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#LaParolaGusta

Destinazione vacanziera che scegli, cibo di strada che trovi

of Garofalo P. A.


Vi è mai capitato di scegliere la meta della vostra vacanza o del vostro fine settimana lontano da casa basandovi sul cibo, la ricetta o lo street food che vi attira da provare? Beh, che dire, a me capita… spesso!
Certo oggi, soprattutto nelle grandi città, le diverse cucine regionali si possono trovare nella proposta gastronomica offerta nei molti ristoranti ma, ammettiamolo, mangiare il prodotto nel luogo dove è nato ha sempre un sapore e un fascino unico.
In Italia, quando si parla di street food, il Paese sembra unirsi in nome del gusto. Partendo dalle ricette regionali, dalla storia e dagli ingredienti del territorio, lo street food di carne è il protagonista delle passeggiate nei borghi antichi, degli spuntini in spiaggia di fronte ad un mare azzurro e dei divertenti aperitivi dopo le visite ai musei e monumenti delle città d’arte.
E allora perché non sfogliare una guida “del cibo di strada” italiano per farsi aiutare a scegliere la prossima vacanza? E come non rendersi conto che molte delle ricette tradizionali del nostro street food hanno la carne come protagonista?
Che tu sia un amante dei Meraner würstel o dei Bratwurst, accompagnati dall’immancabile senape e dai bretzel, non potrai che scegliere di passare da via Goethe a Bolzano, dove troverai i chioschi specializzati ad aspettarti, uno tra tutti il Walter & Michi’s Würstelstand, presso cui comprare uno dei loro caldi e croccanti würstel e gustarlo passeggiando nell’incantevole Piazza delle erbe.
Continuando a sfogliare la nostra guida ideale dello street food italiano, partendo da Nord e iniziando ad attraversare la penisola, di sicuro incontreremmo gli sciatt valtellinesi, la focaccia genovese e quella mitica di Recco, in Romagna la piadina con l’iconico squacquerone e i salumi d’accompagnamento, da mangiare in Emilia con il gnocco fritto.
Ma usando la carne alla base della ricetta come minimo comun denominatore, come non visitare Firenze e i suoi musei senza passare dal Mercato Centrale, perdersi tra i colori e i profumi e fermarsi dal chiosco della Ditta Eredi L. Nigro. Quinto Quarto di terza generazione per assaporare il più celebre panino della città, quello con il lampredotto? Ossia l’abomaso, il quarto stomaco del bovino, usato dai trippai fiorentini per preparare il tradizionale panino. Viene bollito nel brodo vegetale, servito nel panino leggermente bagnato e condito con sale, pepe e, a scelta, salsa verde a base di aglio e prezzemolo o salsa rossa piccante.
Si può parlare di cibo di strada senza pensare ai fritti? Direi proprio di no e ricercare dove poter assaporare le migliori olive all’ascolana, farcite con un ripieno a base di carne macinata, scorza di limone, uova, parmigiano e noce moscata, quindi impanate e fritte nell’olio bollente, può diventare una bellissima scusa per visitare le Marche e la bellissima Ascoli Piceno con la sua rinascimentale Piazza del Popolo.
Una volta deciso che le Marche saranno la vostra destinazione, non dimenticate di passare da Ancona dove al Ristoro Panini da Mario potrete ordinare il panino con le spuntature. Si tratta di un panino farcito con interiora di vitello o agnello, arricchito nel gusto con peperoncino e altri aromi. Attenzione perché nel resto d’Italia con il termine “spuntature” si indicano le costine di maiale mentre qui indicano il budello dell’intestino tenue del vitello da latte, che viene lavato a fondo, marinato con vino bianco, sale, aglio, rosmarino, salvia, peperoncino e successivamente arrostito sulla griglia.
Siete ancora indecisi su dove fermarvi? Basta spostarsi di regione e, arrivando in Abruzzo, diventa impossibile non farsi rapire dal fascino degli arrosticini, cibo di strada per eccellenza che oggi ha conquistato tutti anche fuori dalla sua regione, a base di carne di pecora, tagliata a piccoli pezzi, infilata in spiedini di legno e cotta sul tipico braciere.
Religione, sport, musica e concerti, oltre ad arte e storia, sono di solito le prime cose che ti spingono a vistare Roma, ma una volta lì non vuoi concederti un salto a li castelli? Ad Ariccia, in provincia di Roma, dove la porchetta si fregia del marchio igp. Riconoscibile per la sua crosta croccante, fette saporite di carne rosata, aroma perfettamente in equilibrio tra rosmarino, pepe e aglio.
Qui potrete provare, tra i tanti locali che la propongono, quella di Porchetta Leoni, che da quasi un secolo ha legato il suo nome alla celebrata specialità norcina dei Castelli.
Spingendosi verso il Sud Italia per cercare uno dei tanti mari cristallini che bagnano il nostro Meridione, scegliere la meta basata sul cibo di strada ci farebbe andare davvero in crisi, pensando ai cuoppi napoletani, alla focaccia barese e ai panzerotti rustici salentini. Rimettendo però la carne al centro del nostro viaggio possiamo concludere citando gli gnummareddi in Puglia e Basilicata e il pani câ meusa di Palermo.
I primi sono involtini di interiora, avvolti all’interno di budello di agnello o capretto, aromatizzati con foglie di alloro e cotti alla griglia. Per gustarli vi consiglio di cercare i mercati ma, soprattutto, le feste di paese, dove vengono grigliati a vista e serviti bollenti. Spesso cambiano il nome da un paese all’altro, ma in qualsiasi modi li chiamerete il gusto vi sorprenderà.
Il pani câ meusa invece è il simbolo del cibo di strada palermitano, un panino con un mix di frattaglie dove non può mancare la milza da cui prende il nome. Le frattaglie vengono bollite, tagliate a fettine e soffritte e utilizzate per farcire il tipico panino morbido, la vastedda. Mangiato rigorosamente caldo e, perché no, arricchito con caciocavallo o ricotta stagionata. Qui il miglior posto dove scoprirlo è ovviamente il mercato storico della Vucciria di Palermo, nato proprio per il commercio della carne.

Si potrebbe continuare e riempire pagine e pagine per descrivere tutte le golosità che l’universo del cibo italiano offre, anche perché, come capita per tutte le altre ricette, pensate a quante possono essere le versioni che poi ogni piccolo paese o provincia propone e alle ricette diverse di ogni singolo ristoratore ha inventato. Certo è che conoscere un piatto nuovo, una ricetta tradizionale, ricercare sapori di una volta, sono le scuse, le motivazioni più belle e genuine per scegliere le nostre prossime mete. Buona scoperta a tutti!


Paolo Amedeo Garofalo



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