Slow Wine Fair e SANA Food chiudono il primo anno insieme con un bilancio molto positivo. Al doppio appuntamento hanno partecipato infatti 15.000 visitatori e 300 buyer internazionali, in arrivo da 20 Paesi: Austria, Bosnia, Canada, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Germania, Giappone, Lituania, Montenegro, Nord Macedonia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Slovenia, Singapore, Svezia, Svizzera, UK e USA. Sono stati oltre 2.000 gli incontri B2B, con più di 1.050 cantine presenti a Slow Wine Fair (720 delle quali biologiche o biodinamiche) e le 250 aziende di SANA Food, organizzati nel corso della tre giorni. «Siamo molto soddisfatti per il successo di Slow Wine Fair, nata 4 anni fa con 400 cantine, e che oggi può contare su più di 1.000 realtà vitivinicole rappresentate» ha commentato Gianpiero Calzolari, presidente BolognaFiere. «La novità di quest’anno, il suo abbinamento con SANA Food, manifestazione concentrata sui temi del biologico, del naturale e dell’alimentazione sana e sostenibile, si è rivelata un successo: abbiamo imboccato una buona strada, confermata anche dal grande apprezzamento da parte degli espositori».
Per Barbara Nappini, presidente Slow Food Italia: «Le 1.050 cantine selezionate per Slow Wine Fair rappresentano valori ambientali, sociali, economici, ma anche culturali e identitari. Esprimono un’agricoltura di qualità, rigenerativa e virtuosa, che lavora con e non contro la natura, e che tutela la biodiversità e la fertilità dei suoli, senza le quali non ci sarebbe agricoltura e quindi cibo. Mantengono in vita quelle zone, che impropriamente chiamiamo marginali, le proteggono dal rischio ambientale e dallo spopolamento. Sono infatti proprio gli agricoltori — in questo caso viticoltrici e viticoltori — i protagonisti di questa narrazione, eppure gli stessi ricadono nell’80% delle imprese che in Italia, a livello di sostegno economico, catalizzano solo il 20% delle risorse europee. Questo è un paradigma che va ribaltato. Il presente ha un urgente bisogno: che questo tipo di agricoltura sia sostenuta, in quanto capace non solo di valorizzare il made in Italy, ma anche di garantire la sovranità alimentare. Per avere cibo e vino felici ci servono agricoltori felici».
Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio: «Da Slow Wine Fair, Sana Food e Rivoluzione Bio è emerso in modo chiaro che il futuro dell’agricoltura e del cibo è biologico. Queste manifestazioni sono importanti momenti di incontro e confronto che mettono al centro i produttori agricoli, che lavorano per la sostenibilità e la tutela della biodiversità, riconoscendone e valorizzandone il ruolo cruciale nella transizione agroecologica.
Il biologico sta vivendo una crescita significativa, sia in termini di superfici coltivate che di produzione, con un aumento sia dei consumi interni sia delle esportazioni, che nel 2024 hanno raggiunto un valore complessivo di circa 10,4 miliardi di euro.
La denominazione di origine per vini e prodotti DOP e IGP, abbinata alla sostenibilità garantita dal marchio biologico, rappresenta un punto di forza sul mercato estero e anche su quello interno, dove il 75% degli Italiani ritiene che il logo bio e l’origine italiana rappresentino una garanzia aggiuntiva. A questo proposito, l’imminente uscita del marchio biologico italiano contribuirà a rafforzare ulteriormente il settore, grazie anche al supporto di campagne di comunicazione collegate».
Matteo Zoppas, presidente ICE –Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane: «L’export dell’agroalimentare biologico, che dal 2012 ad oggi è cresciuto del +200%, rappresenta una nicchia importante dell’agrifood. All’edizione 2025 di Slow Wine Fair e SANA Food, piattaforme fieristiche che completano l’offerta e creano un ulteriore valore di mercato, partecipano 1.360 aziende. ICE ha ospitato circa 130 buyer, quasi la metà del totale degli operatori internazionali, che già prima dell’inizio dell’evento avevano prenotato oltre 1.000 incontri B2B, poi raddoppiati nel corso della fiera.
Molto spesso le aziende espositrici non sono consapevoli del grande lavoro che l’Agenzia svolge: selezioniamo e portiamo in fiera buyer, importatori e distributori qualificati, offrendo alle aziende italiane un accesso diretto a nuove opportunità di business. Accompagniamo le imprese nella costruzione di relazioni durature con i mercati esteri e favoriamo una crescita solida e strutturata.
Il nostro lavoro si estende oltre i confini della promozione. ICE in coordinamento con la diplomazia all’estero, affianca il Governo e gli imprenditori nella tutela del settore agroalimentare, contrasta ogni tentativo di criminalizzazione dei prodotti italiani e rafforza il posizionamento del made in Italy nel mondo. Continueremo a investire risorse ed energie per garantire il giusto riconoscimento alla nostra tradizione e innovazione».
Michele De Pascale, presidente Regione Emilia-Romagna: «Siamo molto soddisfatti dell’esito di questo doppio appuntamento. Felici di ospitarlo nel nostro territorio e felici che l’Emilia-Romagna abbia una così significativa rappresentanza di aziende e operatori nel settore, capaci di farsi apprezzare in Italia e all’estero. Da un lato, vogliamo continuare a distinguerci per alcune esperienze produttive che in tutto il mondo sono studiate per la loro capacità di creare prodotti di eccellenza, esportati a livello internazionale; dall’altro, vogliamo valorizzare tutta la filiera del territorio e fare ancora di più, continuando a migliorarci.
Viviamo con preoccupazione le dinamiche internazionali riguardanti i dazi per il loro impatto su tutto il settore agroalimentare. L’Italia e l’Unione Europea hanno affrontato grandi sacrifici negli ultimi anni e non è accettabile che un colpo di spugna cancelli tutto e che si analizzino le bilance commerciali con questa crudezza. Per la sua coerenza, il nostro Paese ha pagato un prezzo molto alto in termini di competitività del sistema delle imprese. Soprattutto nel caso della filiera del vino serve rispetto per produzioni di eccellenza che di sicuro non investono sull’abuso del consumo, ma sulla qualità. Il vino e le produzioni di qualità sono in sintonia con un consumo responsabile, corretto e rispettoso della salute delle persone. Queste nostre realtà vanno supportate e tutelate».
I numeri
Slow Wine Fair e SANA Food chiudono con 15.000 ingressi, con una crescita di almeno il 20% rispetto allo scorso anno. Tanti gli appassionati (ingresso riservato solo alla domenica) e gli operatori del settore che hanno potuto conoscere e degustare una selezione unica di vini espressione del Manifesto del vino buono, pulito e giusto e approfittare della sinergia tra le due manifestazioni, visitando entrambe. Sul fronte B2B, oltre duemila gli appuntamenti professionali tra cantine e operatori del settore bio e tanti contatti informali con 300 buyer internazionali selezionati anche grazie alla collaborazione con ICE e alla piattaforma B2Match, che ha permesso ai professionisti di profilare in maniera dettagliata le aziende e le etichette corrispondenti ai propri interessi. Né vanno dimenticati i tanti ristoratori ed enotecari: 87 di essi sono stati premiati nell’ambito del Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow, a sottolineare la fondamentale alleanza tra mondo della ristorazione — e non solo — e il lavoro delle vignaiole e dei vignaioli di qualità.
Arrivederci al 2026, sempre a BolognaFiere, dal 22 al 24 febbraio!
>> Link: slowinefair.slowfood.it
>> Link: www.sana.it
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