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Pronti a cuocere

Faraona all'uva

di Turba D.

Animale molto timido e sospettoso, tradizionalmente allevato in Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia, la faraona domestica deriva, secondo il Ghigi, dalla Numida meleagris meleagris L. (sinonimo Numida meleagris galeata) specie originaria dell’Africa occidentale. Veniva allevata e apprezzata per la sua ottima carne già dai Greci e poi dai Romani, che sacrificavano questi volatili agli Dei con particolari riti propiziatori. La regina Cleopatra si compiaceva di riempirne i suoi giardini sul Nilo. A Roma la faraona giunse forse solo dopo le guerre puniche e fu ritenuto cibo regale. Dopo le invasioni barbariche, che portarono alla distruzione dei grandi allevamenti di animali domestici tra cui le faraone, queste furono reintrodotte in Europa dai Portoghesi, dagli allevamenti arabi.

Miti e leggende accompagnano questo gallinaceo. Le macchie bianche fatte a perla o lacrima sulle sue penne scure, secondo la mitologia greca, sarebbero l’impronta delle lacrime versate dalle sorelle di Meleagro a seguito della sua morte in battaglia. Il dolore fu così intenso che le sorelle lo seguirono nella tomba, ma Diana le trasformò in splendidi “meleagridi” e volle che sul piumaggio rimanessero impresse le loro lacrime come simbolo dell’amor fraterno.

La carne di faraona

Decisamente consigliabile per un pranzo elegante, la carne di faraona è più sapida di quella del pollo e ha un sapore abbastanza simile a quella del fagiano. Per una perfetta realizzazione delle ricette, il volatile deve avere un’età fra gli otto e i dieci mesi; se ha più di un anno la carne è piuttosto dura e necessita di una lunga frollatura.

La cottura richiede a fuoco basso un tempo compreso fra i 40 e i 60 minuti, a seconda del peso del volatile. Nel caso di faraona arrosto è bene bardare il petto con alcune fette di pancetta in modo che la carne si mantenga morbida.

Donato Turba

Macelleria Equincarni – Melzo (Milano)

www.macelleriaturba.it

Ingredienti per 4 persone

1 faraona

Per il ripieno

  • 250 g di fesa di tacchino macinata
  • 250 g di lonza macinata
  • 50 g di pane grattugiato
  • 50 g di parmigiano-reggiano
  • 1 grappolo d’uva
  • 2 uova
  • 100 g di pancetta steccata
  • 100 ml di latte
  • uva secca sultanina
  • 1 cucchiaio grande di cognac
  • sale, pepe nero in polvere, cannella in polvere
  • Metodo di preparazione

    1) Pulire la faraona dalle viscere e dal grasso interno. Schiacciare gli acini dell’uva, mettere il mosto nell’interno della faraona. Porre in frigorifero per alcune ore.

    2)  Preparazione del ripieno. Impastare la carne di fesa di tacchino e di lonza col pane grattugiato, le uova, il parmigiano-reggiano, il latte, l’uva sultanina e aggiustare con sale, pepe e un pizzico di cannella in polvere e del cognac. Dopo aver creato un composto omogeneo aggiungere i chicchi di uva senza romperli.

    3) Riporre il ripieno all’interno della faraona, cucire e avvolgere la faraona con della pancetta steccata. Porre in forno a 180°C per circa 2 ore con un battuto di scalogno. Servire con un contorno di patate al forno.

    Foto 1 – Gli ingredienti per la preparazione della faraona all’uva.

    Foto 2 – La faraona farcita. All’impasto dei vari ingredienti, vanno aggiunti i chicchi d’uva senza romperli.

    Foto 3 – La faraona, cotta a 180°C per due ore circa, può essere servita con un bel contorno di patate.



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