L'aumento dei prezzi continua a incidere sulla spesa delle famiglie e sul consumo di pesce nell’UE
Nel 2023, la spesa delle famiglie per prodotti della pesca e dell’acquacoltura nell’UE-271 ha raggiunto i 62,3 miliardi di euro, con un aumento del 6% rispetto al 2022, confermando la tendenza al rialzo già iniziata nel 2018. Tale aumento è stato osservato in tutti gli Stati Membri, ad eccezione della Svezia, che ha registrato un calo del 4% ed è l’unica in cui la spesa delle famiglie per i prodotti ittici è diminuita nell’UE dal 2021.
Mentre gli aumenti di spesa nel 2020 e 2021 sono stati determinati dalle restrizioni Covid-19, l’impennata nel 2022 è stata alimentata dall’inflazione legata a un contesto geopolitico teso. Nel 2023, nonostante una lieve riduzione delle pressioni inflazionistiche rispetto al 2022, i prezzi dei prodotti ittici hanno continuato a salire, contribuendo all’aumento della spesa delle famiglie. Secondo i dati Europanel/Kantar/GfK, il consumo domestico totale di prodotti ittici è in calo dal 2021 ed è diminuito di oltre il 5% nei maggiori paesi consumatori dell’UE dal 2022 al 2023.
I flussi commerciali dell’UE sono diminuiti in valore per la prima volta dal 2020
Nel 2023, i flussi commerciali dell’UE2 dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura hanno registrato una diminuzione del 4% in volume e del 2% in valore nominale rispetto al 2022; questo si è tradotto in una diminuzione del 6% in termini reali. Le importazioni extra-UE sono state pari a 5,9 milioni di tonnellate, con un calo del 3% rispetto al 2022, mentre il loro valore è sceso del 6% a 30,1 miliardi di euro, rimanendo ben al di sotto dei livelli pre-pandemia. Nonostante questo calo, le importazioni extra-UE hanno rappresentato il 43% del valore totale dei flussi commerciali dell’UE, evidenziandone la costante importanza. D’altra parte, le esportazioni extra-UE sono state l’unico flusso commerciale ad aumentare in valore, con un incremento dell’1% fino a oltre 8 miliardi di euro, anche se il loro volume è diminuito del 3% a 2,2 milioni di tonnellate, il livello più basso degli ultimi dieci anni.
Gli scambi intra-UE hanno totalizzato 5,8 milioni di tonnellate e 31,8 miliardi di euro, pari al 45% del valore totale degli scambi. Mentre il loro volume è rimasto stabile, il valore reale è aumentato del 45% nell’ultimo decennio, superando i tassi di crescita del 25% per le importazioni extra-UE e del 13% per le esportazioni. In particolare, il commercio intra-UE ha superato le importazioni extra-UE in valore per la seconda volta nell’ultimo decennio, la prima è stata nel 2021.
I dati commerciali del 2023 hanno segnato un cambiamento rispetto alla significativa crescita in termini di valore osservata nel 2022, che era stato un anno eccezionale nel decennio 2014-2023, guidato da pressioni inflazionistiche e tensioni geopolitiche. I flussi commerciali del 2023 riflettono tendenze economiche più ampie, tra cui un’attenuazione dell’inflazione che, a dicembre 2023, è scesa al 3,4% dal 10,4% registrato un anno prima. Tuttavia, i volumi commerciali hanno continuato a diminuire, sottolineando criticità persistenti nelle catene di approvvigionamento e le conseguenze economiche dell’invasione russa dell’Ucraina. Occorre precisare che, benché la maggior parte delle transazioni sia effettuata in dollari statunitensi (USD) o in corone norvegesi (NOK), in questo rapporto i dati sono riportati in euro (EUR).
