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Trend di consumo in Italia tra cauto ottimismo e sfide economiche

di Redazione



La 14a edizione dell’EY Future Consumer Index, che ha sondato le opinioni di 23.000 cittadini in tutto il mondo, 500 dei quali in Italia (l’indagine si è svolta tra il 21 marzo e il 16 aprile 2024, NdR), evidenzia un cambiamento significativo nei comportamenti dei consumatori italiani, influenzati dall’incertezza geopolitica ed economica globale. Dalle risposte degli Italiani emerge infatti un quadro di preoccupazione per la propria condizione economica (44% dei rispondenti) e l’economia nazionale (52%), percentuali entrambe in calo rispetto al dato registrato nella precedente edizione, a gennaio 2024 (nella 13a edizione del FCI, il 91% dei consumatori italiani si diceva preoccupato per la propria condizione economica, e l’81% era preoccupato in maniera più ampia per l’economia del Paese, NdR), dimostrando una grande capacità di adattamento e resilienza da parte dei consumatori.


Trend di consumo e aspettative future

Nonostante la pressione sui costi della vita e le preoccupazioni economiche, le aspettative per il futuro rimangono abbastanza positive, soprattutto per i consumatori con i redditi più elevati, col 23% degli Italiani che prevede un miglioramento nei prossimi tre anni. L’aumento del costo della vita e delle spese sanitarie rimane tuttavia la principale preoccupazione per i consumatori, con il 71% preoccupato per l’aumento dei prezzi di elettricità, gas e acqua e il 67% per l’incremento dei prezzi di beni alimentari. Seguono al terzo posto i temi legati alla salute (61%) e subito sotto il costo dei carburanti (59%).

«L’EY Future Consumer Index ha evidenziato diversi temi significativi che riflettono il cambiamento in corso nei comportamenti dei consumatori italiani» ha commentato Stefano Vittucci, Consumer Products and Retail Sector leader di EY Italia. «Innanzitutto il sentimento dei consumatori si esprime in un cauto ottimismo, il 23% prevede un miglioramento della propria situazione economica nei prossimi tre anni, anche in presenza di persistenti pressioni economiche. Le spese dei consumatori sono impattate ancora da incertezze economiche, dagli effetti inflattivi e impatti climatici. Molte aziende, quindi, stanno implementando azioni sui prezzi, rivisitazioni del portafoglio prodotti e iniziative di produttività. Inoltre, l’influenza digitale è in aumento: il 33% segue regolarmente influencer sui social media e il 51% si affida a loro per le scelte di acquisto. La proliferazione dei canali di vendita sta rendendo più frammentata l’esperienza di consumo e diventa fondamentale rivedere le strategie di marketing. Infine, sempre più rilevanza acquista la gestione dei dati che può portare significativi vantaggi nella relazione con i consumatori, i quali mostrano disponibilità a scambiare informazioni personali in cambio di esperienze sempre più personalizzate».


Le priorità dei consumatori

Dall’indagine emerge che gli Italiani prestano grande attenzione in particolare a tematiche legate all’ambiente e alla sostenibilità, posizionando l’Italia come uno dei Paesi con una più alta priorità ambientale, in cui il 75% è preoccupato per il cambiamento climatico e il 49% orienta i propri acquisti in ottica di sostenibilità. Le priorità dei consumatori sono omogenee per tutti i livelli di reddito e per tutte le fasce d’età, con Baby Boomer, Gen X e Millennial che pongono attenzione sull’accessibilità economica (rispettivamente per il 42%, 34% e 33%), seguita dai temi legati alla sostenibilità (rispettivamente 16%, 26%, 29%). Per la Gen Z, invece, al primo posto c’è l’attenzione ai temi legati alla salute (29%), seguita sempre dalle tematiche di sostenibilità (26%) e, all’ultimo posto, dall’accessibilità economica (13%).

La sostenibilità rimane un’area di interesse fondamentale per i consumatori: il 95% si sta sforzando di non sprecare il cibo e il 58% ricicla o riutilizza regolarmente i prodotti dopo l’uso. Le aziende dovrebbero considerare la possibilità d’identificare le aree con il maggiore impatto materiale, come i rifiuti di plastica, l’intensità dell’acqua o l’impronta di carbonio durante il processo di produzione, al fine di ridurre le emissioni. Proprio in quest’ottica, il 35% dei consumatori sarà più orientato sull’acquisto di prodotti di seconda mano e il 74% tenterà di riparare i prodotti, qualora sia possibile farlo. Le aziende potrebbero prendere in considerazione la possibilità di rivedere e adattare i loro brand e prodotti per allinearsi alle esigenze dei consumatori, sempre più attenti al budget e all’impatto economico, ambientale e sociale, introducendo nuovi formati più piccoli e differenti packaging.


L’esperienza di acquisto

La crescita delle marche commerciali (le cosiddette private label) è evidente, coi consumatori che pianificano di acquistarne di più in futuro, rispecchiando le stesse caratteristiche dei prodotti di marca per il 55% dei rispondenti. Le categorie di prodotto private label che i consumatori sono maggiormente inclini ad acquistare sono prodotti per la casa, abbigliamento e accessori, personal care e cibo confezionato (packaged food). La generazione X è quella più favorevole alle private label, seguita da Baby Boomers e Gen Z. Un terzo degli intervistati non tornerebbe ad acquistare prodotti di marca una volta provati i prodotti delle marche commerciali.

Con la riduzione del divario di prezzo tra i prodotti a marchio privato e quelli di marca, i consumatori acquisteranno generi alimentari sempre più in base al valore e non alla fedeltà alla marca. Infatti, il 52% dei consumatori afferma di comprare prodotti di marca solo in offerta, promozione o scontati.

L’aumento del numero di canali digitali sta offrendo ai consumatori la flessibilità che desiderano, ma allo stesso tempo sta incrementando i costi per le aziende che devono fare i conti con un mercato in continua trasformazione e soggetto ai social media e a personalità influenti tra le community on-line che impattano sulle abitudini di acquisto. Dall’EY Future Consumer Index emerge che il 33% degli Italiani segue regolarmente influencer, blogger o vlogger e nelle scelte di acquisto il 51% si affida a prodotti raccomandati o promossi dagli stessi influencer. Il 43% ha ammesso infine di aver acquistato un prodotto esclusivamente sulla base di una raccomandazione o di una promozione fatta da un influencer.

La preferenza dei consumatori — soprattutto Millennial e Gen Z — per l’utilizzo di app di shopping sta trasformando il panorama del retail, generando nuove opportunità per i brand. Tra le ragioni principali dell’utilizzo delle app vi è il desiderio di accedere a sconti e offerte esclusivi (50%), una maggior comodità (45%), l’attrazione per promozioni o offerte riservate agli utenti dell’app (34%). I consumatori si sentono sempre più a loro agio a condividere dati personali in cambio di esperienze personalizzate. Tuttavia, rimangono cauti riguardo alla sicurezza delle proprie informazioni personali: il 62% è preoccupato di come vengano gestiti i dati che li riguardano, il 63% teme una violazione dei propri dati e il 70% teme un furto di identità o frode.



Fonte: EY Future
Consumer Index, ey.com



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