Riconfermata alla presidenza del Consorzio Giorgia Vitali che preannuncia nuove modifiche al Disciplinare di produzione e la ripresa della promozione all’estero
Il Prosciutto di Modena DOP ha chiuso il 2020 con una sensibile riduzione della produzione: i prosciutti marchiati sono stati infatti circa 67.000 in calo del 2%, mentre le cosce avviate alla produzione sono state circa 60.000 in diminuzione del 15% rispetto all’anno precedente.
Anche le vendite hanno subito i contraccolpi della pandemia con un fatturato 2020 di circa 5.000.000 di euro, in calo del 12% rispetto all’anno precedente; calo da ascriversi principalmente al blocco del canale Ho.re.ca per buona parte dell’anno. Molto meglio invece la performance del canale GDO, dove il Prosciutto di Modena è presente prevalentemente con il formato vendita dell’affettato che, con circa 630.000 vaschette, si è mantenuto pressoché stabile.
C’è infine da registrare anche il calo dell’export che rappresenta l’8% del fatturato, con una riduzione in media del 30%.
Recentemente è stato rinnovato anche il Consiglio d’Amministrazione del Consorzio del Prosciutto di Modena, che ha riconfermato alla presidenza Giorgia Vitali. «Il mio primo mandato non è stato certo facile dal momento che a metà del percorso si è verificata la pandemia che ha stravolto le vite di tutti noi e quanto era stato in precedenza programmato. Ciononostante, abbiamo voluto proseguire con l’attività di valorizzazione del Prosciutto di Modena, consapevoli di andare incontro al nuovo orientamento dei consumatori che, durante il lockdown, hanno preferito acquistare prodotti alimentari “premium”, ossia di qualità. I prossimi obiettivi sono costituiti dalla ripresa dell’attività di promozione all’estero e dalla partecipazione alle fiere di settore. Stiamo, inoltre, procedendo a modificare il nostro Disciplinare di produzione, le cui ultime modifiche risalgono al 2010».
Il Consorzio del Prosciutto di Modena, che raggruppa oggi 10 produttori, ha sempre avuto una costante attenzione al prodotto, tanto da modificare qualche anno fa il Disciplinare di produzione in senso restrittivo per migliorare ancora di più il già alto livello qualitativo. La prima modifica ha riguardato la ricetta, solo cosce di suino e sale, senza l’aggiunta di spezie; l’aroma è dato dalla prolungata stagionatura. La seconda modifica ha stabilito una stagionatura minima di 14 mesi, la più lunga tra tutti i prosciutti DOP italiani. La materia prima utilizzata per la sua produzione è ottenuta esclusivamente da suini di origine italiana, nati e allevati in 10 regioni d’Italia centro-settentrionale.