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Formazione

Progetto Boes, filiera bovini sardi

di Redazione


La regione storica del Marghine si candida a diventare punto di riferimento nazionale nel miglioramento della produzione delle carni bovine. E lo fa a pieno titolo grazie ad un progetto che vede la collaborazione di Università, aziende agricole e trasformatori, uniti nell’affinare metodologie di allevamento e lavorazione delle carni con una maggiore sostenibilità ambientale, maggiore resa e rispetto del benessere animale. Il sodalizio che dall’anno scorso porta avanti il progetto Boes — così si chiama il percorso intrapreso —, è formato dalle imprese Fratelli Milia Società Agricola, Milia Agro-Zootecnica Società Agricola, Azienda Agricola Peppe e Costantino Milia e la collaborazione del Dipartimento di Agraria, sezione di Scienze Zootecniche dell’Università di Sassari, con la guida scientifica del prof. Alberto Stanislao Atzori, il dottor Francesco Piras come innovation broker e la dottoressa Daniela Auzzas di Credit Data Research Italia come società di progettazione.

Finanziato dall’Agenzia regionale per il sostegno all’agricoltura, ARGEA – PSR Sardegna 2014/2020 fondo Feasr 16.1 SECONDA FASE – “Sostegno per la costituzione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”, è stato avviato a febbraio 2023.

«Il progetto è giunto ora a una fase di studio e ricerca — spiega Antonello Milia, della Milia Società Agricola — che permette di profilare già nuovi metodi di alimentazione dei vitelli ma anche, per quanto riguarda la trasformazione delle carni, nuove metodologie di frollatura. Abbiamo da poco analizzato gli stati di avanzamento del progetto con importanti novità derivate dalla sperimentazione sul campo. Il tutto sotto la supervisione degli accademici che affiancano questo percorso».

Non solo: intenzione dei partecipanti è di fare degli incontri validi di attività formativa mirata a coinvolgere e sensibilizzare gli attori chiave della filiera. In particolare, sarà organizzato un ciclo di tre giornate formative che includeranno seminari tecnici e living labs di discussione con gli attori della filiera. «I seminari tratteranno nello specifico alcune delle tematiche cruciali e strategiche della zootecnia sarda — spiega invece Daniela Auzzas — quali l’ottimizzazione del sistema produttivo vacca-vitello, l’alimentazione e la gestione del vitellone da carne e la valorizzazione della qualità della carne dei bovini di razza Limousine. I temi saranno affrontati e approfonditi da esperti e ricercatori del panorama nazionale.

Seminari e living labs saranno aperti ad allevatori, tecnici, trasformatori e consumatori, con l’obiettivo di favorire la diffusione delle conoscenze del settore e lo scambio di idee innovative. Le giornate formative rappresentano un’opportunità unica per consolidare i discorsi di filiera, diffondere buone pratiche zootecniche e affrontare insieme le tematiche critiche della zootecnia sarda e stimolando proposte di nuove sfide e opportunità per migliorare lo standard di allevamento e la qualità e delle produzioni isolane».

I risultati ottenuti dalla sperimentazione hanno evidenziato importanti novità e margini di miglioramento nella pratica dell’allevamento e della trasformazione in 3 aree di intervento, come indicato dal professor Atzori: «la prima ha previsto un’analisi del sistema produttivo attuale di allevamento del vitellone dalla nascita fino allo svezzamento, al fine di ottimizzare il processo nella fase vacca-vitello. Questa ha incluso la raccolta dei parametri riproduttivi, inclusa la fertilità delle vacche e dei parti e quelli dei parametri produttivi e di accrescimento, tramite il rilievo mensile dei pesi dei vitelli, dei loro accrescimenti e dei pesi allo svezzamento. Sono anche stati rilevati i consumi alimentari e dei parametri di razionamento attraverso l’analisi chimica degli alimenti zootecnici e dei pascoli. Inoltre, si sta procedendo con l’implementazione di tecniche di allevamento e alimentazione tra cui l’integrazione dell’alimentazione lattea del vitello a partire dai 3 mesi di età con concentrato, che consente, da un lato, un recupero più veloce della condizione corporea e dell’attività riproduttiva delle madri, e, dall’altro, accrescimenti più regolari dei vitelli con pesi allo svezzamento più elevati».

L’innovazione di processo introdotta nelle aziende ha lo scopo di ottenere un vitello più pesante e meglio conformato allo svezzamento con implicazioni nel successivo periodo di ingrasso.

«La seconda ha previsto una prova di ingrassamento, con integrazione della dieta dei vitelloni negli ultimi 3 mesi specifica per il miglioramento della qualità del grasso, in modo che si abbiano effetti positivi nel successivo processo di ingrasso e macellazione per tagli di carne bovina di qualità.

La terza ha previsto la definizione di un protocollo di frollatura adeguato alle carcasse ottenute da questo processo di allevamento e macellazione. Le carcasse migliori dei vitelli, nati e allevati nelle aziende partner, vengono frollate in cella per valorizzare i tagli pregiati».

Nel processo sono utilizzate apparecchiature e procedure di controllo per rilevare i parametri di monitoraggio della maturazione al fine di migliorare la qualità della carne e determinare quale sia il protocollo più efficace nel:

preservare le proprietà nutrizionali;
standardizzare l’offerta al consumatore;
migliorare la tenerezza;
esaltare il sapore della carne al fine di ottenere un prodotto di alta qualità e facilmente riconoscibile dai consumatori per le sue esclusive caratteristiche organolettiche e nutritive.


>> Link: www.boesbovinisardi.it



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