Le fluttuazioni dei tassi di cambio hanno svolto un ruolo significativo negli ultimi anni, con la stabilizzazione dell’euro rispetto al dollaro statunitense (USD) dopo i minimi storici alla fine del 2022 e il picco rispetto alla corona norvegese (NOK) nel 2023. Queste variazioni di valuta hanno influenzato il valore delle importazioni, in particolare per prodotti chiave come il salmone dalla Norvegia, che ha rappresentato il 23% del valore delle importazioni extra-UE.
Miglioramento del saldo commerciale dell’EU
e degli altri principali importatori netti di pesce
Poiché il valore delle importazioni è diminuito maggiormente, del 6%, a fronte di un aumento delle esportazioni dell’1%, nel 2023 il disavanzo commerciale dell’UE3 è sceso dell’8%, ovvero 1,85 miliardi di euro, rispetto al 2022. In una prospettiva decennale più lunga, nel decennio 2014-2023 il disavanzo è cresciuto del 30% in termini reali.
Tuttavia, dal 2022 al 2023 sia le importazioni che le esportazioni hanno registrato un calo del 3% in termini di volume. Tutti i paesi dell’UE con disavanzi superiori a 1 miliardo di euro hanno registrato una crescita positiva rispetto al 2022, con la rilevante eccezione della Svezia che, in quanto punto di ingresso fondamentale per i prodotti norvegesi di alto valore, svolge un ruolo importante nella rete commerciale dell’UE. Nel frattempo, il disavanzo è diminuito anche negli Stati Uniti e in Giappone, che dopo l’UE sono il secondo e il terzo importatore netto di prodotti della pesca e dell’acquacoltura al mondo: negli Stati Uniti si è ridotto a 17 miliardi di euro, con una diminuzione di oltre il 20% rispetto al 2022, mentre in Giappone è stato di poco superiore a 10,5 miliardi di euro, con un calo del 13% rispetto all’anno precedente.
2022: calo del consumo apparente in tutte le fonti di approvvigionamento
Nel 2022, il consumo apparente4 di prodotti della pesca e dell’acquacoltura nell’UE è sceso a circa 10,48 milioni di tonnellate di PVE, con un leggero calo dell’1% rispetto al 2021. Questa diminuzione è legata ad una riduzione generale delle importazioni, delle catture e della produzione acquicola. Dal 2020 è emerso un notevole cambiamento nella composizione del consumo apparente. Mentre i prodotti di allevamento stanno guadagnando terreno, la quota di prodotti selvatici nel consumo totale nel 2022 ha raggiunto il livello più basso del decennio 2013-2022. Il consumo apparente pro capite di prodotti acquicoli ha raggiunto il picco decennale, passando da 6,80 kg di PVE nel 2021 a 6,82 kg di PVE nel 2022. Nel frattempo, il consumo di prodotti selvatici è sceso al livello più basso, passando da 16,91 kg di PVE a 16,70 kg di PVE.
Gli sbarchi di prodotti ittici, ivi compresi quelli di specie non destinate al consumo umano e di alghe, stanno seguendo una tendenza al ribasso dal 2018. Nel 2022 il volume degli sbarchi nell’UE è stato di 3,17 milioni di tonnellate per un valore di 6,21 miliardi di euro, ossia il più basso registrato nel decennio 2013-2022. Nello stesso anno, l’UE ha anche registrato una diminuzione di circa 90.000 tonnellate di PVE rispetto al 2021, sia per le importazioni che per le esportazioni.
Secondo stime EUMOFA e nazionali, anche per il 2022 il maggior consumo pro capite apparente di prodotti della pesca e dell’acquacoltura5 dell’UE si conferma quello del Portogallo. In linea con la flessione stimata a livello UE dal 2021 al 2022, sono state osservate diminuzioni per i principali Paesi consumatori dell’UE, compreso il Portogallo, ad eccezione di Croazia e Francia che hanno registrato un aumento rispettivamente del 7% e dell’1% rispetto al 2021.
