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EFPRA: al congresso di Napoli il mondo del rendering progetta il suo futuro

di Redazione


Tre giornate di lavoro, confronto, riflessioni e proposte per ridare slancio al mondo del rendering. A Napoli, dal 4 al 6 giugno scorso, il congresso dell’EFPRA (European Fat Processor and Rendering Association) — l’associazione europea delle aziende che si occupano delle attività di raccolta, trasporto e trasformazione di sottoprodotti di origine animale —, è stato davvero intenso. Dopo il lungo stop legato alla pandemia, la risposta del comparto ha sorpreso per entusiasmo: l’evento ha infatti contato su 520 iscritti provenienti da tutta l’Europa e da Stati Uniti, Canada, Brasile, Israele. Assograssi, l’associazione italiana di settore incaricata dell’organizzazione dell’evento, si è quindi trovata ad affrontare un impegno notevole. Per giunta, in coincidenza con il meeting EFPRA, a Napoli si è anche svolto il congresso del WRO (World Renderer Organisation), associazione del settore a livello mondiale. Tuttavia i risultati positivi hanno compensato la grande responsabilità di tenere viva l’attenzione dei congressisti, in un’atmosfera accogliente e stimolante.
L’intero dibattito, nonostante la grande varietà di interventi e problematiche trattate, si può sintetizzare in tre macrotemi: sostenibilità, riutilizzo delle proteine animali ed evoluzione normativa.
Non a caso, a dare il “la” ai lavori è stato Martin Alm, direttore tecnico di EFPRA, che ha descritto le principali attività svolte dallo Standing Technical Committee, organo interno che supporta l’associazione sull’evoluzione normativa. Tra i temi affrontati, l’aggiornamento della normativa ambientale BREF per il settore e lo sviluppo delle regole per l’utilizzo delle proteine animali nei mangimi degli animali da reddito. Alm ha sottolineato con soddisfazione il clima di grande collaborazione tra i 25 componenti dello Standing Technical Committee, tutti provenienti da aziende associate di tutta Europa e con competenze diverse, ma perfettamente integrati tra di loro.
Il direttore tecnico di EFPRA si è anche soffermato sul grande lavoro svolto su problematiche rilevanti come la regolamentazione relativa alla Bse, la Carta della Sostenibilità e l’importanza di nuove regole per il filone dei fertilizzanti.
Proprio Alm ha poi lanciato l’intervento del prof. Paul Bikker, ricercatore presso l’Università di Wageningen, Olanda. Bikker ha presentato uno studio incentrato sull’utilizzo delle Proteine Animali Trasformate (PAT), ottenute da polli per l’alimentazione di suini. Per Bikker la revisione normativa sull’utilizzo delle proteine potrà favorire la produzione di mangimi più sostenibili, dando al comparto nuove opportunità di sviluppo.
L’evoluzione delle vendite di carne in Europa è stato invece al centro dell’analisi di mercato effettuata da Josef Efken, Senior Researcher dell’Istituto Thunen, specializzato in ricerche di mercato. Il suo intervento, non a caso intitolato “Quo vadis”, ha disegnato la possibile linea di sviluppo del comparto in Europa, che nei prossimi anni dovrà affrontare gli effetti dell’invecchiamento della popolazione, del declino demografico e della crescita delle alternative vegetali.
Quindi, su quali obiettivi il comparto dovrà puntare in futuro? La risposta l’ha fornita Sjors Beerendonk, presidente di EFPRA, che ha indicato come prioritario l’aggiornamento normativo per estendere l’attuale utilizzo delle proteine animali trasformate, ottenute da ruminanti e non ruminanti e per il momento ancora limitato al pet food, alla produzione di mangimi per acquacoltura.
In questo modo l’industria del settore potrà valorizzare al meglio le materie prime utilizzate, riuscendo così a raggiungere un doppio obiettivo: produrre mangimi con un valore di emissione della CO2 molto più basso e ridurre la dipendenza dall’estero per quanto riguarda l’approvvigionamento di fonti proteiche.
Sul tema è arrivata la replica di Pierdavide Lecchini, direttore generale della DGSAF – Direzione generale Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari presso il Ministero della Salute. Il rappresentante istituzionale ha ribadito che la Bse è da considerarsi un problema remoto e che in tal senso l’industria del rendering rappresenta un anello importante per la filiera delle carni, poiché è in grado di gestire, in modo sicuro, i residui con potenziali impatti sulla biosicurezza, nelle quotidiane attività di produzione come in caso di epidemia, e quindi di fatto, in partnership con le autorità pubbliche.
Garantire l’assoluta sicurezza nella produzione di mangimi per animali da reddito resta fondamentale e il settore ha dato ampia prova di affidabilità e serietà in questo ambito. Per il futuro, la recente reintroduzione delle proteine animali di non ruminante nelle filiere di produzione di mangimi è un primo passo importante da cui ripartire, a patto di definire i necessari criteri che garantiscano sistemi di produzione, raccolta e trasformazione dei sottoprodotti di origine animale separati e dedicati rispetto alle altre specie.
