Introduzione
Limmissione più o meno accidentale e lacclimatazione di specie ittiche alloctone nella rete di canali di bonifica della provincia di Ferrara è, da alcuni anni, un fenomeno inarrestabile (Melotti & Resta, 1987; Rossi et al., 1992; Gandolfi, 1993; De Curtis & Rossi, 1999). Molteplici fattori sono alla base della continua comparsa di specie non indigene: esse concorrono ad acuire le problematiche di sopravvivenza dellittiofauna autoctona, per la cui gestione risulta importante disporre di informazioni in tempo reale. Nellambito del monitoraggio della rete di canali di bonifica della provincia di Ferrara, nel 2003 sono state segnalate due nuove specie alloctone: laspio e la blicca.
Aspius aspius (Linnaeus, 1758)
Laspio ha un areale di origine molto ampio, coincidente con lEuropa centro-orientale, dal fiume Elba sino allUral, dalla Norvegia, ad est di Oslo, e dalla Svezia e Finlandia meridionali verso sud fino alle Alpi, nella regione del Danubio e sino al Mar Caspio. Presenta un corpo allungato e compresso lateralmente, di livrea rosata o scura, in relazione al periodo dellanno ed al fondale, con pinne e coda appuntite alle estremità. Le scaglie sono relativamente piccole, in numero di 64-76 lungo la linea laterale, con colorazione verde oliva sul dorso, argentea sui fianchi e bianca sul ventre. La bocca è ampia e rivolta verso lalto, con la mandibola che sorpassa la mascella, caratteristica tipica di un predatore (foto 1). Si tratta, infatti, dellunico ciprinide europeo esclusivamente carnivoro, che si alimenta di piccoli pesci, crostacei e larve di insetti.
Laspio vive nel tratto centrale dei fiumi di pianura, arrivando sino alle acque salmastre; predilige le acque correnti, dove caccia in banchi costituiti da individui giovani, sino al kg di peso, mentre da adulto perde il comportamento gregario e frequenta acque più profonde. Nellareale di origine può raggiungere una lunghezza di poco meno di un metro ed un peso di oltre 8 kg. Nel bacino padano ed in particolare in Po, dove altri alloctoni provenienti dallo stesso areale hanno evidenziato tassi di crescita maggiori rispetto le zone di origine - in particolare Silurus glanis (Rossi et al., 1992) - è ipotizzabile il superamento di tali dimensioni.
La maturità sessuale è raggiunta al quarto o quinto anno di vita ed il periodo riproduttivo coincide con i mesi di aprile e maggio, in acque correnti con substrato sabbioso o ghiaioso (Sterba, 1962; Muus & Dahlström, 1970; Blanc et al., 1971; Ladiges & Vogt, 1986; Lelek, 1987).
In Italia, la presenza dellaspio è stata segnalata nel tratto modenese del Po e nel basso corso del Mincio (Sala et al., 2000) e nel 2002 nel Po in provincia di Piacenza (Maio et al., 2003).
Abramis bjoerkna (Linnaeus, 1758)
La blicca è distribuita a nord delle Alpi e dei Pirenei. Si trova in Inghilterra sudorientale, dalla Loira alla Neva e nella Scandinavia meridionale. Vive nei fiumi tributari del Mar Nero e del Mar Caspio, con un areale naturale che comprende fiumi quali il Danubio, il Rion, il Volga ed il Terek. In Europa orientale, è distribuita fino agli Urali e al Caucaso. A prima vista la blicca è molto simile allabramide (Abramis brama), da cui si distingue però per il colore delle pinne pettorali e pelviche, che sono rossastre e con le punte grigie, e per una minore secrezione di muco. Il corpo argenteo è alto e fortemente compresso ai lati, gli occhi sono grandi, con un diametro pari alla lunghezza del muso o addirittura maggiore (foto 2). La crescita è lenta e gli animali raggiungono comunemente dimensioni di 20-30 cm di lunghezza totale ed un peso massimo di 500 g. La maturità sessuale viene raggiunta al terzo o quarto anno di vita ed il periodo riproduttivo si svolge in maggio-giugno, con deposizione fitofila. La blicca si incontra nel corso inferiore dei fiumi con acque dal corso lento e stagnante e nei laghi di pianura con acque basse e calde ed una fitta vegetazione, fra la quale trova larve di insetti, vermi e piccoli gasteropodi, che costituiscono la principale fonte di cibo, assieme alla componente planctonica (Sterba, 1962; Muus & Dahlström, 1970; Blanc et al., 1971; Ladiges & Vogt, 1986; Lelek, 1987).
La specie è stata segnalata in Italia per la prima volta da Confortini et al. (1993), nel Lago di Ledro in provincia di Trento, ed in seguito da Chiozzi (1995) in una lanca del basso corso dellAdda.
