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Attualità 

Per le imprese nuovi paradigmi per affrontare cambiamenti e incertezza

di Redazione



Il contesto attuale presenta numerosi fattori di complessità e incertezza destinati a condizionare pesantemente lo scenario economico a livello globale. Al contempo, le spinte normative e le nuove tecnologie sono destinate ad accelerare ulteriormente i processi di cambiamento in atto. Col contributo di Maurizio Marchesini, presidente di Nomisma, cerchiamo di capire come le imprese italiane si stanno preparando per affrontare le nuove sfide.


Quali sono le prospettive per l’economia italiana?

«Per i prossimi mesi le prospettive non sono particolarmente brillanti, ma nemmeno drammatiche. Certamente ci sono elementi di forte incertezza destinati ad avere un grande peso sull’evoluzione del ciclo economico: i conflitti internazionali, i risultati elettorali in alcuni Paesi chiave, l’evoluzione delle politiche monetarie e dell’inflazione, le politiche di diversi Paesi in termini di dazi. Inoltre, per noi europei la crisi tedesca potrebbe avere un peso rilevante sulla crescita economica nel breve e medio termine. Per migliorare la propria competitività è quindi indispensabile che le nostre imprese siano pronte ad affrontare in modo consapevole e tempestivo qualsiasi scenario, continuando a investire».


In questo scenario come si stanno muovendo le imprese?

«In questa delicata fase le imprese italiane dovranno fare scelte cruciali che le porteranno a porre le basi per affrontare con successo questi grandi cambiamenti. Nel frattempo, dovranno continuare a fare ciò che già stanno facendo bene, rafforzando la capacità di progettare, produrre ed esportare prodotti di qualità. Sicuramente non possono più pensare di competere sui prezzi bassi: il nostro valore si trova nella qualità, personalizzazione e nelle piccole produzioni di nicchia. Queste ultime diventano particolarmente interessanti quando si trasformano in nicchie a livello globale. In questo contesto, l’innovazione e la tecnologia giocano un ruolo cruciale. Per esempio, l’Italia ha un grande potenziale in settori come i supercomputer, dove siamo già tra i principali attori a livello mondiale ma è essenziale sviluppare le infrastrutture necessarie, come i distretti della conoscenza, e rendere il nostro Paese più competitivo e attrattivo a livello di capitali, competenze e talenti».


Quanto è importante operare a livello di sistema e avere sinergie a livello di paese?

«In Italia abbiamo un problema di produttività che tuttavia, non a caso, ha iniziato a migliorare quando abbiamo cominciato seriamente a sviluppare la digitalizzazione e l’implementazione del Piano Industria 4.0, a conferma del fatto che la tecnologia può contribuire concretamente ad aumentare l’efficienza del nostro sistema. Peraltro, nei territori e nei distretti dove il tessuto produttivo è riuscito a creare sinergie virtuose tra pubblico e privato, attirando investimenti e competenze, l’approccio sistemico funziona e riesce anche a fungere da volano e da modello di sviluppo. Le piccole e medie imprese dovrebbero essere sostenute e incentivate a collaborare e sviluppare sinergie in grado di aiutarle ad affrontare le sfide globali e mantenere una posizione competitiva nel mercato internazionale».


Quindi, ritiene che dovremmo puntare su infrastrutture più aperte e partecipative, anche coinvolgendo il pubblico?

«Assolutamente sì. Le infrastrutture devono essere accessibili, aperte e, se possibile, sostenute dal pubblico. Un esempio concreto è lo sviluppo dei supercomputer, un’infrastruttura strategica per l’Italia, che può attrarre investimenti privati. Ma affinché questo abbia successo devono essere create le condizioni adeguate. In Italia le aziende devono far fronte a una serie di problemi strutturali, tra i quali anche la carenza di giovani qualificati. A questo riguardo andrebbe affrontato in modo profondo il miglioramento del livello di istruzione e formazione nel nostro Paese e la fuga dei talenti che preferiscono cercare opportunità all’estero, dove le politiche abitative, contrattuali e di welfare sono più interessanti. Il nostro tasso di laureati è basso rispetto ai principali competitors a livello internazionale e questo finisce anche con il limitare le opportunità di crescita delle nostre aziende».


Che ruolo sono destinati a giocare le nuove tecnologia nella trasformazione della nostra economia?

«L’automazione e la digitalizzazione stanno cambiando radicalmente il modo in cui operano le imprese, non solo per ridurre i costi operativi, ma anche per migliorare le condizioni di lavoro e aumentare efficienza e produttività. Senza dimenticare le opportunità derivanti dall’applicazione dell’intelligenza artificiale. È però essenziale affrontare questi cambiamenti con una visione a lungo termine, investendo con costanza e convinzione in innovazione e ricerca per mantenere alta la qualità dei nostri prodotti e servizi».


Quali sono, invece, le principali difficoltà nel passaggio verso pratiche più ecologiche?

«La sostenibilità è tema di fondamentale importanza oltre che una necessità a livello di mercato. Questo fa sì che le aziende siano chiamate ad affrontare sfide sempre più impegnative per migliorare la loro governance e ridurre il loro impatto ambientale. Le normative europee, per esempio, richiedono di calcolare e ridurre le emissioni di carbonio, monitorando e gestendo l’impatto lungo tutta la filiera produttiva. Ciò richiede investimenti in nuove tecnologie e in processi in grado di favorire l’adozione di pratiche sempre più sostenibili».


Come sta evolvendo l’offerta Nomisma?

«Col crescere di complessità e incertezza, per prendere decisioni consapevoli e orientare le proprie strategie le aziende hanno sempre più bisogno di dati, informazioni e analisi solide e aggiornate. Al contempo, necessitano del supporto di competenze esperte per una corretta interpretazione delle dinamiche in atto e per individuare soluzioni mirate e innovative. Perciò Nomisma ha sviluppato solide competenze multidisciplinari, metodologie proprietarie e un approccio consulenziale che consentono di affiancare singole imprese, associazioni, istituzioni nei processi decisionali».



Fonte: Nomisma


In foto, Maurizio Marchesini, CEO del Gruppo omonimo e presidente Nomisma (photo © www.marchesini.com).



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