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Carne e zootecnia al centro di Expo DiviNazione

di Redazione



Nel contesto dell’evento istituzionale di livello internazionale G7 Agricoltura e Pesca, che si è svolto a Siracusa lo scorso fine settembre, il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, con il patrocinio del Comune di Siracusa, ha organizzato a Siracusa, nell’isola di Ortigia, un’esposizione delle eccellenze dell’agricoltura, della pesca, dell’acquacoltura e del settore vivaistico/forestale nazionale, delle tecnologie innovative utilizzate, eventi e convegni. La manifestazione è stata frutto del coinvolgimento integrato di istituzioni pubbliche, organizzazioni professionali e associazioni di categoria delle filiere di settore, nonché di soggetti pubblici e privati operanti in settori di interesse per le materie di competenza del Ministero dell’Agricoltura. Una bella occasione per l’Italia di valorizzare le eccellenze agroalimentari, scientifiche, culturali, artistiche, architettoniche e paesaggistiche e quelle delle filiere economico-produttive, nonché un’importante vetrina di promozione per la città di Siracusa e l’intera regione siciliana.


La zootecnia bovina di qualità certificata al G7 Agricoltura

Non sarebbe potuta iniziare in modo migliore la presentazione del Sistema di Qualità Nazionale Zootecnia – SQNZ “Vitellone e Scottona allevati ai cereali”: la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha infatti fatto visita allo stand allestito sul lungomare di Ortigia dalla Op Unicarve con la collaborazione del Consorzio Sigillo Italiano il giorno dell’inaugurazione. Al centro dello stand, la vetrina verticale con le costate certificate SQNZ “Vitellone e Scottona allevate ai cereali” dry aged da 30 a 60 giorni di frollatura portate da Gianni Giardina, membro della Nazionale italiana Macellai e Campione del Mondo di Disosso. A spiegare le caratteristiche organolettiche della carne in chiave sensoriale ci ha invece pensato la meat specialist Elisa Guizzo, ideatrice del progetto Di Gusto in Gusto, che ha aiutato i partecipanti ad identificare la qualità di prodotto — una battuta al coltello — attraverso la vista, l’olfatto ed il gusto.


Consorzio Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP

Il Consorzio di Tutela Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP è stato tra i protagonisti del G7 Agricoltura con una postazione all’interno di Casa Italia DOP e IGP insieme a Origin Italia e presso gli stand delle Regioni Umbria e Campania. Ogni giorno è stato possibile raccogliere materiale e notizie sul Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP e sull’attività del Consorzio. Martedì 24 e mercoledì 25 settembre si sono svolti incontri e degustazioni guidate, grazie alle quali è stato possibile conoscere caratteristiche, qualità e segreti in cucina di questa carne d’eccellenza che nasce delle tre razze tipiche: Chianina, Marchigiana e Romagnola. «Il G7 Agricoltura di Ortigia ha rappresentato una grande vetrina internazionale per il made in Italy e per la nostra carne» ha sottolineato Andrea Petrini, direttore del Consorzio di tutela. «Abbiamo partecipato con piacere insieme a tanti “compagni di viaggio” che come noi lavorano ogni giorno per promuovere il meglio delle produzioni italiane».


AIA, in evidenza la progettualità del Sistema allevatoriale nazionale

Il Sistema allevatoriale italiano era presente ad Ortigia con uno stand istituzionale comune tra Associazione Italiana Allevatori – AIA e Associazione Nazionale Coniglicoltori – Anci, ente selezionatore aderente a FedANA (Federazione Nazionale delle Associazioni di Razza e Specie). L’area informativa degli allevatori italiani è stata visitata, tra gli altri, nella giornata inaugurale, dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal ministro Francesco Lollobrigida. Alla presidente Meloni, in particolare, è stato illustrato il Progetto Uzbekistan, un’importante realizzazione completata nel 2023: uno dei più recenti progetti cui ha preso parte l’Anci, ora anche capofila del Progetto Africa per lo sviluppo della produzione di carni cunicole. «Il Progetto Uzbekistan ed il Progetto Africa rappresentano un modello di promozione della genetica, delle competenze e delle eccellenze tecnologiche del made in Italy in ambito agrozootecnico già sperimentato con successo anche in altri Paesi europei e asiatici» sottolineano il presidente ed il direttore dell’Anci Sergio Pompa e Michele Schiavitto.

Aggiungono Roberto Nocentini e Mauro Donda, rispettivamente presidente e direttore generale AIA: «L’Associazione Italiana Allevatori ha messo a disposizione il proprio know-how tecnico per supportare la progettualità sviluppata all’estero. Il modello italiano di realizzazione di validi progetti di produzione e promozione in Paesi esteri in campo zootecnico si conferma strategico anche in un settore come quello della coniglicoltura. Ciò ha permesso l’avvio di allevamenti-pilota in aree spesso svantaggiate o in via di sviluppo, al fine di agevolare per quelle popolazioni la possibilità di approvvigionarsi di proteine nobili d’origine animale a costi accessibili e con buona redditività per gli allevatori locali, fino a raggiungere un miglior livello di autosufficienza alimentare. In particolare, la creazione di un nuovo centro per la riproduzione e l’allevamento del coniglio in Uzbekistan ha consentito al partenariato, dopo i rilievi a livello locale finalizzati all’avvio della progettazione, a seguito della stipula di un memorandum tra i contraenti, di fornire equipaggiamenti per le strutture collaterali (dai macelli fissi e mobili al mangimificio, dai laboratori alle attrezzature specifiche), tecnologie per il trattamento degli effluenti derivanti dall’allevamento (produzione di compost) e per la produzione di energia rinnovabile, creazione di database specifici per la gestione dei dati, indici genetici, attività di formazione e fornitura degli animali finalizzata all’avviamento produttivo. La collaborazione tra l’Associazione Italiana Allevatori e l’Anci e l’elaborazione degli indici genetici frutto dell’esperienza di AIA costituiscono un binomio vincente anche ai fini della promozione del prodotto italiano».


Amadori, The Italian Protein Company

La presenza all’evento del Gruppo Amadori è stata l’occasione per presentare le caratteristiche e la storia di una filiera unica in Italia, punto di forza della qualità garantita da Amadori, la cui eccellenza è rappresentata da “Il Campese”, il pollo allevato all’aperto in oltre un centinaio di strutture fra Puglia e Molise: un progetto imprenditoriale che rappresenta oggi la principale filiera del pollo allevato all’aperto in Italia e una case history economica e sociale per un intero territorio.

A DiviNazione – Expo 24 il Gruppo ha anche illustrato il percorso intrapreso per evolvere la propria offerta, con l’obiettivo di diventare nei prossimi anni la Protein Company italiana più sostenibile e innovativa, grazie ad una proposta alimentare variegata pensata per incontrare le diverse esigenze dei consumatori e caratterizzata dai “colori” delle proteine Amadori: bianche (carni avicole), gialle (uova e ovoprodotti), rosa (carni di suino) e verdi (proteine vegetali). All’interno di “Casa Amadori” (in foto a lato) i visitatori hanno potuto vivere l’esperienza di un virtual tour in un allevamento “Il Campese” e conoscere nei dettagli questa filiera d’eccellenza.



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