Inoltre, si registrano stime di crescita nel consumo apparente anche in alcuni paesi che tradizionalmente mostrano livelli di consumo apparente pro capite più bassi. Ad esempio, sono stati registrati aumenti per ogni anno dell’ultimo decennio in Ungheria, Romania e Slovacchia.
Dinamiche recenti per alcune specie principali
Nel 2023, le importazioni di salmone nell’UE sono diminuite del 4% rispetto al 2022, raggiungendo il livello più basso dal 2019; tale diminuzione è stata influenzata dal calo del 3% nella produzione europea di salmone atlantico dal 2022 al 2023 e dal calo del 2,5% nella produzione mondiale di salmone atlantico. Nel frattempo, le catture di salmone selvatico del Pacifico hanno raggiunto un livello record nel 2023; le importazioni UE di salmone selvatico del Pacifico rimangono basse in termini di volume. Il salmone del Pacifico ha costituito una materia prima a buon mercato per il settore della trasformazione dell’UE. Nonostante la contrazione nel volume delle importazioni, il valore complessivo delle importazioni di salmone si è mantenuto stabile a 8,4 miliardi di euro, raggiungendo i livelli del 2022. Vale la pena notare che i valori delle importazioni nel 2022 e 2023 sono i più alti finora registrati, il doppio rispetto all’ultimo decennio. Dopo un inizio lento, la produzione di salmone atlantico in Europa nel 2024 ha mostrato una tendenza al rialzo, con un aumento della produzione previsto del 3-5% rispetto al 2023. In netto contrasto, le catture di salmone selvatico del Pacifico sono state preoccupantemente basse nel 2024, con un calo di oltre il 50% rispetto al 2023.
I gamberi6 sono stati la terza specie acquatica più consumata nell’UE nel 2022 e hanno rappresentato il 10% del volume e il 13% del valore delle importazioni dell’UE in quell’anno. Nel 2023, il gambero ha registrato un calo del 5% in volume e del 18% in valore rispetto al 2022.
La mazzancolla7, proveniente principalmente dall’Ecuador, ha rappresentato il 54% del volume delle importazioni e il 53% del valore di tutti i gamberi. Seguono le altre specie di gamberi8, che costituiscono il 34% del volume e il 38% del valore, con fornitori chiave quali Argentina, India e Vietnam, che rappresentano rispettivamente il 34%, il 14% e il 10% del volume.
Infine, i gamberi d’acqua fredda9 hanno rappresentato l’11% del volume e il 7% del valore, con l’86% del volume importato dalla Groenlandia. Nel 2023, Ecuador e Argentina hanno aumentato le loro quote di mercato rispettivamente del 3% e dell’1% in volume, mentre la quota dell’India è diminuita dell’1%. Insieme, questi tre partner commerciali hanno rappresentato più della metà del volume delle importazioni di gamberi nell’UE nel 2023, ovvero il 52% del totale.
Il merluzzo nordico è una delle specie più apprezzate dai consumatori dell’UE. Nel 2023, le quote di merluzzo nordico dell’Artico nord-orientale sono state ridotte del 20%, dopo un taglio simile nel 2022, e le forniture estere al mercato dell’UE sono calate del 7%. Il prezzo medio del merluzzo nordico è salito del 3%, passando da 6,48 e/kg a 6,71 e/kg, mentre il valore delle importazioni è diminuito di quasi il 4% rispetto al 2022. Nel 2024, i prezzi di mercato per il merluzzo nordico sono rimasti alti, attestandosi a una media di 6,82 e/kg nei primi tre trimestri; si prevede che rimarranno elevati anche in futuro, dato che le quote di merluzzo nordico dell’Artico nord-orientale sono state ridotte di un ulteriore 25% per il 2025.
Il tonno10 è in cima alla lista dei principali prodotti consumati nell’UE con un consumo pro capite di 2,96 kg (PVE). Nel 2023, ha rappresentato il 9% del volume e del valore totale delle importazioni di pesce nell’UE, sebbene con una diminuzione del 12% in volume e dell’8% in valore rispetto al 2022.
