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ICoMST 2023, un successo di presenze e contenuti

of Redazione


Si è svolta a Padova, dal 20 al 25 agosto scorso, presso il nuovo Padova Congress, la 69a edizione dell’International Congress of Meat Science and Technology (ICoMST), l’unico congresso internazionale a taglio scientifico e tecnologico dedicato specificatamente alle carni fresche e trasformate. ICoMST è un evento annuale che si tiene in varie località del mondo e ha una lunga storia che risale al primo meeting tenutosi ad Helsinki nel 1955. In 69 anni di storia, l’ICoMST è stato ospitato in Italia una sola volta, nel 2002 a Roma, presso la sede della FAO.
L’obiettivo principale di questa edizione era quello di condividere conoscenze ed esperienze nell’ambito della scienza e della tecnologia della carne attraverso un programma scientifico di elevata qualità che ha dato spazio a keynote lectures tenute da scienziati di chiara fama provenienti dal mondo accademico e industriale, brevi comunicazioni orali da parte di giovani ricercatori e poster sessions.
Gli argomenti trattati nelle cinque giornate di Congresso hanno spaziato dalle problematiche zootecniche, ambientali e di benessere animale alla biochimica del muscolo e delle carni, alla microbiologia, alla qualità, alla sicurezza, alla sostenibilità delle carni e dei salumi, alla valorizzazione dei prodotti carnei tutelati, alle tecnologie di lavorazione, trasformazione e conservazione. Quest’anno, inoltre, sono stati approfonditi alcuni temi “caldi” come quello dei prodotti “alternativi” alla carne, vale a dire “carne coltivata” e “carne vegetale o plant-based meat” e dell’uso degli insetti nell’alimentazione animale. Ha completato il programma la tavola rotonda Meat and Society, il prosieguo della Dichiarazione di Dublino (www.dublin-declaration.org/it), in cui si è discusso dell’importanza della carne e della zootecnia per ambiente, salute umana, economia e società di oggi e delle soluzioni per migliorare e rendere ancora più sostenibile la filiera della carne. All’evento si sono iscritti oltre 600 delegati provenienti da 44 Paesi.
Relatori di punta
Tra i relatori principali al congresso ricordiamo Frédéric Leroy, professore di Scienze e Tecnologie alimentari all’Università di Bruxelles, Giuseppe Pulina, professore ordinario di Etica e Sostenibilità degli Allevamenti all’Università di Sassari e tra i primi 1.000 top animal scientist al mondo, Antonella Dalle Zotte, presidente (chair) del congresso, e Alice Stanton del Royal College of Surgeons in Irlanda e tanti altri scienziati tra le menti più brillanti del settore.
«Il tema del congresso è “Dalla tradizione all’innovazione verde”, che serve a ricordare il significato dei prodotti alimentari tradizionali nelle culture dei vari Paesi, profondamente radicati nella nostra storia, sussistenza, qualità, economia e società» ha spiegato la professoressa Dalle Zotte.
«Sebbene l’innovazione sia inevitabile, dovrebbe essere quindi perseguita come un “cambiamento desiderato”, che comprende la sostenibilità e il miglioramento della salute umana».
«La tradizione è un’innovazione che ha funzionato ed è stata mantenuta — ha sottolineato il professor Pulina — perciò se riusciamo a innovare e ad innovare bene, l’innovazione prima o poi diventerà una tradizione.
L’Italia ha un’antichissima tradizione di allevamento e di trasformazione delle carni. Siamo tra i leader mondiali delle carni trasformate suine e tra i leader europei della produzione delle carni avicole. Per quanto riguarda le carni bovine, siamo tra le nazioni che riescono ad ottenere dei prodotti di altissima qualità, con le nostre razze, in maniera altamente sostenibile — ha ricordato il presidente di Carni Sostenibili — per cui la nostra tradizione sicuramente è una guida per l’innovazione. Ma se l’innovazione non si innesta su dimensioni territoriali, su una cultura diffusa dell’allevamento e della trasformazione delle carni, l’innovazione resta sterile. Questa quindi è un’occasione per ribadire che la cultura viene sempre prima di tutto: per cui, studiare studiare studiare!».

