Trentino alto Adige
Bressanone
Cantina Kuenhof
Al maso Kuenhof la viticoltura ha una lunga tradizione famigliare e radici profonde, anche in senso letterale: scavano fino a 3 metri sotto il suolo per cercare nutrimento in terreni di scisto, quei suoli che si sfaldano in lastre sottili e che ci ricordano la Mosella, la zona vitivinicola più pregiata della Germania. Ma il Kuenhof è in Alto Adige, in Valle Isarco per la precisione. La tenuta, originaria del XII secolo, apparteneva all’arcivescovo di Bressanone, ma 200 anni orsono fu acquistata da un antenato dei Pliger.
Situata tra pendii vitati, è un’azienda agricola gestita con attenzione all’ambiente e alla qualità. Per anni, l’uva fu utilizzata per il maso e venduta alla cantina dell’Abbazia di Novacella. Nel ‘88, però, una bottiglia per uso personale finì nelle mani di Karl Mair, del ristorante Pretzhof di Prati, in Val di Vizze, un esperto di vini che incoraggiò i Pliger a intraprendere un nuovo percorso. E loro, nel ‘90, decisero di tentare la strada dei produttori, avvalendosi dell’esperienza dell’enologo Ignaz Niedrist.
Riavvolgiamo il nastro: cominciano presto i lavori di restauro, la ristrutturazione dei vigneti e della cantina storica; gradualmente recuperano le terrazze vitate, alcune incolte da decenni, e con fatica ricostruiscono i muretti a secco, poi ampliano negli anni la superficie a vigneto, passata da 2,5 a 6,5 ettari complessivi e dislocata in più punti del territorio. È l’inizio di una nuova avventura: Peter, falegname, e Brigitte, commessa, diventano vigneron e trasmettono la passione per la natura ai tre figli Katrin, Hanna e Simon, il più giovane, che allora studiava per diventare elettricista, ma la vigna presto spinse anche lui a cambiar strada. Completerà gli studi come enotecnico, a Weinsberg, in Germania, per poi lavorare con i genitori.
Le vigne sono situate tra i 550 e gli 890 metri slm, sui ripidi pendii della Val d’Isarco, e richiedono un lavoro prevalentemente manuale, dalla potatura alla vendemmia. I suoli sono ricchi di scisto e le viti affondano fino a 3 metri di profondità, «ma in estate, a causa della siccità, nelle zone più alte del vigneto dobbiamo irrigare», sottolinea Peter.
Sono comunque vigne terrazzate, protette da muretti a secco ricostruiti interamente o recuperati, e molto ripide, insomma le cosiddette vigne “eroiche”, solo in parte meccanizzabili con piccole macchine intrafilare.
I grappoli sono selezionati con cura per raggiungere la maturazione ottimale. La pigiatura avviene in modo delicato e la fermentazione con l’uso di lieviti naturali.
Complessivamente il Kuenhof produce 45.000 bottiglie, per il 70% vendute in Italia, soprattutto al Nord. Le sue cantine storiche, protette come patrimonio culturale, offrono condizioni ideali per l’affinamento dei vini, che riposano sui lieviti fini per 5-7 mesi, imbottigliati la primavera successiva.
Sono 4 le etichette: Riesling renano, Sylvaner, Grüner Veltliner e Traminer aromatico. I Pliger furono pionieri in Val d’Isarco con il Riesling, impiantato nel ‘93, e i primi a conquistarci i 3 Bicchieri dalla Guida del Gambero Rosso. «La nostra produzione maggiore è di Riesling — ci spiega Peter — un bianco che, con sorpresa, abbiamo scoperto che può reggere anche 20 anni. Purtroppo, però, ci sono rimaste poche bottiglie delle prime annate. È una varietà che necessita di una certa età della pianta per darti un prodotto che regga un lungo affinamento» puntualizza. «La nostra vite più vecchia ha 30 anni, ma la media del vigneto, che è condizionata dalle viti piantate successivamente, è ancora bassa e non ci permette di esprimere a pieno il potenziale del Riesling».
Un vitigno, lo ricordiamo, da cui si ottiene un vino che nel tempo acquisisce aromi e profumi terziari complessi, note minerali e di idrocarburi.
Un altro bianco interessante e più versatile negli abbinamenti a tavola è il Sylvaner. Le vigne di Sylvaner, al contrario, hanno un’età d’impianto che rientra nella media e riescono ad assicurare al momento maggiore omogeneità espressiva.
Ma non finisce qui: al Kuenhof si vanno perfezionando due novità, cioè due riserve, un Riesling, in commercio nel 2026, e un Sylvaner, dal 2027. Sono affinati 18 mesi in botte e 1 anno in bottiglia; contro i 6 mesi in legno d’acacia (30%) e in acciaio (70%), più 1 mese tutto in acciaio, delle versioni “classiche”.
Per le due riserve i Pliger stanno utilizzando inoltre un tipo di botte di legno di ultima generazione, la Pyramitt, realizzata da una piccola azienda di Bolzano, la Mittelberger. Sono botti di legno la cui forma ricorda l’anfora o l’uovo, costruite sui principi matematici della scala di Fibonacci. Sono impiegate per affinare interamente la riserva del Sylvaner e parzialmente il Riesling (1/3 di Pyramitt e 2/3 in botte grande d’acacia dello stesso bottaio). «La loro forma genera movimento del liquido e crea un alto livello di energia vitale nel vino in maturazione, con il risultato che all’assaggio ti dà una sensazione di tensione, una freschezza più evidente», assicura Simon. «È un vino quasi elettrico, trasmette una sorta di vibrazione, un po’ come mettere la lingua sul polo di una batteria. Ti dà la scossa», conclude il padre Peter.
La famiglia gestisce l’azienda nel rispetto dell’equilibrio naturale, fin dagli inizi con pratiche di agricoltura sostenibile e niente erbicidi per favorire lo sviluppo di microrganismi e flora spontanea. Ha ridotto al minimo le sostanze chimiche e sintetiche, ispirandosi agli studi di Rudolf Steiner, secondo principi biologici e biodinamici, pur senza ricorrere a certificazioni ufficiali. La qualità e la cura dell’ambiente non sempre hanno bisogno di carte bollate.
Massimiliano Rella
Kuenhof
Via Lahner 12
39042 Bressanone
Telefono 0472 850546
E-mail: info@kuenhof.com
Web: www.kuenhof.com
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