Il tonnetto striato ha rappresentato il 56% del volume importato e il 52% del valore, seguito dal tonno pinna gialla, con il 29% sia per volume che per valore. Il tonno rosso, allevato principalmente per l’ingrasso, ha ottenuto il prezzo medio più alto, pari a 11,90 e/kg, l’11% in meno rispetto al 2022. L’Ecuador rimane il principale fornitore di tonno dell’UE, con una quota del 24% sia in termini di volume che di valore delle importazioni nel 2023. I prodotti preparati e conservati dominano le importazioni di tonno dell’UE, con una quota in costante aumento, passata dal 71% nel 2021 al 73% nel 2022 e al 78% del volume delle importazioni nel 2023. Una specie chiave per l’industria UE della trasformazione ittica è il pollack d’Alaska. Nel 2023, il volume delle importazioni è aumentato del 6% a 287.000 tonnellate, mentre il valore è diminuito del 5%. Le quote di mercato in termini di volume hanno subito un notevole cambiamento nel periodo 2021-2023, grazie alle riduzioni di prezzo dei due maggiori fornitori, Cina e Russia, le cui quote di importazione combinate sono passate dal 66% nel 2021 all’80% nel 2023.
Al contempo, gli Stati Uniti, terzo maggiore fornitore di pollack dell’Alaska, hanno visto la loro quota dimezzarsi nello stesso periodo, attestandosi al 16% nel 2023. Se nel 2021 i prodotti russi e statunitensi avevano prezzi all’importazione simili, nel 2023 il divario è andato ampliandosi, con entrambi i paesi a fornire principalmente filetti congelati. Il prezzo medio all’importazione nel 2023 è stato di 3,15 e/kg per i prodotti russi e di 4,02 e/kg per quelli statunitensi.
Tendenze macroeconomiche
Nel 2023 l’euro si è apprezzato del 3% rispetto al dollaro statunitense (USD)11, ma la sua posizione rispetto ad altre valute importanti per gli operatori del settore della pesca e dell’acquacoltura è variata ampiamente. L’euro (e) si è apprezzato del 9% rispetto alla corona norvegese (NOK). D’altra parte, si è deprezzato dell’1% rispetto alla sterlina britannica (GBP) e ha mantenuto la sua posizione rispetto alla corona islandese (ISK). Nei primi tre trimestri del 2024, l’euro si è apprezzato dell’1,9% rispetto all’USD, del 2,1% rispetto alla NOK e del 1,1% rispetto alla ISK. Rispetto a GBP, l’euro si è deprezzato del 2,5%.
Il tasso di interesse della Banca Centrale Europea (BCE) è stato aumentato dallo 0% al 4% nel periodo compreso tra luglio 2022 e settembre 2023 per combattere l’inflazione. Dal picco di settembre 2023, il tasso di interesse è stato gradualmente tagliato e nell’ottobre 2024 la BCE lo ha abbassato al 3,25%. Da un tasso di inflazione medio annuo per l’UE-27 del 9,2% nel 202212, l’inflazione nell’area dell’euro ha subito una decelerazione nel 2023, scendendo al 2,9% nel dicembre 2023 (variazione percentuale su base annua).
Il tasso di inflazione ha continuato a scendere nel 2024, con un’inflazione tendenzialmente intorno al 2% nell’ottobre 2024. Sebbene vi siano state alcune fluttuazioni nei prezzi dei combustibili per uso marittimo nel corso del 2023, i prezzi dei combustibili europei sono stati in media leggermente inferiori alla fine del 2023 (0,7 e/l) rispetto alla fine del 2022 e si sono attestati su un livello molto inferiore a quello osservato in media per il 2022 (circa 1,00 e/l).