Il giorno delle industrie:
Inalca tra le best practice mondiali nell’economia circolare
Ad ICoMST 2023 sono andate in scena anche le esperienze internazionali delle industrie di trasformazione, con la presentazione di alcuni casi di interesse mondiale, tra cui l’italiana Inalca, presentata come modello di riferimento per l’economia circolare. Nel corso della tavola “The Role of meat in society: the science has spoken…now what?”, sono emerse le aspettative dell’industria della carne verso la comunità scientifica.
Secondo Giovanni Sorlini, responsabile, qualità, sicurezza e sostenibilità di Inalca, «la transizione verso processi di economia circolare necessita di un sostegno proattivo e costante da parte della comunità scientifica, soprattutto nella fase di trasferimento tecnologico di tecnologie emergenti su scala industriale, come ad esempio la pirolisi per la produzione di biochar, un fertilizzante ottenuto da scarti e sottoprodotti agroalimentari in grado di contribuire alla decarbonizzazione dell’allevamento bovino».
Sorlini ha sottolineato che per «sostenere questa transizione, gli attuali strumenti di ricerca ed innovazione, come i cluster tecnologici, le piattaforme e i consorzi sono sicuramente adeguati per promuovere il dialogo tra imprese e comunità scientifiche, ma a condizione che queste siano in grado di sviluppare anche i processi di networking ed aggregazione fra vari soggetti coinvolti, con particolare riferimento alle istituzioni che sono chiamate all’aggiornamento normativo. In altri termini, le imprese chiedono alla comunità scientifica di saper legare i processi di ricerca propriamente detti con quelli di innovazione e trasferimento tecnologico che necessitano di metodologie di lavoro specifiche».
Il caso Inalca, la maggiore azienda italiana e uno dei principali player europei nella produzione di carni, è stato illustrato ai numerosi partecipanti per il suo impegno nei processi di economia circolare, che consente la sistematica valorizzazione di sottoprodotti e scarti, privilegiando ove possibile il recupero per l’utilizzo alimentare. «Il modello di azienda integrata a tutti i livelli della filiera produttiva, rappresentato da Inalca è la condizione di base che rende possibile questa transizione verso nuovi modelli di bioeconomia e di contrasto al cambiamento climatico» ha spiegato Sorlini. «Solo con la combinazione efficiente dei due sistemi, agricolo e industriale, è infatti possibile attuare su ampia scala attività industriali di recupero di materie organiche e migliorare la sostenibilità complessiva delle produzioni.
L’iniziativa più recente — ha sottolineato Sorlini — è costituita dall’inaugurazione di un innovativo impianto alimentare avviato nella sede storica del Gruppo a Castelvetro di Modena, che consente per via termica il recupero e la trasformazione di ossa ed altre parti dell’animale idonee al consumo umano, ma sino ad ora destinate ad altri utilizzi. Da tali prodotti l’impianto consente di ricavare grasso bovino alimentare e proteine dai molteplici utilizzi, oltre a semilavorati a base di collagene da destinare all’industria farmaceutica per la realizzazione di capsule protettive di medicinali».
Infine, Sorlini ha ricordato gli altri stabilimenti che integrano il modello circolare: 6 impianti di biogas e 1 di biometano per l’autoproduzione energetica, oltre a un impianto di compostaggio dedicato al successivo recupero dei digestati provenienti dagli impianti di biogas per la produzione di fertilizzanti organici reimpiegati nei terreni agricoli del Gruppo. A questi si aggiungono 8 cogeneratori e una rete di pannelli solari installati nelle aziende agricole ed in tutti gli stabilimenti del gruppo.


Fonti: 
EFA News – European Food Agency, efanews.eu
Carni Sostenibili, carnisostenibili.it
ICoMST 2023, icomst2023.com
Italian Journal of Animal
Science, icomst2023.com/italian-journal-of-animal-science


Nota

Tutte le presentazioni dei relatori verranno pubblicate con libero accesso su Italian Journal of Animal Science, la prestigiosa rivista scientifica che pubblica studi internazionali in scienze animali, genetica, allevamento e gestione del bestiame.

>> Link: www.icomst2023.com



Consorzio Sigillo Italiano con la carne sostenibile e certificata a ICoMST 2023

«Parlando di tradizione e di innovazione sostenibile nell’ambito della produzione di carne non poteva mancare il supporto del Consorzio Sigillo Italiano che su questi temi sta organizzando tutta l’attività basata sui disciplinari di produzione SQNZ (Sistema di Qualità Nazionale in Zootecnia)» ha commentato Giuliano Marchesin, direttore del Consorzio. «Il percorso verso la sostenibilità, come sinonimo di qualità ed eccellenza, passa anche attraverso la ricerca e lo studio di tutte le fasi produttive. La presenza al congresso da parte del Consorzio Sigillo Italiano, e di tutte le organizzazioni associate, vuole essere un punto di partenza per intrecciare relazioni con il mondo accademico al fine di sviluppare progetti che possano coinvolgere in prima persona gli operatori della filiera ed in particolar modo gli allevatori, vero fulcro e punto di partenza per le produzioni di qualità».
La partecipazione del Consorzio Sigillo Italiano a ICoMST si è resa possibile grazie al contributo fondamentale del Consorzio Carni Qualità Piemonte, che ha messo a disposizione le risorse del progetto di comunicazione finanziato con i fondi del bando 2 della misura 3.2 del PSR 2014-2020 della Regione Piemonte, annualità 2022/2023.


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