevalentemente bianco o bianco paglierino, talora macchiettato di nero. Ha un’elevata prolificità e un buon istinto materno. Può essere allevata esclusivamente al pascolo: questa è la sua caratteristica più importante, ma anche ciò che la rende meno competitiva sul mercato. La sua alimentazione, costituita dalle erbe dei pascoli polifiti della valle, ricchi di minerali, è integrata esclusivamente con foraggi e cereali locali.

Se negli anni Sessanta la pecora della Val Senales era la principale razza allevata in provincia di Bolzano, impiegata per la produzione di lana e carne specie nei villaggi della Val Venosta, della Val Solda e della Val Martello, oggi la sua popolazione è in forte declino, e nella valle si contano circa 1.500 capi, con una media che va dai 5 a un massimo di 40 capi nei circa 60 masi che la ospitano.

Sabato 10 e domenica 11 settembre i pastori e le greggi hanno compiuto il tradizionale viaggio in senso opposto con festa finale e arrivo rispettivamente a Vernago e a Maso Corto. Fino al 25 settembre i 15 ristoranti e locande della Val Senales hanno invece proposto i piatti di carne di agnello e l’acquisto delle ipotsch, le pantofole di feltro realizzate con la lana delle pecore della Val Senales. Da segnarsi per le prossime manifestazioni l’Oberraindlhof (telefono: 0473 679131, www.oberraindlhof.com), dove Helmut Raffeiner ha proposto l’arrosto tradizionale di agnello, il Golden Rose di Certosa col petto d’agnello confit e il Rifugio Bellavista con le specialità affumicate di pecora. Nel Maso Schroflhof, alto su Monte Santa Caterina, all’ingresso della valle, Florian Kneissl, macellaio contadino, con la carne delle pecore produce salsicce da bollire e salsicce leggermente affumicate con fumo di larice e ginepro.

Riccardo Lagorio


Nota

Si possono acquistare manufatti di lana e feltro presso: Associazione Turistica Val Senales, frazione Certosa 62, telefono: 0473 679148.



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