Dopo l’Italia, è stata la volta delle istituzioni europee, grazie all’intervento autorevole di Francisco Reviriego Gordejo, dirigente dell’Unità Salute e Consumatori della Direzione Salute di Bruxelles. La sua competenza legislativa gli ha consentito di tracciare un quadro esauriente dell’attuale situazione normativa, soprattutto sul delicato tema della Bse, che peraltro allo stato non desta particolari preoccupazioni. La Commissione UE non abbasserà la guardia sulla biosicurezza, ha confermato Reviriego, ma intende mantenere un approccio pragmatico.
La riscrittura di alcune norme sui sottoprodotti di origine animale potrebbe aiutare le imprese del rendering: si pensi al testo di regolamento sui fertilizzanti, che prevede la riduzione degli obblighi burocratici e dei controlli veterinari.
Molto attesi anche i pareri che l’EFSA, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, è chiamata a redigere, sulla base di nuove indicazioni scientifiche. Al congresso di Napoli una parte del dibattito è stata dedicata allo stato dell’arte sulle bioenergie, che vede il mondo dei sottoprodotti di origine animale sempre più coinvolto. Di sicuro interesse l’intervento di Andrea Martelli, responsabile globale delle attività biofuels di ENI, che ha presentato l’impegno dell’azienda nella produzione di biodiesel a partire da grassi animali e oli recuperati dai rifiuti provenienti dall’industria alimentare.
A suscitare grande apprezzamento e curiosità è stato però il progetto dell’Enea, realizzato in collaborazione con ASSITOL, l’Associazione Italiana dell’Industria olearia, e Assograssi, sulla produzione di idrogeno verde a partire dai grassi animali di categoria 3. Andrea Monforti Ferrario, ricercatore dell’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha raccontato nel dettaglio la prima fase di sperimentazione ed i risultati ottenuti. In particolare, l’analisi di fattibilità ha studiato il possibile utilizzo industriale di questo filone energetico, che allo stato appare assai promettente soprattutto sul fronte dell’energia termica.
La disponibilità di materie prime non sembra problematica ed il costo di produzione dell’elettricità prodotta è molto basso, anche perché non dipende dal petrolio. Tuttavia, occorre ancora lavorare per eliminare problemi tecnici legati all’impossibilità (per il momento) di programmare la produzione e alle difficoltà di stoccaggio. ENEA ha auspicato al riguardo che la collaborazione con Assograssi continui, invitando altre aziende interessate ad unirsi all’iniziativa.
A chiusura del dibattito, Dirk Dobbelaere, segretario di EFPRA, ha presentato le consuete statistiche del settore, articolando i quantitativi di produzione sulle diverse destinazioni d’uso. Dalle cifre illustrate, emerge la sostanziale tenuta economica del settore in tutta Europa e la centralità delle PAT nelle esportazioni. Dobbeleare ha anche fornito un’idea precisa del mercato rappresentato da EFPRA: 2,9 milioni di tonnellate di grassi animali e quasi 4 milioni di tonnellate di proteine, prodotte dalle aziende operanti nei 35 Paesi aderenti all’associazione europea, che impiegano quasi 20.000 dipendenti.
L’evento ha dato spazio anche all’assemblea annuale di Assograssi, che ha rinnovato i vertici associativi. Il nuovo Consiglio ha nominato presidente Paolo Valugani, già consigliere dell’associazione, oltre che coordinatore del comitato tecnico. Al suo fianco, con la volontà di favorire il ricambio generazionale, sono stati nominati Dario Dinosio (Diusa Rendering Srl) vicepresidente vicario e Luca Papa (Proteg Spa) vicepresidente, mentre Andrea Poggioli (Farm Service Srl) è divenuto il nuovo coordinatore del comitato tecnico. Andrea Carrassi è stato confermato direttore. Il Consiglio ha ringraziato Alberto Grosso, presidente uscente, per l’ottimo lavoro svolto ed il grande impegno profuso nel far crescere l’associazione.



Assograssi (www.assograssi.itrappresenta circa l’80% del settore del rendering in Italia. L’attività delle aziende consiste nella raccolta e tra­sformazione dei sottoprodotti di origine animale, che, ai fini della biosicurezza, devono essere trattati in impianti autorizzati sulla base della normativa UE. In media, le aziende lavorano ogni anno circa 1,5 milioni di tonnellate di sottoprodotti. L’associazione punta a rendere più esteso e agevole l’impiego i grassi e proteine animali nel settore della mangimistica da reddito e da pet food, sostenendo l’utilizzo per la produzione di fertilizzanti organici e di energia sostenibile. Il tutto nell’ottica del “no waste” e della circolarità dei processi. Per queste ragioni la nuova presidenza ha ribadito la necessità di far pesare Assograssi nel dibattito, politico e istituzionale sull’economia circolare, concetto che il comparto ha sempre incarnato prima che fosse d’attualità.


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