Materiali e metodi
Le catture sono state effettuate in occasione dei campionamenti effettuati nel 2003 sullintera rete di bonifica della provincia di Ferrara. Le 23 stazioni sono state distribuite in modo da rappresentare le varie tipologie idrauliche dei canale di bonifica (irriguo, di scolo e promiscuo).
Si sono utilizzati tramagli di varia lunghezza, piombatura e maglia, cogolli, bertovelli e bilance di diversa dimensione. Sono stati monitorati anche i campi di gara, tramite analisi del pescato in occasione di gare di pesca provinciali. I dati più rappresentativi sono stati ottenuti in occasione dei numerosi recuperi, effettuati dallAmministrazione Provinciale in collaborazione con lArci Pesca di Ferrara, per salvare il pesce accresciutosi in canali irrigui minori che rimangono in secca alla fine del periodo di derivazione di acqua dal Po, che di solito va dal 15 di settembre alla fine di ottobre.
Risultati
Segnalazioni di catture di esemplari di aspio, nella primavera del 2003, da parte di pescatori sportivi del tratto mantovano e ferrarese del Po, indicavano una buona acclimatazione della specie oltre che nel medio (Sala et al., 2000; Maio et al., 2003), anche nel basso corso del Po. Sono tuttora mancanti, segnalazioni di catture in area deltizia, sebbene sia nota ladattabilità dellaspio alle basse salinità.
I campionamenti, soprattutto da giugno a dicembre, hanno evidenziato la presenza dellaspio in numerosi canali della provincia di Ferrara che derivano acqua dal Fiume Po per scopi irrigui, tramite le prese di Pilastresi (Bondeno), al confine tra la provincia di Mantova e quella di Ferrara, e di Berra, al limite con larea deltizia. Tutti gli esemplari catturati presentavano caratteri meristici compresi negli intervalli di variazione tipici della specie (Berg, 1932; Sterba, 1962).
Le principali caratteristiche biometriche dellaspio sono riportate nella tabella 1, con indicate le località di campionamento, la lunghezza totale media ed il peso medio, con relative deviazioni standard, ed il numero degli individui catturati.
Le catture di esemplari di blicca risalgono al settembre 2003. Un esemplare è stato catturato, in settembre, nel Canale Bastione che è in collegamento con il Po di Volano. In ottobre, altre catture sono state effettuate nel Canale Maestro, un canale a funzione irrigua che prende acqua dal Canale Navigabile Migliarino-Porto Garibaldi, a monte dello sbarramento di Valle Lepri (Comacchio) e che corre parallelo al Collettore Principale Valle Isola, nei pressi di S. Giuseppe di Comacchio.
Altri esemplari sono stati catturati nel Canale Circondariale, nel tratto di Ostellato, adibito a campo gara. In tutti questi casi, gli esemplari presentavano caratteri meristici compresi negli intervalli di variazione tipici della specie (Berg, 1932; Spillmann, 1961; Sterba, 1962).
La tabella 2 riporta la lunghezza totale media ed il peso medio, con le relative deviazioni standard, degli individui di blicca catturati in tali occasioni.
Discussione
Il campionamento della fauna ittica della provincia di Ferrara, nellanno 2003, ha riguardato numerosi canali della vasta rete della bonifica ferrarese, ma le due specie alloctone sono state catturate sempre in poche stazioni, aventi caratteristiche idrauliche del tutto particolari. Si tratta, infatti, delle più importanti prese dacqua dal fiume Po e dei canali ad esse direttamente riferiti. Ad esempio, limpianto delle Pilastresi, sito nel territorio del Comune di Bondeno, nellestremo lembo nord-occidentale della provincia, il breve canale omonimo di collegamento con il Canale Burana e buona parte dellasta Burana-Volano, che ne veicola lacqua, rappresentano la principale arteria di irrorazione del complesso sistema idraulico della bonifica ferrarese e, di conseguenza, sono anche la via elettiva di colonizzazione dellintera rete di canali, da parte delle specie alloctone provenienti dal Po.
Per la blicca, il numero esiguo di catture non ha permesso di formulare ipotesi precise sulla sua provenienza. Si può, tuttavia, osservare che i canali minori in cui la blicca è stata catturata derivano acqua per gravità, tramite sifoni, dal Po di Volano, a monte del Sostegno di Tieni (Codigoro) e dal Canale Navigabile Migliarino-Porto Garibaldi. Di fatto, le due aste sono collegate direttamente, senza presenza di sbarramenti o altri impedimenti alla libera movimentazione della fauna ittica (Spinelli et al., 1996). Anche il Canale Circondariale è collegato tramite sifoni al Canale Navigabile Migliarino-Porto Garibaldi e, quindi, al Po di Volano.
In base a ciò, non risulta del tutto azzardato affermare che, anche per questa specie alloctona, il Po è il sito di provenienza più probabile ed il Po di Volano rappresenta la via elettiva di diffusione in tutta la rete di canali della provincia di Ferrara.
