Intervenire su PAC post 2023 e altre forme di aiuto per evitare la chiusura degli allevamenti. I costi di produzione alle stelle rischiano di mettere in discussione la produzione di carne bovina piemontese
«La situazione sta diventando insostenibile per gli allevatori di bovini da carne piemontesi. I costi di produzione continuano ad aumentare sotto la spinta dei mangimi e dell’energia. A tutto questo si aggiunge l’attuale situazione di siccità che sta richiedendo, già in questo mese di giugno, un dispendio di energia enorme per irrigare i campi di mais e garantire i raccolti. Non credo che in queste condizioni si possa resistere per molto tempo».
Questo il grido di allarme lanciato da Franco Martini, presidente dell’Asprocarne Piemonte, in apertura dell’Assemblea Generale Annuale dei Soci dell’Organizzazione tenutasi giovedì 16 giugno u.s. a Cherasco (CN).
L’Asprocarne Piemonte è l’unica Organizzazione dei produttori di carne bovina operante in Piemonte e una delle principali a livello nazionale per rappresentanza. Associa circa 500 produttori piemontesi che allevano oltre 130.000 bovini da carne ogni anno, all’incirca il 50% della produzione regionale complessiva.
«In un contesto così difficile per noi allevatori, sono tuttavia onorato di presentare ai soci gli ottimi risultati che Asprocarne sta realizzando oramai da alcuni anni. Anche quest’anno il bilancio chiude con un risultato positivo del conto economico che ci garantisce un ulteriore aumento delle riserve e del patrimonio netto. In forte aumento anche il fatturato, grazie ad un grande lavoro di squadra da parte dei vicepresidenti e di tutti i dipendenti e collaboratori. Un ruolo fondamentale in questo senso lo sta giocando il nostro servizio tecnico commerciale che dopo anni di investimenti sta finalmente raccogliendo i risultati che merita. I soci ci stanno dando fiducia e speriamo veramente di riuscire a ripagarla al meglio. Quel che è certo è che un servizio commerciale forte garantisce senza dubbio più valore agli allevatori piemontesi».