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Pizza di Pasqua di Civitavecchia: un tesoro di tradizione e gusto

di Papotti C.


Civitavecchia, cittadina affacciata sul Mar Tirreno, custodisce tra le sue strade e nei suoi cuori un dolce che sa di storia, riti e tradizioni. La Pizza di Pasqua, che si prepara con cura e attenzione durante il breve periodo che precede la Pasqua, non è solo un prodotto da forno, ma un racconto che si tramanda di generazione in generazione. Ogni ingrediente, ogni gesto nella sua preparazione, è infatti parte di una narrazione che va oltre la cucina, che si intreccia con la vita e le tradizioni di chi, in questa città, ha sempre celebrato questa festività con un rito speciale: la colazione pasquale.


Non tutto l’anno

La Pizza di Pasqua di Civitavecchia è un prodotto che non si trova sugli scaffali tutto l’anno. La sua produzione è infatti legata, come dice il nome stesso, ad un tempo preciso: il periodo che precede la Pasqua. Il consumo avviene solo nei giorni successivi alla sua preparazione, quando ancora il profumo di cannella e semi di anice si diffonde nell’aria e la dolcezza della sua mollica si sposa perfettamente con uova sode, salame e coratella con carciofi, protagonisti della colazione pasquale.

Ma la Pizza di Pasqua non è solo un dolce. È un simbolo di famiglia, di legami profondi e di condivisione. Era, ed è ancora per molti, il regalo che ci si scambia con affetto, un dono che racconta l’importanza della Pasqua e che arricchisce le tavole con un sapore unico, fatto di semplicità e di attenzione agli ingredienti.

Ha una forma cilindrica, che può variare tra i 15 e i 24 cm di diametro. La superficie è lievemente rigonfia, la crosta sottile e morbida, di un bel marrone scuro. Ma la vera magia accade quando si affonda il coltello e si scopre la mollica compatta, di un colore chiaro che risplende di finezza.

Ogni morso è un equilibrio perfetto tra dolcezza e speziatura, un’esplosione di sapori che racconta l’intreccio tra farina, uova, burro, ricotta di pecora e un tocco segreto di cannella, semi di anice e vaniglia.

E poi c’è l’ingrediente che rende ogni Pizza di Pasqua unica: l’alcol. Che sia vino, vermouth, rum o sambuca, l’aggiunta di liquori — ognuno con una sua storia — dà alla pizza una profondità di sapore che non si trova altrove.

E la lievitazione? Un rito che veniva rispettato con devozione. Un tempo, l’impasto veniva trattato come un bambino, avvolto in coperte di lana per mantenerne il calore, mentre le donne vegliavano la notte, in attesa che la magia della lievitazione accadesse. Oggi non è più così comune vedere le famiglie impegnate in questa preparazione casalinga, ma la tradizione resiste ancora in alcuni angoli della città.

La Pizza di Pasqua è un tesoro che viene conservato gelosamente, spesso nascosto tra le pagine di quadernetti di ricette tramandate di madre in figlia. La Pizza di Pasqua di Civitavecchia, purtroppo, sta affrontando una battaglia contro la modernità e l’omologazione dei gusti. Altri dolci, più facili da produrre e acquistare, stanno lentamente mettendo in ombra questa prelibatezza. Ma c’è ancora chi, con passione e dedizione, continua a prepararla nei forni artigianali e nelle pasticcerie della città, mantenendo viva una tradizione che rischia di svanire.

Nonostante la sua importanza, non è un dolce che troviamo facilmente al di fuori della zona di Civitavecchia. La vera pizza, quella che racchiude tutta la storia e la passione del popolo civitavecchiese, è quella fatta in casa, preparata con tempo e cura. La sua vera essenza si sprigiona solo dopo una settimana di riposo, quando il dolce è pronto a raccontare tutto il suo sapore. Immaginate di accompagnarlo con un bel tagliere di salumi locali, uova sode e coratella di agnello con carciofi: un abbinamento perfetto che celebra la cucina tradizionale in tutta la sua autenticità. Ogni volta che se ne mangia una fetta, si compie infatti un piccolo viaggio nel tempo. Si assapora un pezzo di storia, sacrifici, ritualità, che hanno reso unica questa cittadina. Per noi che lavoriamo ogni giorno nel mondo delle carni, dei salumi e dell’artigianato, è importante non solo preservare, ma anche valorizzare questi tesori. Perché, dietro ogni prodotto autentico, c’è una storia che merita di essere raccontata e tramandata. La Pizza di Pasqua è uno di questi tesori.

Chiara Papotti



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