Considerazioni conclusive
Alla fine del 2004, quando si disporrà di almeno un biennio di dati, si potrà avere una idea della evoluzione della colonizzazione dei canali ferraresi da parte di questi alloctoni. In base ad informazioni bibliografiche, è però possibile formulare unipotesi. Per laspio, adattato ad acque correnti, ben ossigenate e relativamente trasparenti, i canali ferraresi, tendenzialmente a lento corso e poco limpidi, non offrono le condizioni migliori per una ampia ed abbondante diffusione.
In base a ciò, è probabile che la specie rimanga vincolata ai maggiori canali adduttori, con acque molto simili a quelle del Po e migliori rispetto alla maggior parte dei canali di scolo. Inoltre, lambiente idoneo alla riproduzione di questa specie è rappresentato da fondali bassi, a fondo ciottoloso o sabbioso, con corrente viva, frequenti in Po e nelle sezioni di presa irrigua del territorio ferrarese, ma non presenti nella rete di canali. Al contrario, per la blicca, a causa della migliore adattabilità ad acque ipertrofiche, torbide e quasi stagnanti, è molto probabile che in tempi brevi si verifichi, come per la congenerica abramide (Abramis brama), una rapida ed abbondante colonizzazione dellintera rete di canali della provincia di Ferrara.
Ringraziamenti
I risultati presentati rientrano nellambito di uno studio più esteso, riguardante la fauna ittica della provincia di Ferrara, finanziato dalla Amministrazione Provinciale di Ferrara, Assessorato allAgricoltura, Servizio Protezione Flora e Fauna.
Si ringraziano i Sig.ri Pasquale Benassi e Ribes Trombini, del Servizio Protezione Flora e Fauna, per le operazioni di pesca.
Si ringraziano, inoltre, le Associazioni di Pescatori Sportivi ed in particolare la Sezione Provinciale di Ferrara della Fipsas, nella figura del Presidente Umberto Guidetti, e dellArci Pesca Fisa, nella figura del Presidente Adriano Zucchini, ai quali rivolgiamo un particolare ringraziamento per il costruttivo contributo e la disponibilità.
Giuseppe Castaldelli
Elena Rizzati
Dipartimento di Biologia
Università degli Studi di Ferrara
Via L. Borsari 46
44100 Ferrara
e-mail: ctg@unife.it
Raffaele Barbirati
Provincia di Ferrara
Servizio Protezione Flora e Fauna
Via Bologna 534
44100 Ferrara
Remigio Rossi
Dipartimento di Biologia
Università degli Studi di Ferrara
Via L. Borsari 46
44100 Ferrara
e-mail: ctg@unife.it
Bibliografia
Berg L. S., 1932. Les poissons des eaux douces de lU.R.S.S. et des pays limithrophes, 3ª édition, revue et augmentée, partie I. Edizioni sulla gestione dei laghi e della pesca, Leningrad, 899 pp.
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Confortini I., Maio G., Marconato E., Salviati S., DellAntonio L., Bertolo A. & Perini V., 1993. Presenza della blicca, Blicca bjoerkna (Linnaeus, 1758), nel Lago di Ledro (Provincia di Trento) (Pisces, Cyprinidae). Ann. Mus. civ. Rovereto, sez.: Arch., St., Sc. nat., vol. 9 (1993): 289-294.
De Curtis O. & Rossi R., 1999. Prima segnalazione di Acerina Gymnocephalus cernuus (Linneo, 1758) (Osteichthyes, Perciformes) nelle acque interne della Provincia di Ferrara. Ann. Mus. civ. St. nat. Ferrara, 2: 89-90.
Gandolfi G., 1993. Condizioni attuali della fauna ittica nel bacino del fiume Po e proposta di intervento. Acqua-Aria, 7: 714-717.
Ladiges W. & Vogt D., 1986. Guida dei Pesci dacqua dolce dEuropa. Franco Muzzio & c. editore, Padova, 233 pp.
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Maio G., Busatto T., Marconato E., Salviati S., 2003. Distribuzione dellittiofauna in provincia di Piacenza. Provincia di Piacenza, Piacenza, 117 pp.
Melotti P. & Resta C., 1987. Specie ittiche esotiche in Emilia-Romagna. Regione Emilia-Romagna, Assessorato Scuola, Cultura, Sport e Tempo libero, Grafiche Zanini, Bologna, 56 pp.
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Spinelli E., Bisceglia R., Castaldelli G., Colombo G., 1996. Funzionamento di un bacino idrico costiero: i deflussi dacqua dolce e gli apporti di fosforo e di azoto del Po di Volano nella Sacca di Goro. IA Ingegneria Ambientale, 1-2: 25-33.
Sterba G., 1962. Freshwater fishes of the world. A studio book. The Viking Press. New York, 878 pp.
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