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PR Identity: a ognuno il suo Parmigiano Reggiano

«L’incontro che si è tenuto oggi presso il Labirinto della Masone si inserisce nell’impegno che il Consorzio di Tutela si è assunto per favorire la promozione dei caseifici e la loro presenza diretta sul mercato. In che modo? Incentivando la riconoscibilità del caseificio e della marca aziendale presso il consumatore finale con le vendite dirette negli spacci e nei negozi gestiti direttamente, le vendite on-line e con altre iniziative che abbiamo in campo, come Caseifici aperti e Caseifici in tour. Con questa giornata ci siamo rivolti al mondo professionale della ristorazione e della gastronomia di qualità, per favorire l’incontro diretto tra i nostri produttori e gli utilizzatori finali. L’obiettivo è far diventare questo un appuntamento fisso, aperto anche verso una prospettiva internazionale». Così Giuseppe Alai, presidente del Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano, ha aperto Parmigiano Reggiano Identity, evento che ha radunato 27 caseifici che si sono presentati a Fontanellato (PR), all’interno del Labirinto di Franco Maria Ricci, con le loro diverse produzioni di Parmigiano Reggiano ai vari professionisti della ristorazione e della distribuzione di qualità (gastronomie, delicatessen, gourmandise). I professionisti hanno così potuto incontrare i produttori, conoscere le diverse realtà dei caseifici, per poter scegliere in modo consapevole il Parmigiano Reggiano più adatto alle esigenze proprie e del proprio locale.

«Il Parmigiano Reggiano è un grande prodotto, con una lunga storia e tradizione, che si è mantenuta ad esempio nell’uso dei foraggi della zona di origine e nell’assenza di additivi nella sua produzione — ha affermato il direttore del Consorzio Riccardo Deserti, il quale ha coordinato l’organizzazione della giornata — ma ha una grande ricchezza: vi sono diverse declinazioni, particolarità, legate ai diversi ambienti dove lo si produce (montagna, collina e pianura), alle razze delle vacche, come la Pezzata nera, la Bruna, la Rossa reggiana e la Bianca modenese, alle diverse metodologie produttive e certificazioni, come quelle da agricoltura biologica o kosher o halal. Già ora per il Parmigiano Reggiano si afferma nel mercato sempre più la domanda di questi prodotti specifici e distintivi. E poi, per tutti i caseifici, c’è l’artigiano casaro a fare la differenza.
Mettere a disposizione degli operatori professionisti queste particolarità e la possibilità di conoscere i produttori, significa approfondire la conoscenza del prodotto e del nostro mondo da un lato, dall’altro significa consentire agli operatori della ristorazione e della gastronomia di mettere in risalto presso le loro clientele questa concreta possibilità di unicità. Significa anche percorrere una tappa verso la formazione della Piattaforma gastronomica regionale, il progetto lanciato l’anno scorso col Viaggio verso Expo della Regione Emilia-Romagna e realizzato da ChefToChef, di cui il nostro Consorzio è socio fin dall’origine e che di cui abbiamo chiesto un forte coinvolgimento anche nella giornata di oggi
».

Era infatti presente all’incontro lo chef Massimo Spigaroli, presidente di ChefToChefemiliaromagnacuochi. «Ancora una volta il Consorzio del Parmigiano Reggiano accoglie, e in questo caso specifico anticipa, i bisogni della ristorazione. Una manifestazione che favorisce l’incontro tra chef e produttori coglie nel segno di rafforzare la necessità di uno chef di poter conoscere e a sua volta raccontare al cliente-ospite l’origine delle materie prime da lui utilizzate e le storie delle persone che le producono. Altrettanto significativa è la presentazione della nuova linea del quinto quarto del latte del Parmigiano Reggiano che, come ChefToChef, abbiamo deciso di adottare. Questi prodotti saranno anche il filo conduttore dell’edizione di Centomani in programma il 18 aprile».
L’incontro è stato chiuso da Simona Caselli, assessore all’agricoltura della regione Emilia-Romagna. «Ritengo ottima questa iniziativa di filiera corta che favorisce la conoscenza reciproca tra la gastronomia e i produttori. Se tutti a livello mondiale esaltano la gastronomia della nostra regione, il merito è da condividere tra la ristorazione e i produttori delle nostre eccellenze, il grazie va ad una grande agricoltura e ad una capacità di trasformazione di eccellenza. Questa valorizzazione del nostro sistema deve avere l’obiettivo finale di aumentare il reddito dei produttori, consentire loro di restare sul mercato, mantenendo così in vita le nostre filiere agroalimentari, con le conseguenti ricadute sul sistema economico e l’equilibrio territoriale».


>> Link: www.pridentity.parmigianoreggiano.it



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