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Nutrizione

Gli Omega-3 del pesce possono prevenire i danni di una dieta scorretta

di Villa R.


Già altri studi in passato hanno mostrato come un’idonea assunzione di acidi grassi Omega-3 risulti protettiva nei confronti della colesterolemia alta, favorisca la mobilizzazione dei grassi accumulati nel tessuto adiposo ed aiuti a tenere in perfetta efficienza il sistema nervoso centrale. Ora uno studio condotto da una squadra di ricercatori statunitensi dell’Institute for Behavioral Medicine Research, afferente all’Ohio State University di Columbus — e pubblicato sul volume 98 della rivista Brain, Behavior, and Immunity nel novembre 20211 — mostra che l’assunzione nella dieta di cibi ricchi in acidi grassi Omega-3 è in grado di opporsi efficacemente al danneggiamento delle cellule cerebrali provocato dall’ingestione di cibi ultra-elaborati, vale a dire alimenti trasformati di origine industriale sottoposti a lavorazioni fisiche e meccaniche nonché formulati con l’utilizzo di conservanti, coloranti ed altri additivi.
Sui ratti anziani una dieta povera di fibre e ricca di carboidrati lavorati e grassi causa in sole quattro settimane una infiammazione delle cellule cerebrali, con perdita di memoria e della sensibilità emotiva. L’esperimento è stato condotto variando la dieta in due gruppi di ratti da laboratorio, uno dell’età di tre mesi l’altro di ventiquattro, ed osservandone le variazioni nei comportamenti nell’arco di quattro settimane.
La dieta base consisteva in 32% di calorie da proteine, 54% da carboidrati integrali derivanti dal frumento e 14% da grassi; la dieta modificata, denominata “altamente elaborata” (highly processed), consisteva in 19,6% di calorie da proteine, 63,3% da carboidrati poveri in fibra, 17,1% da grassi; una terza tipologia prevedeva l’aggiunta di acido docosaesaenoico (DHA), acido grasso Omega-3, alla dieta altamente elaborata.
Dopo sole quattro settimane la dieta altamente elaborata aveva prodotto nel gruppo dei ratti più anziani segni palesi di perdita di memoria e di capacità reattiva, riscontrabili nel comportamento delle attività alle quali erano sottoposti, spiegabile con l’innesco di una risposta infiammatoria nelle cellule cerebrali ed in particolare nell’ippocampo (deputato alla memoria) e nell’amigdala (che sovrintende alla gestione delle emozioni e delle reazioni a situazioni di pericolo); la stessa conseguenza non si notava nei ratti più giovani alimentati con la medesima dieta. Altro aspetto sfavorevole di questa dieta rispetto a quella base è stato l’incremento di peso, che ha riguardato entrambi i gruppi sebbene quello degli anziani abbia manifestato un guadagno ponderale più marcato.

I benefici dei cibi ricchi in Omega-3 sulla salute cerebrale dei ratti anziani
L’aggiunta di acidi grassi Omega-3 (DHA) alla dieta altamente elaborata si è dimostrata in grado di fermare il fenomeno infiammatorio nei ratti più anziani e di prevenirne o limitarne gli effetti avversi. Nessun segno di perdita di memoria o di disturbo nei comportamenti risultava infatti riscontrabile nei ratti anziani con la seconda dieta arricchita di Omega-3. Se si considera che anche negli esseri umani l’infiammazione delle cellule nervose cerebrali è predisponente a malattie invalidanti come il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson si capisce che questo effetto favorevole degli Omega-3 è potenzialmente molto promettente.

Anche negli esseri umani le fonti di Omega-3 hanno lo stesso effetto protettivo?
A commento di questo studio vale fare due importanti considerazioni. La correlazione esatta delle evidenze scientifiche tra i ratti e gli esseri umani non è determinabile in via assoluta, sebbene vari studi anche in campo neurologico abbiano mostrato meccanismi simili. Questa è una delle più recenti ricerche in campo nutrizionale che mettono in relazione gli effetti benefici degli Omega-3 in attività di aperto contrasto a comportamenti alimentari poco salutari.
Se si pensa che negli Stati Uniti circa il 60% della dieta quotidiana del cittadino medio è costituita da cibi altamente elaborati, ciò fa riflettere su quali potenziali vantaggi può apportare l’inserimento di fonti di Omega-3 nella dieta, specialmente degli anziani.
In Europa sono i paesi centro-settentrionali quelli che più si avvicinano al modello americano, con percentuali superiori (nel Regno Unito) o prossime al 50%, come riportava uno studio condotto pochi anni addietro2; l’Europa meridionale è ancora più legata ad un modello alimentare basato su alimenti semplici, poco elaborati, la cosiddetta e rinomata “dieta mediterranea”.
Occorrono altri studi che corroborino tale legame, condotti sulla popolazione umana. Nel frattempo, consigliare alle persone anziane — ma nulla vieta di cominciare anche prima, lasciando gli stravizi ai “giovani” intesi in senso lato — un consumo regolare di pesce e di derivati come l’olio di pesce (oltre che di noci ed altra frutta secca che è parte della dieta mediterranea) non può che promettere un’aspettativa di vita sana.


Roberto Villa



Note

Qui il riassunto in lingua inglese, l’articolo completo è disponibile per l’acquisto: www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0889159121005043
L’articolo descrittivo del quotidiano britannico The Guardian dà accesso anche alla pagina con la pubblicazione integrale della ricerca, condotta in diciannove stati europei: www.theguardian.com/science/2018/feb/02/ultra-processed-products-now-half-of-all-uk-family-food-purchases



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