Nei primi 10 mesi del 2024, i prezzi dei combustibili per uso marittimo hanno continuato la loro tendenza al ribasso, scendendo di circa il 15% nel periodo in esame.
Dopo il picco del 2022, l’inflazione per i prodotti della pesca e dell’acquacoltura nell’UE è diminuita significativamente nel 202313. I prezzi al consumo dei prodotti ittici freschi sono aumentati del 3,4%, mentre per i prodotti ittici congelati si è registrato un tasso di crescita ancora più basso, pari all’1,4%.
Il tasso d’inflazione ha continuato a scendere nei primi 8 mesi del 2024, con un aumento dei prezzi al consumo dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura dell’1,5%. Una tendenza simile si osserva per i prezzi alla produzione dei trasformatori di pesce, crostacei e molluschi14, laddove i prezzi alla produzione nel 2023 sono cresciuti leggermente di più rispetto ai prezzi al consumo per i prodotti della pesca e dell’acquacoltura (5,4%) e i prezzi alla produzione nei primi 3 trimestri del 2024 si sono ridotti leggermente (0,7%).
Fonte: EUMOFA
Direzione Generale degli Affari marittimi e della pesca, Bruxelles
www.eumofa.eu
Note
Conformemente alle linee guida di Eurostat sulla produzione e diffusione di dati statistici da parte dei servizi della Commissione dopo l’uscita del Regno Unito dall’UE, poiché il periodo di riferimento più recente è il 2020, il Regno Unito è escluso dalle aggregazioni UE dei singoli anni. Inoltre, i dati dell’UE includono la Croazia dal 2013, data di ingresso nell’UE di questo paese.
Importazioni extra-UE + esportazioni extra-UE + flussi commerciali intra-UE.
Esportazioni extra-UE meno importazioni extra-UE. Ogni anno, EUMOFA stima l’offerta totale di prodotti della pesca e dell’acquacoltura per i consumatori dell’UE sommando catture + produzione acquicola + importazioni. Quindi, sottraendo le esportazioni, questa formula fornisce un’approssimazione del consumo apparente nell’UE. Poiché i dati consolidati sulla produzione di prodotti della pesca e dell’acquacoltura nell’UE sono disponibili fino al 2022, anche le stime sono state elaborate fino al 2022.
La definizione di “consumo apparente” è consultabile nella sezione “Bilancio di approvvigionamento” della Nota metodologica.
Vale la pena sottolineare che le metodologie impiegate per stimare il consumo apparente a livello di UE e di Stati Membri sono diverse: le prime si basano su dati e stime come descritto nella Nota metodologica, le seconde richiedono anche l’aggiustamento delle tendenze anomale a causa del maggiore impatto delle variazioni delle scorte.
La categoria dei gamberi comprende gamberoni e mazzancolle, gamberi d’acqua fredda, gamberi rosa, gamberi Crangon spp. e gamberi diversi.
Gamberoni (mazzancolle) del genere Penaeus.
Il prodotto più importato di questo gruppo è stato “Gamberetti surgelati, anche affumicati, anche sgusciati, incl. gamberetti non sgusciati, cotti in acqua o al vapore (escl. “Pandalidae”, “Crangon”, gamberetti rosa “Parapenaeus longirostris” e “Penaeus”)”, codice CN8: 03061799.
Gamberoni (mazzancolle) del genere Pandalus.
Il tonno comprende tonnetto striato, tonno pinna gialla, tonno obeso, tonno bianco, tonno rosso e tonnidi diversi.
Banca Centrale Europea (BCE), www.ecb.europa.eu
Eurostat (2023), IPCA, tasso di inflazione, ec.europa.eu
Eurostat (2024), IPCA - dati mensili (tasso di variazione annuale) [PRCHICPMANRcustom8708230], https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/explore/all/all_themes
Eurostat 2024, Prezzi alla produzione nell’industria, totale, dati trimestrali, ec.europa.https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/explore/all/all_themes
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